sabato 9 marzo 2024

La zona d'interesse (Glazer 2023)

Jonathan Glazer adatta per il cinema l'omonimo romanzo storico e psicologico dell'inglese Martin Louis Amis (2014) e analizza l'indifferenza del Male, mettendo la mdp all'interno della vita di chi ha vissuto dalla parte sbagliata come se niente fosse, dimostrando come potesse essere semplice quotidianità anche quella, raccontando la borghesia nella sua espressione peggiore.
Se si prova a pensare a qualcosa di paragonabile a La zona di interesse, la memoria va istintivamente a ripescare Il nastro bianco, capolavoro di Michael Haneke (2009): oggi l'analoga implacabile e disturbante analisi sociale, che definirei psico-entomologa, presente in queste pellicole, permette a tutti di avere un'accoppiata perfetta da mostrare a chi non sa cosa siano stati gli anni delle due guerre mondiali in Germania (trailer). 
La vita narrata da Glazer è quella di Rudolf Höss (Christian Friedel) e di sua moglie Hedwig (Sandra Hüller), con i loro quattro figli (nel 2013 Brigitte, ottantenne, parlò di quegli anni - leggi), inquilini di una casa con giardino e piscina, alloggio di servizio spettante a quello che fu il comandante del campo di sterminio più terribile del nazismo, Auschwitz, dal 1940 al 1943 e, poi, dal 1944 al 1945 (per chi volesse approfondire il tema, legga Rudolf Höss, Comandante ad Auschwitz. Memoriale autobiografico, pubblicato in Italia per Einaudi in varie edizioni, anche corredate di improtanti contributi di Primo Levi, ed. 1985, e di Alberto Moravia, ed. 1996).
I muri della villa e quelli del campo di concentramento sono confinanti, eppure tutto scorre normalmente, con i problemi di una famiglia che vive lontano da casa, ma che ha acquisito diritti e benefici a cui è difficile rinunciare. Hedwig dimostra proprio questo quando il marito le spiega che potrebbe essere trasferito altrove grazie al successo ottenuto nella direzione di quel campo e si infuria come qualsiasi moglie che, dopo aver seguito il marito per una lontana destinazione lavorativa, non vuole più tornare indietro.
Il regista ci mostra poco altro oltre la famiglia Höss, cui si unisce per alcuni giorni anche la suocera del militare e criminale nazista, anche lei felice per la posizione raggiunta dalla figlia, soprannominata ormai "la regina di Auschwitz", con la quale non esita a complimentarsi, "sei proprio caduta in piedi, figlia mia".
La presenza di alcuni ebrei che svolgono mansioni da servitori all'interno della casa, in una condizione di privilegio fatta pesare loro, è l'unico contatto visivo che abbiamo con l'altra metà di quel piccolo universo infernale, in cui anche vestiti, scarpe, pellicce passano dai detenuti alle famiglie dei funzionari nazisti. Questo senso di rivalsa nei confronti della ricchezza degli ebrei si fa ancora più evidente nei racconti della mamma di Hedwig, in passato collaboratrice domestica di una ricca famiglia ebraica, ancora invidiosa del loro arredamento e delle tende che per anni ha ammirato e su cui lamenta di non essere riuscita a mettere le mani nemmeno ora. 
Il cineasta londinese, in realtà, porta la sua mdp anche dentro Auschwitz, ma lo fa solo per pochi secondi e mostrandocelo oggi, come luogo di memoria, musealizzato, in cui gli addetti alle pulizie lavorano in quelle sale dominate da vetrate con oggetti, vestiti e scarpe delle vittime di allora.
Strameritati il gran premio della giuria ottenuto a Cannes e le cinque nomination agli Oscar, tra cui miglior film internazionale. Bravissimi i due interpreti principali e, soprattutto, Sandra Hüller nei panni di Hedwig, ma un posto d'onore meritano anche la fotografia di Łukasz Żal e le musiche di Mica Levi.
L'altro grande protagonista della pellicola, però, è indubbiamente il sonoro, cupo, agghiacciante e persistente per tutta la durata del film, un personaggio ingombrante che meriterebbe un saggio di Michel Chion, il più grande studioso del sonoro nel cinema. Fatta eccezione per il fumo, quello delle ciminiere che lo vomitano in cielo e quello sbuffante dei continui treni che arrivano in quella stazione senza ritorno, non vediamo nulla del campo, da cui lo sguardo degli Höss è escluso del tutto. A tal proposito raggela, come tante sequenze di questo film, il momento in cui Hedwig descrive a sua madre la ricchezza del giardino - la cui perfezione è degna di una scenografia di una pellicola di Lars Von Trier - che cura personalmente e di come abbia previsto la crescita di alcuni alberi proprio in quella direzione, per coprire le eventuali brutture. Pensare il futuro in quel posto e considerarlo un punto d'arrivo che, come già detto, non si vuole lasciare, perché comodo e di prestigio, rende tutto ancor più violento.
Il sole, le gite al lago, i picnic, le passeggiate nel bosco, i fiori, gli uccellini che cinguettano, il padre che fa il bagno con i figli in piena armonia (se non fosse per qualche osso umano che può capitare di vedere riaffiorare a galla) sono la serena quotidianità di quella follia, in cui i bambini riproducono con la bocca i rumori provenienti dal campo, giocano con i denti delle vittime e si vestono da giovani nazisti per emulare i grandi.
Gli adulti non sono quasi mai quelli da seguire se si vuole andare avanti, ma in questo caso tale affermazione assume un valore ben più ampio di quello letterale. Eppure a tratti sembrano umani, mostrando la sensibilità nell'amore per i fiori, anche se poi le ceneri del campo vengono utilizzate come fertilizzante, o la dolcezza con i figli ai quali Rudolf legge le fiabe prima del sonno: il passo che Glazer sceglie, però, è significativamente quello di Hansel e Gretel nel momento in cui uccidono la vecchia chiudendola nel forno...
Una vera e propria fabbrica del Male continua a produrre morte lì a un passo e, tra le sequenze più atroci e terrificanti per la loro algida normalità, segnalo la breve riunione tecnica in cui gli ingegneri spiegano, attraverso disegni e progetti, le innovazioni all'interno del campo per mettere in opera un sistema di rotazione che permetta di ottimizzare i "risultati" per uccidere più persone possibili. Su quei fogli si legge persino il nome dell'azienda, la J.A. Topf und Söhne di Erfurt, che dopo la guerra si riciclò nell'incenerimento di rifiuti, fino alla chiusura definitiva nel 1996.
Quel riunirsi per risolvere problemi "tecnici" dà i brividi e lo stesso avviene quando i direttori dei principali campi di sterminio nazisti si ritrovano per programmare la gestione di settecentomila ebrei ungheresi che arriveranno di lì a breve. Qualche conato di vomito, magari, segno di una breccia all'interno di quel vuoto assoluto, ma poi si torna in posizione eretta, come se nulla fosse...
Fatalmente, in questo panorama privo di speranza, le azioni che mirano al Bene e alla solidarietà sono condannate a essere virate in negativo, come ci mostra la mdp di Glazer che filma con telecamera termica il sogno ricorrente che mostra una bambina inserire mele nei cumuli di terra del campo.
La realtà però è lo schermo buio, quei rumori angoscianti e il cielo nero che sovrasta il giardino della villa nella locandina... eppure la storia si ripete senza sosta, da secoli.

domenica 3 marzo 2024

Past lives (Song 2024)

Una preziosa opera prima in cui il minimalismo si sposa con la profondità. Celine Song ci racconta con maestria registica e con tanta leggerezza la storia di un potenziale melodramma, in cui chiunque abbia vissuto una storia d'amore con il passato che si riaffaccia oppure ostacolato dalla vita che cambia avrà modo di identificarsi.
L'In-Yun buddista, che riassume il concetto di provvidenza e di unione tra le persone derivante da vite precedenti, fa da sfondo a una vicenda che affonda le sue radici nell'infanzia dei due protagonisti (trailer).
Na Young e Hae Sung sono due compagni di scuola di Seoul, bambini nel 2000, poco più che trentenni nel 2024. La loro intesa è speciale già allora e la cosa appare evidente persino alle mamme. La bambina, però, deve trasferirsi con la famiglia in Canada per seguire il papà regista e si ritroverà a vivere ventenne a New York per studiare da sceneggiatrice, tutti particolari autobiografici che la regista, figlia del regista Neung-han Song, condivide con il personaggio.
I due si cercheranno dodici anni dopo, come è capitato a tanti di noi con l'avvento di internet prima e dei social poi, quando ripescare i compagni di un tempo è diventato così facile. L'emozione di ritrovarsi, seppur a migliaia chilometri di distanza, smuove sentimenti e genera reazioni insospettabili che l'impossibilità di incontrarsi rende ancora più forti. Per questo Na Young, ormai per tutti Nora, la più razionale dei due, chiede di interrompere, almeno per un periodo, quel continuo flusso di messaggi, mail e videotelefonate. Le lacrime di Nae Sung saranno palesi, quelle di Na Young arriveranno dopo la telefonata. Nella continua condivisione di immagini e video, peraltro, Song si lascia andare a una citazione cinematografica che è manifesto di tutte le difficoltà delle storie d'amore finite, facendo consigliare ad Hae Sung di vedere Se mi lasci ti cancello (Gondry 2004).
La vita, a quel punto, prenderà il sopravvento ed entrambi inizieranno storie importanti: quella di Nora porterà al matrimonio con il collega, scrittore ebreo americano, Arthur - Celine Song è sposata con Justin Kuritzkes -, e quella di Nae Sung a una storia meno pragmatica, più tormentata, data anche la sua natura poco incline al matrimonio, che proprio l'amica di sempre sintetizzerà in maniera perfetta: "sposarsi è difficile per persone idealiste come te". L'incontro tra i due avverrà altri dodici anni dopo, ripetizione di un numero simbolico che vale tanto nella tradizione orientale quanto in quella occidentale, a New York, proprio laddove il film ha inizio...
Song gira benissimo, inanellando lente carrellate in avanti e laterali; campi vuoti alla Ozu; surcadrage che sfruttano le cornici delle finestre; immagini bellissime di cerchi nell'acqua nei giardini newyorchesi e riflessi nell'acqua.
La colonna sonora, poi, oltre le musiche originali di Christopher Bear, che creano l'atmosfera, ci regala Suzanne di Leonard Cohen e, sui titoli di coda, la bella Quiet Eyes di Sharon Van Etten.
Tornando alla struttura della pellicola, la sua perfetta circolarità dà un ennesimo tocco di bellezza a un film già così pieno e dolce. Proprio la sequenza iniziale merita un'analisi maggiore per la sua capacità di far entrare lo spettatore in scena e di rappresentare il voyeurismo dell'esperienza cinematografica stessa.
Sono le quattro del mattino e Na Young, Nae Sung e Arthur stanno parlando al bancone di un locale, conversando delle vite dei primi due: il marito della donna è inevitabilmente meno coinvolto e fisicamente un po' più distante (d'altronde lui è sposato con Nora, non con Na Young, una differenza onomastica che in questo caso è forma e sostanza insieme). È a quel punto, mentre la mdp avanza molto lentamente, che sentiamo le voci off di altri clienti, che non vediamo e che potremmo essere noi spettatori davanti a quella scena, che giocano a interpretare la situazione: c'è una coppia tra loro, ma da chi è composta? I due orientali sembrano avere l'intesa più evidente, l'altro sembra il loro amico americano, o almeno così sentenzia la voce più convinta, quella femminile dei due osservatori. A quel punto del film non sappiamo ancora nulla e quel triangolo, tranne evocarci Jules et Jim (Truffaut 1962), imprescindibile totem di tutte le storie d'amore triangolari sul grande schermo (e non), non ci dice altro. Sarà lo sviluppo della pellicola a svelarcene la natura e a raccontarci quanto il caso, la vita, lo In-Yun abbiano contribuito a generarlo.
Quale dei tre sia il più determinante è lettura inevitabilmente soggettiva, ma che il film riesca ad entrare nelle pieghe dei sentimenti in maniera così chirurgica, eppure mantenendo la capacità di essere leggero, è cosa da pochi, e la storia di Celine Song si sarebbe adattata perfettamente all'immortale cinema di Eric Rohmer, altro maestro della Nouvelle Vague, poeta di quel Caso che tanto determina le nostre vite. Sembrano frasi di un suo personaggio quelle con cui Nae Sung rivela i propri pensieri e le domande ossessive che fa da anni a se stesso: "cosa sarebbe accaduto se fossi venuto a New York dodici anni fa?" "avremmo avuto dei figli?", "staremmo ancora insieme?", "ci saremmo lasciati?".
Le domande dell'amore tormentato non sono quelle del pragmatismo di Nora, ormai Nora, sempre più Nora, che piange, perché i sentimenti così profondi scuotono, ma che a differenza di Nae Sung vive solo nel presente, con meno malinconie e meno domande. Il bivio dove si salutavano da bambini è il bivio della loro vita.
"Quando lasci qualcosa, guadagni anche qualcosa".

martedì 27 febbraio 2024

Chant d'hiver (Ioseliani 2015)

L'ultimo film di Otar Ioseliani, che ci ha lasciato lo scorso 17 dicembre, non è mai stato distribuito in Italia. Una pessima scelta a cui la Casa del cinema di Roma ha posto rimedio in una serata omaggio dedicata al grande regista georgiano, organizzata da Carlo Hintermann, Daniele Villa e Luciano Barcaroli, che nell'ormai lontano 1999 avevano scritto il fondamentale Ioseliani secondo Ioseliani. Addio terraferma (Roma, Ubulibri), con l'introduzione di Enrico Ghezzi e la ricerca bibliografica curata da chi scrive (trailer).

mercoledì 7 febbraio 2024

Povere creature! (Lanthimos 2024)

L'idea originaria del racconto di Frankenstein di Mary Shelley (1818), con in cima il mito del buon selvaggio di Jean-Jacques Rousseau; le sue versioni cinematografiche, come quella di James Whale (1931) e quella parodistica di Mel Brooks (Frankenstein Junior, 1974); e poi un pizzico di Freaks (Browning, 1932) e del cinema di Tim Burton, una spruzzata gotica, vittoriana e steampunk, una pop alla Moulin Rouge (Luhrmann 2001), il tutto, colorato e grottesco, servito su un letto di femminismo d'annata (trailer).

mercoledì 31 gennaio 2024

Dieci minuti (Tognazzi 2023)

Maria Sole Tognazzi torna alla regia dopo nove anni, quando con Io e lei (2015) indagava la relazione sentimentale di una coppia omosessuale interpretata da Sabrina Ferilli e Margherita Buy. Stavolta, invece, il dramma sentimentale è liberamente tratto dal quasi omonimo romanzo di Chiara Gamberale (Per dieci minuti, 2013), dal quale la cineasta, che ha curato la sceneggiatura insieme a Francesca Archibugi, si allontana molto recuperando, di fatto, quasi esclusivamente l'esercizio del titolo. I dieci minuti, infatti, sono il consiglio terapeutico cognitivo-comportamentista, tratto da Rudolf Steiner, di fare ogni giorno qualcosa di nuovo, per quella breve durata di tempo, per contrastare la depressione (trailer). 

venerdì 26 gennaio 2024

Perfect days (Wenders 2023)

Ovvero Wim Wenders e il senso della vita, in un film minimalista, attento alle piccole cose, alla vita di tutti i giorni e a come quella di ogni persona, ciascuna a suo modo, possa essere straordinaria.
Una pellicola che, in pieno stile del regista tedesco, è l'elogio della lentezza, caratteristica troppo spesso utilizzata come categoria negativa per un film, ma che in molti casi è categoria identitaria di un'opera, come in questo bellissimo Perfect day, in cui è fattore significante e accoppiato alla riflessione filosofica (trailer).

giovedì 18 gennaio 2024

Il ragazzo e l'airone (Miyazaki 2023)

Il ragazzo e l'airone è la catabasi di Hayao Miyazaki. L'ottantaduenne genio nipponico dà al giovanissimo protagonista il compito di viaggiare in un mondo altro, che come da tradizione è sottostante a quello in cui viviamo.  
Siamo nel 1943 e Mahito è un ragazzino che ha perso la madre, Hisako, durante un incendio. Il padre, Shōichi, proprietario di una fabbrica di materiali aeronautici, lo porta a vivere in una nuova casa, con la sua nuova compagna, Natsuko, sorella minore della prima moglie. La donna si presenta a Mahito come la sua nuova mamma e lo fa accudire da sette piccole vecchine.

giovedì 11 gennaio 2024

Il maestro giardiniere (Schrader 2022)

Per i più appassionati cinefili e per gli amanti del cinema di Martin Scorsese sarà sempre lo sceneggiatore di Taxi Driver, Toro scatenato, L'ultima tentazione di Cristo, Al di là della vita (1976, 1980, 1988, 1999), ma Paul Schrader oltre alla carriera di sceneggiatore, ha ormai al suo attivo più di venti lungometraggi da regista, con film che vanno da American Gigolò (1980) a Cane mangia cane (2016), fino agli ultimi La creazione a rischio (2017) e Il collezionista di carte (2021), in cui come è naturale che sia la scrittura ha un ruolo determinante.
Il maestro giardiniere, presentato fuori concorso a Venezia, si allinea perfettamente a questo panorama cinematografico e anche ai temi della malavita, in cui quelli in cui Schrader si muove meglio, in cui uomini violenti cercano catarsi e redenzione (trailer). 

venerdì 29 dicembre 2023

Il male non esiste (Hamaguchi 2023)

I grandi registi sono grandi anche nelle piccole cose. Aku wa sonzai shinai è un dramma poetico a sfondo ecologico, tra natura e antropizzazione di un paesino nei pressi di Tokyo, Mizubiki.
Ryusuke Hamaguchi, dopo l'Oscar di Drive my car (2021), vince il Leone d'argento a Venezia con un film nato per caso, in cui ci mostra la capitale giapponese solamente per pochi secondi, in un anonimo scorcio fatto di grandi palazzi e una tangenziale che li fiancheggia. Per il resto l'intera pellicola è ambientata nel piccolo paese che si regge su un equilibrio sottile in cui la presenza umana limita il più possibile la sua inevitabile invadenza (trailer).

lunedì 25 dicembre 2023

La grande nebbia (Lupino 1953)

Un film di una grande interprete e regista della Hollywood classica. Ida Lupino, qui, per la prima volta diresse anche se stessa, in una pellicola davvero particolare e che, guardata oggi, desta ancora più interesse, per tematica, per sviluppo, per visione morale e per l'enorme distanza tra gli Stati Uniti e l'Italia di allora.
Il film da noi uscì tre anni dopo la sua realizzazione, con questo titolo assurdo e ben lontano da quello originale - The Bigamist - a ridosso dell'uscita della commedia italiana che, in pratica, aveva lo stesso titolo, Il bigamo (Emmer 1955). In questa l'accusa di bigamia del protagonista, interpretato da Marcello Mastroianni, era una calunnia, mentre nel film di Lupino è il punto centrale di un melodramma vissuto con pathos e analizzato in maniera complessa e per nulla manichea, come invece ci si aspetterebbe oggi ripensando a quegli anni (trailer; vedi il film completo).

venerdì 22 dicembre 2023

La chimera (Rohrwacher 2023)

Il quarto lungometraggio di Alice Rohrwacher resta autoriale nel senso più pieno del termine e, come i precedenti (Corpo celeste, 2011; Le Meraviglie, 2014; Lazzaro Felice, 2018), il tocco della regista toscana è riconoscibile da pochi fotogrammi, anche se la poesia appare meno genuina e ispirata, un po' più artefatta e stavolta si esce dalla sala con la strana sensazione di aver visto una giustapposizione di momenti piuttosto che un insieme fuso e perfettamente congegnato.
Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini sono i registi da cui la visione de La chimera non può prescindere: atmosfere, personaggi, ma anche semplici brani sono completamente esemplati sulla loro cinematografia (trailer).

martedì 12 dicembre 2023

Un colpo di fortuna (Allen 2023)

È tornato quel momento dell'anno... il film di Woody Allen in sala, un'immancabile e rilassante coccola per ogni cinefilo. E anche questa volta, nonostante il tema, il regista newyorchese riesce a farlo con impareggiabile leggerezza (trailer).
Coup de chance, cinquantesimo film di Allen (in cinquantaquattro anni di carriera!), torna sui motivi del tradimento, tra passione ed etica, cui il regista aveva già dedicato l'eccezionale Crimini e misfatti (1989) e Match Point (2005). In questo frangente, però, al dramma preferisce l'operetta, ripensando ai gialli di George Simenon, citato persino in sceneggiatura, e alla poetica del caso di Eric Rohmer, di cui Melvil Popaud è un perfetto testimone - fosse solo per aver girato Racconto d'estate, Un ragazzo, tre ragazze (1996) -, ma che qui il suo personaggio nega costantemente...

sabato 25 novembre 2023

The Old Oak (Loach 2023)

"A volte nella vita non c'è bisogno di parole, ma solo di cibo".
Ken Loach e il suo ultimo film possono essere identificati da questa battuta (e da molte altre) che sintetizza una storia piena di calore, umanità, accoglienza e solidarietà, che si innesta alla perfezione nella poetica filmica dell'ottantasettenne regista inglese. Insieme alle battute, Loach è lì, nel titolo, The Old Oak è il pub al centro della vicenda, ma la 'vecchia quercia' è evidentemente lui, mai spezzato dagli anni, dai tempi della Thatcher a oggi; ed è nella macchina fotografica della protagonista, occhio perspicuo in grado di mettere a fuoco il reale e antenata dell'occhio della mdp del cineasta di Nuneaton (trailer).

martedì 21 novembre 2023

Anatomia di una caduta (Triet 2023)

Una morte accidentale o dolosa? È su questo crinale che si sviluppa l'intera trama di Anatomie d'une chute, film della regista francese Justine Triet, vincitore della palma d'oro a Cannes. Una storia in cui la mdp non dà mai certezze: tutto è ambiguo, tutto è sempre interpretabile, tutto può essere visto nei modi che portano al duplice assunto di partenza.
Sandra (Sandra Hüller) e Samuel (Samuel Theis) sono due scrittori e vivono con il loro unico figlio undicenne, Daniel (Milo Machado Graner), in una non meglio precisata località di montagna in Francia, isolati dal mondo, quando un'improvvisa caduta dalla finestra causa la morte di Samuel.

lunedì 13 novembre 2023

C'è ancora domani (Cortellesi 2023)

Paola Cortellesi con pacata leggerezza dà vita a una commedia nelle sue corde, azzeccando, da attrice, le parti di ogni interprete e realizzando un'opera piacevole e misurata, che vira sulla tematica femminista un'epoca e una realtà in cui le donne non avevano diritto nemmeno di esprimere un'opinione senza essere tacciate di presunzione.  
In un bianco e nero che si sposa con l'ambientazione della storia nell'immediato dopoguerra, la regista romana, all'esordio dietro la mdp, racconta una vicenda familiare come tante - strizzando l'occhio al neorealismo, ma in versione inevitabilmente olografica e in un film che non può e non vuole essere realistico - che si innesta sulla storia d'Italia da manuale, quella del referendum tra Repubblica e Monarchia (trailer).

sabato 4 novembre 2023

Dogman (Besson 2023)

Nel suo ultimo bellissimo film, Luc Besson unisce un po' dell'immaginario di Pedro Almodovar, quello del David Fincher de Il silenzio degli innocenti (1991), di Joker (2019), aggiunge persino qualcosa di Vestito per uccidere di De Palma (1980), e poi spolvera il tutto con una lotta tra bene e male simile a quella che tutti abbiamo amato nel suo Leon (1994) e soprattutto con l'operosità al servizio del primo de La carica dei 101 (1961), per l'occasione portata a 125.

lunedì 30 ottobre 2023

Killers of the Flower Moon (Scorsese 2023)

Martin Scorsese chiude i cerchi girando il suo primo western. Nella perfezione della sua filmografia, con Killers of the Flower Moon, adattamento de Gli assassini della terra rossa (David Grann, 2017) prodotto da Apple tv, il cineasta newyorchese porta sul grande schermo l'ennesima storia di soprusi e di ingiustizie, raccontando ancora una volta il più bieco lato oscuro del sogno americano. E così, dopo la Little Italy di Mean Streets (1973) e di Quei bravi ragazzi (1990), e dopo Casinò (1995), dove agli italiani si sostituivano gli ebrei statunitensi, o The Irishman (2019), in cui erano gli irlandesi a detenere il potere, questa è la volta del dramma epico ambientato negli anni venti del Novecento in cui i bianchi soppiantano i nativi americani (trailer).

sabato 21 ottobre 2023

Il caftano blu (Touzani 2022)

Pochissimi personaggi, ambiente piccolo, quasi claustrofobico, per un film pieno di intensità che indaga le relazioni umane e le enormi difficoltà di una vita passata nell'ombra di una sessualità di facciata e di scelte imposte dalla società.
Halim (Saleh Bakri) è un sarto e gestisce la sua attività con la moglie Mina (Lubna Azabal) in un negozio di Salé, antica e tradizionale città del Marocco. Il lavoro è tanto e l'aiuto di un apprendista è fondamentale. Per questo assumono il giovane Youssef (Ayoub Missioui), che, con il tempo, oltre a imparare il mestiere, rimane affascinato dal suo maestro e gli dichiara il suo innamoramento, turbando non poco Halim. Il sarto, però, fin ad allora ha vissuto la sua omosessualità nel silenzio e in segreti incontri anonimi negli spogliatoi dell'hammam (trailer).

venerdì 13 ottobre 2023

Asteroid City (Anderson 2023)

Che bello il nuovo film di Wes Anderson!
Tante idee, tante trovate, un'ambientazione altra, come a lui riesce sempre così bene, tanto più con l'ormai consueto overcasting, che fa il paio, nei titoli di coda, con i ringraziamenti del regista a nomi come Baumbach, Scorsese, De Palma e Spielberg, non un dettaglio.
Una giostra da cui non si vorrebbe scendere così presto e un incipit che appassiona. L'idea del metaspettacolo, a dire il vero, non è nuova, ma l'inizio del film che fa da cornice all'opera è davvero entusiasmante. In un rigoroso bianco e nero Bryan Cranston è il narratore che parla a noi spettatori dal palco di un teatro vuoto: dietro di lui uno scrittore, Conrad Earp (Ewan McGregor), che in vestaglia è seduto e lavora alla macchina da scrivere sullo stesso palco (trailer).

giovedì 5 ottobre 2023

The Palace (Polanski 2023)

Il film di Roman Polanski lascia interdetti e senza parole all'uscita dalla sala. Chi ama il cinema non può non pensare ai suoi capolavori, da Il coltello nell'acqua a Repulsion, da Cul de sac a Rosemary's Baby, da Chinatown a Tess, da La morte e la fanciulla a Il pianista e, anche più recentemente, da Carnage a L'ufficiale e la spia.
E pensare che Polanski ha scritto il film con Ewa Piaskowska e con un altro mostro sacro come Jerzy Skolimowski, con il quale aveva collaborato proprio per il suo lungometraggio d'esordio ne Il coltello nell'acqua (1962).
Che fine ha fatto l'autore di tante opere bellissime, capace di passare da un genere all'altro come un grande regista statunitense, ma con tutta la profondità di un cineasta europeo (trailer)?

mercoledì 27 settembre 2023

Following (Nolan 1998)

Il film d'esordio di Christopher Nolan è un thriller psicologico dalla struttura complessa, che mette in evidenza quello che sarà una caratteristica basilare del suo cinema: la deformazione del tempo attraverso il montaggio, in questo caso curato direttamente da lui (insieme a Gareth Heal), al pari di soggetto, sceneggiatura, fotografia e produzione.  
La pellicola è girata in bianco e nero e quelle immagini spesso sgranate e non perfette ricordano tanto un caposaldo degli anni '90 come Clerks di Kevin Smith (1994). Il titolo rimanda all'idea di pedinare le persone, seguirle, che nel film viene appunto definito "following", "shadowing". Bill (Jeremy Theobald), infatti, è un giovane e spiantato aspirante scrittore, che per trovare la giusta ispirazione e storie da raccontare segue le persone in strada, cercando di carpire qualcosa di loro, delle loro vite (trailer).

venerdì 22 settembre 2023

Io Capitano (Garrone 2023)

"Sembra esserci nell'uomo come nell'uccello un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove". Un calligramma a forma di pavone - con queste parole di Marguerite Yourcenar - campeggia a Casa Scalabrini, sede dell'Ecomuseo Casilino, casa di accoglienza per rifugiati richiedenti asilo e centro culturale identitario di Roma Est.
La frase sarebbe un perfetto esergo al film di Matteo Garrone, che racconta proprio quel bisogno, che va anche al di là delle esigenze di sussistenza dei suoi protagonisti.
Sì tratta di una pellicola difficile da analizzare dal punto di vista prettamente cinematografico. Troppe le implicazioni umane ed emotive di una pellicola che prende allo stomaco lo spettatore e lo attanaglia per oltre due ore, portandolo a casa con le riflessioni scaturite da una visione, che dimostra come in alcuni contesti la schiavitù sia ancora una realtà (trailer).

venerdì 15 settembre 2023

Passages (Sachs 2023)

Ira Sachs reinterpreta il triangolo amoroso, quello che nella storia del cinema è per antonomasia quello di Jules et Jim (Truffaut 1962), e lo declina ai tempi attuali, mettendo uno dei due uomini al vertice della piramide relazionale, cosicché il ruolo che fu di Jeanne Moreau è ora di Franz Rogowski, nei panni di Tomas, combattuto tra l'amore per Martin (Ben Whishaw) e la passione per Agathe (Adèle Exarchopoulos).
Passages è un film che deve tanto alla Nouvelle Vague per la sua capacità di entrare nelle pieghe delle relazioni amorose e nelle loro complicazioni assolutizzanti, ma le consonanze con il capolavoro truffautiano e con il cinema francese di quegli anni si limitano a questo e all'ambientazione parigina che peraltro, rispetto ad allora, non è affatto identitaria per la storia, che potrebbe avvenire ovunque (trailer).

lunedì 28 agosto 2023

Oppenheimer (Nolan 2023)

Christopher Nolan e il suo ennesimo film evento. Dopo tanta attesa, Oppenheimer è uscito e se ne sentirà parlare per un po', come per ogni recente pellicola del regista britannico.
La capacità di creare aspettative aè indubbia, il colossal dall'ingente budget da 100 milioni di dollari, girato in Imax 70 mm, verrà ripagato dagli incassi planetari, ma ancora una volta la sensazione è che Nolan realizzi un'enorme impalcatura senza convincere a pieno. Se però, in molti altri casi, i suoi film erano caratterizzati da parti iniziali folgoranti, e si sfilacciavano più avanti, con la conseguente difficoltà nel mantenere alta l'attenzione dello spettatore, stavolta la pellicola compie la parabola inversa e, dopo una prima parte lambiccata, ricolma di dialoghi sulla fisica, quantistica e non, riprende vigore grazie alla narrazione dei processi maccartisti ai danni del protagonista (trailer).

venerdì 25 agosto 2023

Emily (O'Connor 2022)

Al suo primo film da regista, l'attrice anglo-australiana Frances O'Connor gira un biopic su Emily Brontë, ma lo fa in maniera oleografica e in scia di numerose opere simili, letterarie e in costume. Laddove tutto è inevitabilmente già noto, tanto più all'esordio, ci si aspetterebbe qualcosa di più, senza dubbio. Eppure il film inizia con un bel movimento di macchina, che lascia ben sperare: Emily (una bravissima Emma Mackey, già eroina di Sex education e poi in Barbie) è sdraiata su un divano; la mdp la riprende in prospettiva centrale e poi si avvicina roteando sul volto in primo piano; titoli di testa. Poi però, praticamente più nulla, fatta eccezione per un paio di bei surcadrage che sfruttano le finestre su panorami collinari degni di un western (trailer).

venerdì 11 agosto 2023

Barbie (Gerwig 2023)

Il femminismo come non l'avevamo mai immaginato, nascosto sotto una scorza pop e glamour, che solo all'apparenza sembra contraddirlo, eppure non meno arrabbiato e tagliente, come è giusto che sia. Una scommessa pienamente vinta da Greta Gerwig, che prosegue con coerenza su una linea già tracciata con un film che stavolta semplifica e rende divulgativo (talvolta fin troppo) lo scontro tra femminismo e patriarcato, riuscendo persino a far ridere - e non è poco dato l'argomento - attraverso una commedia intelligente (trailer).

lunedì 31 luglio 2023

Fallen Leaves (Kaurismäki 2023)

Tra colori pastello e luoghi in cui sembrerebbe possibile solo l'angoscia esistenzialista di Munch o Kirchner, Aki Kaurismäki inscena una delle più sgangherate storie d'amore degli ultimi anni, in una Helsinki cronologicamente incollocabile, nella quale ci sono i juke box e le copertine dei vinili nei locali; le radio sono il mezzo più utilizzato per informarsi su ciò che succede nel mondo, ma allo stesso tempo ci sono i cellulari e internet, mentre un calendario segna l'anno 2024 (trailer).
Dopo un po' lo spettatore capisce di essere vittima dell'estro del regista finlandese e abbandonarsi affondando nella poltrona è la cosa migliore da fare, poiché di certo, nonostante la cupezza dell'atmosfera e la depressione dei personaggi, si riderà di gusto molte volte nel corso della pellicola.

venerdì 14 luglio 2023

Rapito (Bellocchio 2023)

Marco Bellocchio racconta un episodio di cronaca che infiammò l'Italia e l'intera Europa, in un film bellissimo, di grande intensità emotiva, girato con la solita maestria e che permette di affrontare temi delicati sul piano storico, religioso, politico e ideologico. Il tutto confezionato dalla notevole scenografia di Andrea Castorina, coadiuvata dagli effetti speciali di Rodolfo Migliari; dalla musica - a tratti dai toni herrmanniani - di Fabio Massimo Capogrosso; e dalla coinvolgente fotografia di Francesco Di Giacomo.
Lo spunto, per Bellocchio, è stato il libro di Vittorio Messori, Io, il bambino ebreo rapito da Pio IX. Il memoriale inedito del protagonista del «caso Mortara» (Mondadori, 2005), che pubblica il testo scritto dallo stesso Edgardo Mortara, in piena difesa della posizione pontificia; e poi quello di Daniele Scalise, Il caso Mortara. La vera storia del bambino ebreo rapito dal papa (Mondadori, 1997), a cui si è liberamente ispirato. Va ricordato, inoltre, che sulla storia era già Spielberg (leggi) e che il regista piacentino ha iniziato il suo progetto quando ha saputo, durante le riprese de Il traditore, che il cineasta americano lo aveva abbandonato (trailer).

giovedì 29 giugno 2023

In viaggio con Jacqueline (Hamidi 2016)

Mohamed Hamidi e la leggerezza. Il regista algerino racconta una fiaba bucolica con i toni della commedia, sottolineando il valore delle differenze e l'arricchimento che queste possono rappresentare per ciascuno di noi. 
Fatah (Fatsah Bouyahmed) è un contadino di un piccolo villaggio algerino che parte per la Francia con la sua mucca di razza tarina Jacqueline, per portarla al salone dell'agricoltura di Parigi. Eccetto il viaggio in nave, il suo obbiettivo è arrivare nella capitale a piedi, un'intenzione che gli permetterà di conoscere diverse realtà francesi (trailer).

domenica 18 giugno 2023

La storia infinita (Petersen 1984)

Difficile incontrare qualcuno che nel 1984 avesse tra i 6 e i 15 e non ricordi La storia infinita, un film cult, un romanzo di formazione, che utilizza la fantascienza per raccontare la crescita come percorso individuale.
Adattato dall'omonimo romanzo di Michael Ende (1979, in Italia edito nel 1981 da Longanesi), best seller da oltre dieci milioni di copie, venne girato dal tedesco Wolfgang Petersen e fu il film più costoso mai girato in Germania, un vero e proprio colossal da 25 milioni di dollari. A contribuire all'immarcescibilità della pellicola, indubbiamente, la musica di Klaus Doldinger e Giorgio Moroder, la cui title track, The Neverending Story, cantata da Limahl, è davvero uno dei motivi più celebri degli anni '80. Il film, dato il successo, ebbe anche due altri episodi, La storia infinita 2 (Trumbull Miller 1990) e La storia infinita 3 (MacDonald 1994), che non ebbero l'impatto del primo (trailer).

sabato 20 maggio 2023

Toro scatenato (Scorsese 1980)

Il corpo di Robert De Niro chiuso in una cella, tra ombre, molte, e squarci di luce, pochi, che lo illuminano. È la sequenza più simbolica del film, quella che riassume la vita fatta di contrasti di Jake LaMotta, campione dei pesi medi, pugile professionista dal 1941 al 1954, grande rivale di un mito del ring come Sugar Ray Robinson.
Martin Scorsese trasse il soggetto dall'autobiografia dello stesso pugile, Raging Bull: My Story (1970), che venne adattata dalla sceneggiatura di Paul Schrader e di Mardik Martin. La pellicola venne girata in bianco e nero, poiché nell'immaginario collettivo le immagini di LaMotta - sui giornali e in tv - erano così, e il direttore della fotografia, Michael Chapman, dichiarò di essersi ispirato ai fotografi degli anni '40 di Life. Toro scatenato resta ancora oggi, indubitabilmente, uno dei massimi capolavori di Martin Scorsese, uno di quelli in cui la sua poetica è espressa nella maniera più cristallina, in cui il suo cinema dà il meglio di sé, con i temi a lui più cari: successo, fallimento, espiazione in senso cristiano e redenzione. La storia di Jake LaMotta è quella di un grande perdente, e i loser non fanno la storia (anche se non sempre), ma fanno letteratura e, in questo caso, splendido cinema (trailer).

lunedì 8 maggio 2023

Mon crime - La colpevole sono io (Ozon 2023)

Una piscina viene inquadrata in prospettiva centrale: per la cronaca si tratta di quella della Villa del barone Empain a Bruxelles. François Ozon inizia così il suo nuovo film, con quella che ha tutta l'aria di essere un'esplicita firma che rimanda al suo Swimming pool (2003). 
Madeleine Verdier (Nadia Tereszkiewicz) occupa quell'inquadratura, uscendo dall'appartamento da cui l'abbiamo sentita urlare: ha subito una violenza, si è liberata, ha sparato al produttore Monferrand (Jean-Christophe Bouvet), che le aveva promesso un ruolo al cinema, e ora se ne va.
È l'inizio di una spassosa commedia di grande finezza, che affronta tematiche attuali calandole nel contesto francese tra le due guerre mondiali, sfruttando l'opera teatrale di Georges Berr e Louis Verneuil Mon Crime (1934), da cui è liberamente tratta (trailer).

domenica 30 aprile 2023

Il sol dell'avvenire (Moretti 2023)

Nanni, fortissimamente Nanni!
Nanni Moretti celebra se stesso, ma allo stesso tempo coccola i suoi spettatori di sempre e, in una frase de Il sol dell'avvenire, c'è tutto il suo rapporto col pubblico: "mi piace dire che non ci penso, ma non so se è vero".
Il regista romano, tra egocentrismo (da leggere come qualità indiscussa in questo caso) e malinconia, ha realizzato una pellicola imperdibile per chi ama il suo cinema da sempre e per chi, non conoscendolo, può partire da qui e andare a ritroso. Un'antologia dei suoi tormentoni, dei suoi riti, delle ossessioni delle sue manie - per dirla con Battiato che torna in colonna sonora come nei tempi migliori -, dalle scarpe ai dolci, dall'etica cinematografica al comunismo, dai riti quotidiani agli intermezzi con i suoi pensieri ad alta voce e alle canzoni cantate a squarciagola e non sempre in maniera intonata (trailer).

martedì 11 aprile 2023

The Whale (Aronofsky 2022)

Adattandolo dall'omonima pièce teatrale di Samuel D. Hunter (2012), Darren Aronofsky, cinque anni dopo Madre!, gira un altro film disturbante, ma rispetto a quell'horror scentrato e poco riuscito, questo dramma psicologico, tra letteratura americana e complesse dinamiche familiari, è un deciso passo avanti, pur conservando alcuni eccessi ampiamente rinunciabili.
La sceneggiatura, firmata dallo stesso Hunter, nonostante alcuni passi a vuoto fortemente didascalici, resiste alle due ore di pellicola, e la prova di Brendan Fraser, ben affiancato da Hong Chau e dalla giovanissima Sadie Sink, amata dagli appassionati di serie tv per il suo ruolo di Max in Stranger Things, rendono il film un'opera toccante, spingendo lo spettatore a empatizzare con il protagonista (trailer).
Charlie (Brendan Fraser) è un uomo obeso, al punto da aver compromesso la propria deambulazione e la salute degli organi, cosicché il suo cuore è ormai a un passo dal collasso.

martedì 4 aprile 2023

Saluto a Ryūichi Sakamoto (17/1/1952 - 28/3/2023)

“Elettronica e Oriente, così conquisto il mondo” aveva detto una volta Ryūichi Sakamoto, uno dei più grandi interpreti musicali del cinema degli ultimi 40 anni.
Sakamoto è morto pochi giorni fa, sconfitto da un cancro che lo aveva colpito prima alla gola e poi al retto, a soli 71 anni. Compositore di altissimo profilo, amante di John Coltrane, dei Beatles, di John Cage, come musicista si è districato tra avanguardia, elettronica e synth pop, senza mai perdere di vista la musica etnica orientale e il jazz, una delle sue prime passioni. Oltre i circa venti album da solista, agli appassionati di cinema lascia 45 colonne sonore per il grande schermo, con alcuni indimenticabili capolavori.

mercoledì 29 marzo 2023

Miracle (Lee 2021)

Una tragica commedia, un romanzo di formazione, un'incredibile storia vera accaduta negli anni ottanta a Bonghwa-gun, un villaggio rurale tra le montagne della Corea del Sud, nella regione del Gyeongsang Settentrionale.
Jang-hoon Lee, al suo secondo lungometraggio dopo lo struggente melodramma Be With You (2018), recupera quella vicenda e la rende una fiaba emozionante, in grado di raccontare con leggerezza il dolore, la spinta determinata da questo, i sensi di colpa, la paura del fallimento e il raggiungimento di un sogno, che soddisfa desideri intimamente personali e allo stesso tempo utili all'intera comunità. Idealismo e pragmatismo si fondono insieme. Meritatissimo premio al Far East Film Festival di Udine del 2022 (trailer).

mercoledì 22 marzo 2023

Gli spiriti dell'isola (McDonagh 2022)

Il regista londinese Martin McDonagh, che al suo ultimo lavoro aveva incantato con Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2022), scrive e gira un altro film che merita grande attenzione, vincendo come allora il premio per la migliore sceneggiatura alla Mostra del cinema di Venezia, stavolta bissato anche ai Golden Globe, dove si è aggiudicato anche il titolo di miglior commedia e di film con il migliore attore protagonista, Colin Farrell, che ha vinto anche in laguna. Alle otto candidature dei Golden Globe, con tre premi vinti, hanno fatto seguito le nove candidature agli Oscar, dove però il film è rimasto a bocca asciutta (trailer).

sabato 4 marzo 2023

Le otto montagne (Van Groeningen e Vandermeersch 2022)

Il monte Sumeru è un'altissima montagna posta al centro del mondo, attorno al quale ci sono otto mari e otto montagne. Da questa leggenda nepalese prende il titolo il premio Strega del 2017, scritto in maniera parzialmente autobiografica da Paolo Cognetti, pubblicato da Einaudi l'anno prima e adattato per il cinema da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, ottenendo la vittoria del premio della giuria a Cannes. Storia di formazione, di un'amicizia, della vita di due bambini, due ragazzi, due uomini differenti eppure così vicini come a tutti probabilmente ci capita di essere con alcune delle persone più importanti delle nostre esistenze (trailer).

lunedì 20 febbraio 2023

Decision to leave (Park Chan-Wook 2022)

Park Chan-Wook si cimenta in un neo noir, che coniuga un poliziesco tradizionale a dinamiche psicologiche complesse, tra agenti, relazioni matrimoniali e non, morti casuali o omicidi premeditati, moventi e indizi. Un po' Hitchcock, un po' Almodovar, tra romanticismo, amore distruttivo, perversa seduzione e abissi dell'animo umano... 
A Pusan, seconda città della Corea dopo Seoul, gli agenti sparano al poligono e commentano il tasso di omicidi nei loro discorsi quotidiani, per poi essere chiamati al sopralluogo per la morte di un uomo caduto da un dirupo (trailer).