martedì 30 ottobre 2018

Fahreneit 11/9 (Moore 2018)

"How the fuck was it possible?"
Michael Moore inizia così il suo ultimo documentario politico, chiedendosi e stimolando la domanda negli spettatori su come si sia arrivati fino all'abisso, con Donald Trump presidente degli Stati Uniti.
La frase che squarcia il velo del politically correct, chiarendo sin da subito quale sarà il tono del regista, arriva mentre l'immagine del volto di Trump domina la superficie vetrata dell'Empire State Building, accompagnata dalle note dell'aria di Leoncavallo Ridi, pagliaccio, e dopo un'introduzione in cui ci vengono mostrate le risate di giornalisti e degli anchormen alla notizia della candidatura dell'imprenditore newyorchese da parte dei repubblicani.

martedì 23 ottobre 2018

Opera senza autore (Henckel von Donnersmarck 2018)

Il terzo lungometraggio di Florian Henckel von Donnersmarck torna alle atmosfere cupe della Germania Est tra nazismo e regime sovietico, che aveva caratterizzato il suo film più celebre e finora meglio riuscito, Le vite degli altri (2006), che gli è poi valso la parentesi hollywoodiana di The Tourist (2010), interpretato da Angelina Jolie e Johnny Depp.
Stavolta il soggetto è ispirato alla vita del pittore Gerhard Richter, di cui si è occupato il giornalista Jürgen Schreiber nel suo libro Ein Maler aus Deutschland. Gerhard Richter. Das Drama einer Familie (2015).

lunedì 15 ottobre 2018

At eternity's gate (Schnabel 2018)

Julian Schnabel pittore prima che regista. Nel suo film su Van Gogh (in Italia è uscito due mesi dopo questa recensione con il titolo di Van Gogh. Sulla soglia dell'eternità) è particolarmente evidente, e non solo perché l'artista olandese racconta la storia in prima persona, con tanto di voce off, con un sonoro che si adatta spesso alla percezione distorta del protagonista, così come la mdp che si sostituisce ai suoi occhi in continue soggettive, accompagnando lo spettatore en plein air tra campi di di girasoli, davanti ad alberi nodosi, o ancora all'interno della celebre stanza di Arles, tutto sempre reso attraverso la deformazione espressionistica della realtà che caratterizzerà i dipinti di Vincent (trailer).

mercoledì 10 ottobre 2018

BlacKkKlansman (Spike Lee 2018)

"La politica è in tutto"... la battuta di Patrice, la bella e affascinante guida del movimento studentesco nero di Colorado Springs, potrebbe essere lo slogan del film vincitore del Grand Prix al festival di Cannes e, in fondo, del pensiero di Spike Lee.
Il suo cinema, soprattutto all'inizio della carriera, è sempre stato molto politico, da Fa' la cosa giusta (1989) a Mo' better blues (1992), da Jungle fever (1991) a Malcolm X (1992). Ora il grande regista afroamericano torna all'impegno dei primi anni, complice anche l'attuale situazione politica statunitense, e racconta una storia magnifica, incredibilmente accaduta all'inizio degli anni Settanta, quando lo scontro tra bianchi e neri era all'ordine del giorno... ma in fondo, ci indica Spike Lee, la storia si ripete, sempre uguale a se stessa, una certezza che non può non spingere a schierarsi, a ribellarsi e, davvero è il caso di dirlo, a fare la cosa giusta (trailer).

venerdì 5 ottobre 2018

L'uomo che uccise don Chisciotte (Gilliam 2018)

Un grande regista ha finito un film su don Chisciotte! 
Per la storia del cinema la notizia è questa, la maledizione è finita. Dopo il tentativo di Orson Welles, che lo iniziò nel 1964 senza mai completarlo (la pellicola fu poi portata a termine da Jess Franco nel 1992), e quello dello stesso Terry Gilliam, iniziato nel 1989, e che pure ha regalato al cinema uno dei più bei documentari degli ultimi decenni, incentrato su un magnifico fallimento (Lost in la Mancha, Fulton - Pepe 2002), l'ex Monty Python torna sul romanzo di Cervantes e gira una pellicola surreale, in cui gioca con i piani del racconto, che spesso annulla del tutto, dando spazio a idee e invenzioni sceniche in alcuni casi pienamente inserite nella narrazione, in altri vicine alla "logica" del romanzo, in altri ancora totalmente fuori contesto.