venerdì 28 febbraio 2014

I dieci migliori film dal 1975 a oggi

Una particolare richiesta di un amico ha scatenato in me una piacevole riflessione: "quali sono i più bei dieci film realizzati tra il 1975 e oggi?"
Impresa ardua quella di sintetizzare in così pochi spazi le tante pellicole amate... 
Nel pensare ai possibili film, mi rendo conto che un criterio a cui non posso rinunciare è figlio della "Politica degli autori" della Nouvelle Vague: almeno un film di alcuni registi non può mancare. E questo, tutto sommato, è anche un utile escamotage, insieme a quello dei generi, che mi permette di aumentare biecamente il numero di caselle a disposizione per questa graduatoria e che, comunque, per i primi dieci posti al momento è tratta!
Quindi ecco a voi quello che è venuto fuori dopo una veloce rassegna mnemonica, certo che questa pagina verrà aggiornata spesso nei prossimi giorni.

A tutti i lettori, naturalmente, mai come questa volta, chiedo di sfruttare lo spazio per i commenti in basso e, a chi vuole, di cimentarsi nella propria personalissima classifica.

5. Pulp Fiction (Kill Bill 1, Django)
6. Apocalypse Now (Full Metal JacketLa sottile linea rossa)
7. In the mood for love (Dolls)
8. Scarface (Gli IntoccabiliFemme fatale)
9. Io e Annie (Manhattan, Crimini e misfatti)

N.B. Per ora non riesco a trovare il modo di inserire, ma trovo giusto almeno citare: Monty Python - Il senso della vita (per i film comici), Blade Runner (per la fantascienza),  Gli spietati (per i western), Rocky Horror Picture Show (per i musical) e poi Underground, Mystic River, NovecentoLa morte e la fanciulla, Il mestiere delle armi, Tutto su mia madre, Il cacciatore, Shining, I cancelli del cielo, Tree of life, BrazilQuell'oscuro oggetto del desiderio, La 25° ora, Film bianco, Un ragazzo, tre ragazze, e tanti, ma tanti altri ancora... 

mercoledì 26 febbraio 2014

New York Stories (Scorsese-Coppola-Allen 1989)

Tre storie newyorchesi firmate da altrettanti grandi registi americani, un film troppo spesso sottovalutato forse perché, come tutte le pellicole collettive, non è immediatamente collegabile ad uno dei tre nomi, che però, almeno in due casi, realizzano brevi opere eccezionali.
Le tre vicende narrate non hanno alcuna cornice che le tiene insieme se non l'ambientazione, quella di New York, che in tutti e tre gli episodi, però, fa da sfondo senza mai diventare davvero protagonista, come ci si aspetterebbe date le premesse.

domenica 23 febbraio 2014

12 anni schiavo (McQueen 2013)

Il nuovo film di Steve McQueen riprende il tema della carcerazione e dell'ingiustizia e, come in Hunger (2008), pone lo spettatore di fronte ad una storia quasi priva di speranza.
La vicenda inizia con il protagonista (Chiwetel Ejiofor) che vive in una casa padronale come schiavo. Un flashback, però, ci porta subito all'origine della storia, catapultandoci indietro di alcuni anni: città di Saratoga, anno 1841, Solomon Northup è un signore di colore nello stato di New York, dove vive con sua moglie Anne e i figli Margareth e Alonzo; è un uomo rispettato da tutta la comunità, colto e suona persino il violino. Proprio quest'ultimo dettaglio spinge due sedicenti impresari circensi ad ingaggiarlo per uno spettacolo, ma durante il viaggio si ritroverà in catene, trattato come un fuggitivo della Georgia e condotto a Washington come schiavo.

martedì 18 febbraio 2014

Monuments Men (Clooney 2014)

Liberamente ispirato all'omonimo libro di Robert M. Edsel e Bret Witter, il nuovo film di George Clooney non convince proprio. Sembra di assistere ad una lezioncina per bambini totalmente a digiuno di Seconda guerra mondiale e di storia dell'arte.
Il film non funziona nemmeno come commedia bellica, e se con questo sottogenere si pensa poi a grandi pellicole come M*A*S*H* (Altman 1970), La grande guerra (Monicelli 1959, ammesso che possa definirsi commedia), a qualche brano del pythoniano Il senso della vita (Gilliam - Jones 1983) e, volendo, anche Bastardi senza gloria (Tarantino 2009), che con quello in esame condivide anche il periodo storico, il confronto risulta addirittura imbarazzante.

lunedì 17 febbraio 2014

Eyes Wide Shut (Kubrick 1999)

L'ultimo film di Stanley Kubrick non può essere considerato il suo miglior film, data la strepitosa sequela di opere che il regista statunitense ha lasciato alla storia del cinema, ma è stato sicuramente il più atteso, poiché la morte del suo autore è sopraggiunta una settimana dopo la fine del montaggio (la colonna sonora fu completata da Steven Spielberg).
Si tratta di un adattamento dal romanzo di Artur Schnitzler Doppio sogno, trasposto a New York negli anni Novanta del Novecento invece che a Vienna ad inizio secolo.
Ad interpretare la coppia protagonista il grande Stanley chiamò Tom Cruise e Nicole Kidman, allora coppia anche nella vita, che interpretano l'affermato medico Bill Harford e sua moglie Alice.
La storia, che si svolge durante le festività natalizie in poco più di un giorno (con la sera precedente e la mattina seguente), inizia con i due che si preparano nella loro lussuosa casa per andare ad una festa organizzata nella sua villa da Victor Ziegler (Sidney Pollak). Dopo aver lasciato con la baby sitter la figlia Helen, che chiede di poter rimanere alzata per vedere Lo Schiaccianoci di Tchaikovski in tv (dettaglio che specifica ancor meglio il livello sociale della famiglia), Bill e Alice vanno alla festa dove passeranno il tempo lontani l'uno dall'altra.

mercoledì 12 febbraio 2014

The Departed (Scorsese 2006)

Dopo un decennio di sostanziale appannamento (Kundun, Gangs of New York e The Aviator non sono le sue opere migliori), Scorsese con questo film è tornato agli altissimi livelli con cui ci aveva abituati sin dagli esordi.
The Departed, a cui in Italia secondo consuetudine è stato dato un inutile sottotitolo ("il bene e il male"), è un grandissimo film e lo si capisce a partire dall'incipit, costituito da uno splendido monologo di Frank Costello, il boss che determina tutta la vicenda, interpretato da Jack Nicholson, uno dei grandi attori che durante la sua lunga carriera non aveva ancora mai incrociato il grande Marty.

venerdì 7 febbraio 2014

A proposito di Davis (Coen 2013)

Nulla da dire, il nuovo film di Ethan e Joel Coen, già vincitore del Gran Prix Speciale della Giuria a Cannes, è confezionato in maniera perfetta: oltre alla regia sempre impeccabile, infatti, va segnalata anche la bellissima fotografia (nomination all'Oscar) di Bruno Delbonnel, capace di rendere al massimo sia negli interni che negli esterni, offrendo alla pellicola un'atmosfera davvero unica, stingendo il più possibile i colori e contribuendo in maniera decisiva a questa malinconica elegia della sconfitta...

lunedì 3 febbraio 2014

Saluto a Philip Seymour Hoffman (23/7/1967 - 2/2/2014)

Se ne va un grandissimo attore, sicuramente tra i migliori della sua generazione...
Fa davvero rabbia sapere che un personaggio di questo calibro sia morto per colpa di un'overdose di eroina e, citando il Chazz Palminteri di Bronx, viene spontaneo immaginare di toccargli la fronte e dire: "talento sprecato". Eppure il suo talento in questi circa venti anni di carriera non è del tutto stato sprecato, anzi, ma purtroppo non lo vedremo interpretare i ruoli da uomo anziano che avrebbe sicuramente avuto con l'avanzare dell'età. Ci rimangono le bellissime parti recitate fino a questo maledetto 2 febbraio 2014.

Dallas Buyers Club (Vallée 2013)


È un film dall'inizio folgorante, che ci catapulta immediatamente nella realtà texana di un gruppo di amici operai di un cantiere che amano donne, droga, alcol e rodei, in un contesto fatto di omofobia, razzismo e sessismo.