giovedì 22 giugno 2017

Il mio Godard (Hazanavicius 2016)

Come abbattere un mito generazionale, trasformandolo in un uomo pieno di difetti, capace di passare da un successo straordinario al fallimento nella professione, nell'impegno politico, nella vita privata...
Diviso in capitoli, dai titoli divertenti e allusivi, come "Wolfgang Amadeus Godard" o "Pierrot le Mépris", il film di Michel Hazanavicius, presentato a Cannes, è una sorta di biografia parodistica di Godard, genio della Nouvelle Vague, vittima della sua stessa genialità e del suo bisogno di essere sempre in contrasto con qualcosa (trailer).

sabato 17 giugno 2017

L'amant d'un jour (Garrel 2017)

Ed è subito Nouvelle Vague! 
Bastano i primi secondi del nuovo film di Philippe Garrel, vincitore del premio SACD alla Quinzaine des réalisateurs della 70° edizione del Festival di Cannes, per tuffarsi nelle atmosfere migliori del cinema francese degli anni cinquanta e sessanta. A questa sensazione di piacevole nostalgia contribuisce, tra gli altri, il consueto bianco e nero del regista parigino, fotografato da Renato Berta, già collaboratore di Garrel nei precedenti La gelosia (2013) e L'ombra delle donne (2015), con i quali L'amant d'un jour costituisce un'ideale trilogia, e che nella sua lunga carriera ha incrociato, tra gli altri, i nomi di Godard, Rohmer, Malle, Resnais, Chabrol, Guediguian, de Oliveira, Gitai.

domenica 11 giugno 2017

Colazione da Tiffany (Edwards 1961)

Audrey Hepburn, con la chitarra in grembo, suona Moon river seduta sul davanzale della finestra... (vedi) Tra le tante inquadrature questa è indubbiamente una delle più iconiche e indimenticabili di Colazione da Tiffany, film epocale, storia d'amore, fiaba di grande impatto ancora oggi, basata su una storia che semplificò notevolmente l'omonimo romanzo di Truman Capote (1958) che avrebbe voluto Marylin Monroe nel ruolo di Holly e che non apprezzò le molte modifiche rispetto al suo libro volute dalla Paramount, e su tutte la totale cancellazione della bisessualità della protagonista.

lunedì 5 giugno 2017

Ritratto di famiglia con tempesta (Kore-eda 2016)

Ancora una volta, come accaduto spesso nella sua filmografia e, soprattutto, dopo Father and son (2013) e Little sister (2015), Hirokazu Kore-eda racconta uno spaccato familiare giapponese odierno, tra tradizione e modernità, in un paese in cui questi due termini si compenetrano come in nessun altro luogo, ma le cui dinamiche relazionali e sentimentali, in fondo, è facile sentire vicine anche alle nostre latitudini..
L'eleganza formale del film è indiscutibile, e la tematica familiare unita alle tante inquadrature fisse fa pensare ovviamente al cinema di Ozu; la sceneggiatura è un punto di forza, ma rispetto alle ultime due opere la pellicola denuncia qualche debolezza in più.