sabato 30 novembre 2013

L'arte della felicità (Rak 2013)


L'arte della felicità è un programma radiofonico che parla di filosofia, spiritualità e metempsicosi, ascoltato dal protagonista della storia, Sergio Canuto, un tassista con un passato da musicista, che guida per le strade di una Napoli sempre piovosa, quasi fosse la Los Angeles di Blade Runner.

mercoledì 27 novembre 2013

Saluto a Luigi Magni (21/3/1928 - 27/10/2013)

Il 27 ottobre 2013 è morto Gigi Magni, questo blog è nato qualche giorno dopo, ma ho pensato di dover fare un salto indietro ad un mese dalla sua scomparsa.

Il passato (Farhadi 2013)

Bel film del regista iraniano Asghar Farhadi che, dopo About Elly e Una separazione, torna con una storia ben scritta incentrata sui rapporti di coppia.
Ahmad (Ali Mosaffa) raggiunge Parigi da Teheran, invitato dalla sua ex moglie Marie Anne (Berenice Bejo) che, a quattro anni dalla fine della loro relazione, lo ospita in casa senza avvertirlo che nel frattempo ha iniziato una convivenza con un altro uomo, Samir. Come se non bastasse, Ahmad scopre di essere stato chiamato per firmare le carte del divorzio in modo da permettere a Marie Anne di sposare il nuovo compagno, da cui aspetta un bambino (trailer).

martedì 26 novembre 2013

Hunger (McQueen 2008)

Scrivo questa recensione con una dovuta premessa che mi balena in testa dai titoli di coda: dopo aver visto Hunger è davvero difficile parlare di cinema.

Siamo nel 1981, anno in cui il governo Tatcher decide di sospendere lo status di prigionieri politici per i terroristi dell'Irlanda del Nord. La storia inizia con il poliziotto Raymond Lohan che si prepara in silenzio per andare a lavoro, mentre la moglie lo guarda uscire con la morte nel cuore. Una sorta di vestizione del cavaliere, molto meno esaltante: la sequenza ha il potere di catapultare lo spettatore in una realtà disturbante, che non lo lascerà più fino alla fine del film.

giovedì 21 novembre 2013

La vita di Adele (Kechiche 2013)

Fughiamo subito ogni dubbio: il film che si è aggiudicato l'ultima Palma d'oro a Cannes è un capolavoro! Scritto meravigliosamente, recitato ancora meglio e con un soggetto che dà la netta sensazione di essere di fronte ad una pellicola che sarà considerata anche fra 50 anni caposaldo di un certo momento storico soprattutto dal punto di vista dell'accettazione sociale dei gusti sessuali (trailer).
Ispirato al romanzo a fumetti Il blu è un colore caldo di Julie Maroh, il film narra gli anni a cavallo tra l'adolescenza e la maggior età della protagonista, interpretata da una magnifica Adèle Exarchopoulos, attrice vera a soli vent'anni, che al liceo vive i suoi primi amori e che ben presto scopre di preferire le ragazze.

mercoledì 20 novembre 2013

Crimini e misfatti (Allen 1989)

Un Woody Allen d'annata, un film dalla sceneggiatura pressoché perfetta e la cui storia è incentrata sui rapporti di coppia, le famiglie, i tradimenti e perché no, il senso della vita.

Protagonisti due triangoli amorosi, marito-moglie-amante, costituiti da ebrei altoborghesi newyorchesi: Judah (Martin Landau) - Miriam (Patricia Claire Bloom) - Dolores (Angelica Huston) e Cliff (Woody Allen) - Wendy (Joanna Gleason) - Halley (Mia Farrow).

lunedì 18 novembre 2013

La vita agra (Lizzani 1964)

Tratta dal romanzo di Luciano Bianciardi del 1962, la pellicola racconta le vicende di Luciano Bianchi, interpretato da un magnifico Ugo Tognazzi, che dopo aver perso il lavoro a causa dei tagli imposti dalla finanziaria che controlla la miniera di cui è responsabile culturale, decide di andare a Milano con l'amico Libero (Giampiero Albertini), con l'obiettivo di far saltare in aria il palazzo della finanziaria.
Il film, incentrato sulla critica della situazione sociale e politica italiana del momento, ormai considerata ad un passo dalla crisi dopo l'illusione del boom economico successivo alla Seconda guerra mondiale, segue anche le vicende private di Luciano, uomo sposato e con un figlio a Guastalla, che a Milano inizia una relazione con Anna, un'impegnata giornalista romana, a cui dà il volto la brava e bellissima Giovanna Ralli. 

domenica 17 novembre 2013

Machete kills (Rodriguez 2013)

Ancora una volta, andare a vedere il film di Robert Rodriguez è come salire su un ottovolante!
Quasi due ore di divertimento puro...  Inutile soffermarsi sulla trama, naturalmente, che sa di 007 riveduto e corretto in chiave pulp-comica, ma sono la sceneggiatura e le trovate narrative a rendere tutto così piacevole!

venerdì 15 novembre 2013

Venere in pelliccia (Polanski 2013)

Entriamo in un teatro, vediamo il regista che si sta preparando ad uscire dopo le audizioni, arriva un'aspirante protagonista che lo convince  nonostante il ritardo a farle un provino e, dopo questo, il teatro si chiude.
Unità di tempo, luogo e azione garantite e, com'è evidente da questa stringata sintesi, tutta la pellicola è incentrata nella fase del provino, che peraltro si svolge sfruttando la scenografia ormai dismessa di quella che il regista ci dice essere stata un'improbabile versione musical di Ombre rosse
Secondo film consecutivo per Polanski tratto da una pièce teatrale e, a memoria di chi scrive, terzo della sua carriera.

domenica 10 novembre 2013

La prima neve (Segre 2013)

3 novembre 2013

Ma che bello questo film di Andrea Segre, intenso, lirico e dagli altissimi contenuti, capace di unire la questione dell'integrazione razziale e una storia di vite spezzate che si incontrano nell'isolatissima Val dei Mocheni in Trentino. Le vite in questione sono quella di Michele, undicenne che ha perso il padre e vive con la mamma Elisa (una bravissima Anita Caprioli) e uno splendido nonno Pietro apicolotore, e quella di Dani, fuggito dalla Libia per la guerra civile e che ha perso la moglie a causa del duro viaggio in "gommone" verso l'Italia, dove è comunque nata la loro bellissima bimba. Il film narra i percorsi psicologici e sociali di Michele e Dani, senza lasciarsi tentare dal possibile amore tra il ragazzo di colore e la giovane vedova, in una soluzione che forse avrebbe occhieggiato un po' troppo capolavori del passato come "La paura mangia l'anima" di Fassbinder e "Secondo amore" di Douglas Sirk. Eppure del regista degli splendidi melodrammi americani anni '50 ne "La prima neve" ritroviamo i colori, le foglie, alcuni paesaggi...
Un film da non perdere.

sabato 9 novembre 2013

Giovane e bella (Ozon 2013)

Non convince l'ultimo film di Ozon...
Per una storia come questa, tanto più francese, si scomoda sempre l'espressione di "educazione sentimentale", ma del capolavoro di Flaubert stavolta non c'è granché, nemmeno il sentimento, se si esclude l'innamoramento iniziale della bellissima diciassettenne Isabelle per un coetaneo, con cui consuma il suo primo e decisamente poco coinvolgente rapporto sessuale.

Cose nostre - Malavita (Besson 2013)

24 ottobre 2013


Grazie a Luc Besson, non tanto per la regia di questo film, quanto per aver riportato Bob De Niro al suo ruolo di una vita. Ormai è una maschera del "mafia movie" come poteva esserlo Totò per un certo tipo di commedia anni '50. 
Il film non è certo un capolavoro, ma i tre grandi attori principali (oltre a De Niro, Michelle Pfeiffer e Tommy Lee Jones) valgono il prezzo del biglietto.
L'idea di una famiglia mafiosa italo-americana che si deve nascondere in un programma di protezione testimoni in Normandia crea un contrasto perfetto per i toni di una commedia. Il centro del film, però, resta Bob che fa continuamente il "bravo ragazzo", e non è certo un caso che nella scena fondamentale al cineforum della cittadina francese si proietti proprio il gran film di Martin Scorsese, naturalmente produttore esecutivo di questa pellicola. Per chi deciderà di andarlo a vedere, buon divertimento...

venerdì 8 novembre 2013

Una fragile armonia (Zilberman 2012)

3 ottobre 2013


Complimenti a Yaron Zilberman e al suo gran bel film, incentrato sui rapporti tra amici, colleghi, mariti e mogli, genitori e figli, ecc.
Un gigantesco Christopher Walken fa da chioccia ad altri splendidi attori tra cui Philip Seymour Hoffman.

Naturalmente la musica è protagonista al pari degli attori e accompagna lo spettatore per tutta la durata del film.
La butto lì: Imogen Poots, la bella figlia dei personaggi interpretati da Hoffman e Gelbart, sarà la nuova Scarlett Johansson!

Via Castellana Bandiera (Dante 2013)

21 ottobre 2013

Emma Dante ha girato un buon film, un'intensa allegoria sul meridione e sulla testardaggine di una mentalità inveterata che è tale sia nel bene sia nel male. 

L'incaponirsi di due donne alla guida in una piccola via di paese (a senso unico o a doppio senso?) come simbolo di resistenza e di ribellione, e il grande trambusto che si genera attorno a questo semplice evento apparentemente quotidiano, ma che si trasforma in una vera e propria sfida all'OK Corral - con tanto di close up alla Sergio Leone sugli occhi delle protagoniste -, sula quale gli altri personaggi arrivano persino ad organizzare delle scommesse clandestine. Bravissime Elena Cotta, la stessa Emma Dante e Alba Rohrwacher.

È un film che fa pensare, soprattutto chi al sud ci è nato o chi a quelle terre deve le sue origini. Ognuno di noi ci può trovare tanto...

Le sensazioni che si possono provare sono perfettamente sintetizzate dai versi di "Constatazione" di Giorgio Caproni, inseriti a chiosa della pellicola:
"Non c'ero mai stato. M'accorgo che c'ero nato".

The Grandmaster (Kar Wai 2013)

26 settembre 2013:

Grazie Wong, hai girato l'ennesimo grande film!
Tony Leung è ormai un'icona grazie a te e poi, sarò di parte, ma l'omaggio con la fumeria d'oppio e il tema di Deborah da C'era una volta in America rendono tutto splendidamente indimenticabile...
Sarà un caso che sia The Grandmaster sia La grande bellezza che citano "il film dei film" siano candidati all'Oscar come miglior film straniero per i rispettivi paesi (Hong Kong e Italia)?

giovedì 7 novembre 2013

La grande bellezza (Sorrentino 2013)

Un veloce commento del 2 giugno 2013:

Grande Sorrentino, sempre più a buon diritto il miglior regista italiano. tecnicamente perfetto! Film FEROCE nei confronti del mondo vip, colpito in tutte le sue debolezze: le risse ai buffet, il botox, l'incapacità di maturare con l'età, e la curia invischiata con questa arida mondanità (come dimostra il cardinale interpretato da Herlitzka, più ferrato in gastronomia che in teologia!). Geniale il riferimento realissimo ai nobili decaduti 'a gettone'. È la versione aggiornata di Roma, ma è pieno di riferimenti ad altri film di Fellini. Splendido Servillo nel ruolo che fu di Mastroianni. 
Bellissima la citazione 'ribaltata' da C'era una volta in America: cos'hai fatto in tutti questi anni Gep? Sono uscito tutte le sere. 
Voto? Naturalmente 8,5

Revolutionary Road (Mendes 2008)

Scartabellando qua e là, finita l'esperienza filmscoop, eccone un'altra, datata 4 febbraio 2009, sul film di Sam Mendes con Leonardo di Caprio e Kate Winslet.
Gli anni ’50 della provincia statunitense, il sogno americano che sparisce, la perfezione delle facciate delle case, dei giardini ben curati, delle automobili sempre in ottime condizioni e alle spalle, aldilà delle pareti che si vedono dai viali alberati, un brulicare di sentimenti, di passioni, di vita vissuta.

Nói Albinói (Kari 2003)

Ho scoperto che per filmscoop ne avevo scritte varie, ricordavo solo Minority Report...
E allora eccovene un'altra del 31 gennaio 2004 (vedi).


Nói è un ragazzo islandese che vive con la nonna in una piccola casa in mezzo alla neve, in un paesino dell'isola scandinava. Il padre è un tassista con tramontate aspirazioni musicali, spesso affogate nell'alcol. Della madre non sappiamo nulla. La vita di Nói trascorre identica giorno dopo giorno, tra la scuola, il più delle volte disertata, una rituale birra, una visita dal libraio con cui gioca a mastermind, i difficili contatti col padre e la cantina di casa, suo piccolo rifugio.

Qualcosa cambia quando al negozio in cui solitamente compra la birra arriva la figlia del libraio, una bella ragazza che suscita l'interesse di Nói. I due iniziano una timida relazione, accomunati dall'evidente impossibilità di trovare la propria dimensione nel non-luogo in cui vivono. I due progettano persino una fuga insieme, ma Iris, questo il nome della ragazza, non seguirà Nói che arriverà persino ad essere arrestato dopo il furto di un'auto. Dopo l'uscita su cauzione sarà la cantina in cui il ragazzo cerca di isolarsi a rappresentare la sua salvezza.

Il film di Dakur Kari potrebbe essere semplicemente definito catartico: una pellicola dai toni semplici, netti, candidi come la neve che per tutta la durata del film domina la scena. Il cinema di Dogma, fin troppo spesso pretenzioso, almeno nel suo "capostipite" von Trier, trova in film del genere la sua migliore dimensione: un cinema già definito "minimal-esistenzialista", in una realtà in cui l'uomo è costretto a combattere con la natura per sopravvivere (Nói riscalda il terreno per scavare una buca nel cimitero del paese, dove il padre gli trova un lavoro; spalare la neve è un atto quotidiano per poter uscire di casa; persino una passeggiata con la propria ragazza è resa impossibile dal freddo).
Tutti i personaggi sono degni rappresentanti di quella che a buon diritto va considerata una poesia della solitudine. Non solo Nói, infatti, vive tale condizione a cui spesso non sembra pensare, ma anche il padre, che abita solo in un piccolissimo monolocale, frustrato per la sua vita e deluso dalla condotta scolastica del figlio; la nonna, che non sentiamo mai parlare se non quando sveglia il nipote al mattino; Iris, appena tornata dalla capitale e, a detta del padre, anch'egli solo, un po' stressata dal "grande centro"; il meccanico del paese, senza nemmeno un aiutante, e che come secondo lavoro legge il futuro nei fondi delle tazze di caffè; lo stesso vale per il preside, gli altri professori e persino gli alunni che non scambiano una parola tra di loro.
Eppure quello che sembra un soggetto quasi insostenibile per la sua crudezza risulta per lunghi tratti una commedia in cui ci si diverte davvero. La pellicola, pur se un'opera prima, con tutti i pregi e i difetti del caso, ha l'indubbio merito di avere un equilibro costituito dal sapiente accostamento di una componente comico-surreale e di un'altra catartico-drammatica, risultando un piccolo saggio di cinema semplice ed essenziale.

Complimenti al regista, un islandese appena trentenne che ha studiato cinema in Danimarca e di cui speriamo di sentir parlare ancora in futuro, che di fronte ad un soggetto difficile, e facilmente orientabile verso scontate interpretazioni moralistiche, ha saputo soffermarsi su quanto di surreale offrivano il posto dimenticato da Dio in cui la storia è ambientata e le vite di personaggi calati in questo contesto, riuscendo a suscitare nel pubblico sorrisi, riflessioni e persino, per un solo attimo, quando Nói guarda il notiziario televisivo, commozione.
Un'attenzione particolare alle esilaranti scene in cui la nonna di Nói prova dei passi di danza guardando la televisione; il libraio stronca la filosofia di Kierkegaard; il professore di francese insegna ai ragazzi l'arte di fare una buona maionese (!); Nói va a colloquio con lo psicologo chiamato dalla scuola per sincerarsi del suo stato mentale.

Le invasioni barbariche (Arcand 2002)


Ancora ai tempi di Filmscoop... recensione del 26 gennaio 2004.

Film d'assoluto valore per gli amanti del cinema "parlato" e di riflessione di matrice francese.
Denys Arcand, già regista di ottime pellicole come Il declino dell'impero americano, realizza un capolavoro del genere, un film cinico quanto serve (da sottolineare le stilettate contro gli USA, contro i sindacati, contro Berlusconi, ecc.), lontano dai benpensanti resi ubriachi dal bombardamento mediatico. Idee personali, quelle del regista, ma finalmente fuori dal coro.

Minority Report (Spielberg 2002)

E iniziamo con uno dei miei primi tentativi... una stroncatura di Minority Report scritta allora per Filmscoop, pubblicata il 9 gennaio 2004, e capace di generare diverse polemiche tra i lettori del sito, che si divisero in chi voleva il mio scalpo, chi sosteneva la libertà d'opinione e chi, tutto sommato, era d'accordo (divertente rileggere oggi le reazioni che scatenai: leggi).
Non l'ho più rivisto, chissà se oggi sarei più tenero di dieci anni fa... quanti anni sono passati!

mercoledì 6 novembre 2013

Un segno dal "film dei film"

Bè, allora è un segno!!! Alcuni di voi mi hanno segnalato che su Iris proprio stasera sta andando in onda "C'era una volta in America".
A questo punto, nella speranza di riuscire a inserire nel blog una sezione con le più belle battute tratte dai film (se qualcuno sa come si fa, me lo dica!), non posso non salutarvi con la mia preferita:

"Cos'hai fatto in tutti questi anni, Noodles?"
"Sono andato a letto presto"

Inizia l'avventura!

Eccomi qui, dopo oltre vent'anni di passione cinematografica, a decidere di raccogliere le mie idee, i miei pensieri su un blog!
Non ci avevo mai pensato, ma un consiglio arrivato al momento giusto mi ha spinto ad aprirlo, fiducioso che "Ogni inizio contiene una magia che ci aiuta a vivere" (Hermann Hesse)!
Il titolo?
È evidentemente la parafrasi del libro sul cinema che ha maggiormente cambiato il mio approccio alla visione di un film, lo splendido libro-intervista di François Truffaut "Il cinema secondo Hitchcock". Nessuna volontà di paragonarmi ai due maestri, solo tanta voglia di omaggiarli, per quello che ancora oggi ritengo il più bel film, pardon libro, sulla settima arte che abbia mai letto.

Pian piano proverò a recuperare le cose scritte in passato e aggiornerò il blog con recensioni sui film che vedrò sia al cinema sia a casa, evitando di limitarmi alle nuove uscite e puntando a mettere nero su bianco ogni volta che lo schermo me lo imporrà!

Sperando di non annoiarvi

Begood GP