lunedì 28 marzo 2016

Land of mine - sotto la sabbia (Zandvliet 2015)

Un film dal profondo taglio psicologico, incentrato sull'orrore che la guerra lascia dopo la sua fine e fondato su un'inversione di prospettiva, di certo l'idea più innovativa della storia.
Dei giovanissimi soldati tedeschi, infatti, arruolati come nazisti poco prima della vittoria degli alleati, sono prigionieri dell'esercito danese, che li destina a "ripulire" le coste che i loro predecessori hanno disseminato di mine nella convinzione che i nemici sarebbero sbarcati lì invece che in Normandia.
Raramente (mai?) nella storia del cinema degli ultimi 70 anni lo spettatore si è ritrovato in sala e ha provato simpatia per soldati tedeschi che improvvisamente sono vittime e non carnefici come in questo in caso.

venerdì 25 marzo 2016

Room (Abrahamson 2015)

La pellicola di Lenny Abrahamson è l'adattamento del romanzo Stanza, letto, armadio, specchio di Emma Donoghue (2010), a cui è stata affidata anche la sceneggiatura, a sua volta ispirato ad un assurdo fatto di cronaca nera, avvenuto nella cittadina austriaca di Amstetten e noto come il Caso Fritzl.
La vicenda dell'ingegnere Joseph Fritzl, che ha tenuto chiusa la figlia Elisabeth per 24 anni nella cantina di casa, abusando di lei e facendole partorire ben sette figli, fino al 2008, è stata semplificata notevolmente nel libro e di conseguenza nel film, ponendo l'accento sul rapporto madre-figlio piuttosto che sul rapimento e sulle violenze subite dalla donna, che invece avrebbero dirottato la pellicola sul genere horror.

martedì 22 marzo 2016

Ave Cesare (Coen 2016)

L’ultimo film di Joel e Ethan Coen è un piccolo gioiello per cinefili! Overcasting e ritmo elevato, per una commedia ambientata nel 1951 che attraversa la Hollywood classica dall’interno di una major, la Capitol Pictures, lo stesso nome che aveva nel bellissimo Barton Fink (1991), ambientato nel 1941 e non a caso precedente sortita metacinematografica dei due cineasti. La casa di produzione è diretta da Eddie Mannix (Josh Brolin), che deve barcamenarsi tra diversi generi: dal peplum storico-religioso al western, dal musical alla commedia sofisticata, tutti fotografati perfettamente in stile grazie al filologico lavoro di Roger Deakins.

sabato 19 marzo 2016

Sbagliate (Pandimiglio - Menozzi 2015)

Sembra strano da credere ma ancora oggi, nella nostra società,  parlare della scelta di non avere un figlio, soprattutto se a farlo è una donna, è una cosa molto difficile.
Elisabetta Pandimiglio e Daria Menozzi hanno provato ad affrontare l'argomento, intervistando alcune donne a Roma e a Modena o, più semplicemente, riunendole a parlare della loro scelta davanti ad una telecamera, e l'esperimento è più che riuscito (trailer).

mercoledì 16 marzo 2016

Anomalisa (Kaufman - Johnson 2015)

Una storia di depressione di un affermato uomo inglese di mezza età, che va a Cincinnati per tenere una conferenza e del quale seguiamo la vita per un giorno intero. Unità di tempo e di luogo per una pellicola drammatica realizzata attraverso la stop motion, ma che lungo il suo svolgersi fa dimenticare spesso allo spettatore di essere di fronte ad un film d'animazione. 
Questo è l'indubbio merito di Charlie Kaufman e Duke Johnson, ma sono diversi gli elementi che non convincono a pieno, lasciando lo spettatore interdetto: esercizio di stile e celebrazione di un insignificante senso della vita sembrano essere le caratteristiche principali del film.

sabato 12 marzo 2016

Il caso Spotlight (McCarthy 2015)

Il film dell'anno, almeno per l'Academy Awards, Oscar alla migliore pellicola... ma una volta usciti dalla sala ci si chiede perché, quale possa essere il motivo, cosa abbia di così speciale l'opera diretta da Tom McCarthy, scritta in collaborazione con Josh Singer.
La netta sensazione, come è stato scritto (leggi Anna Maria Pasetti su Il Fatto Quotidiano), è che più del solito quest'anno il riconoscimento sia stato più politico che cinematografico: Hollywood si è schierata palesemente a favore di un giornalismo che faccia davvero informazione e ha condannato la pedofilia senza appello. Resta, però, un grosso punto interrogativo su quest'ultima istanza: com'è stato possibile non inserire nemmeno tra i candidati al miglior film straniero lo straordinario Il club (Larraín 2015), che sul tema della corruzione di alcuni membri della Chiesa e sulla pedofilia è andato ben oltre e lo ha fatto usando magnificamente il linguaggio cinematografico?

mercoledì 9 marzo 2016

Lo chiamavano Jeeg Robot (Mainetti 2015)

Non c'è che dire, Gabriele Mainetti ha avuto una bellissima idea, fondere in un unico soggetto una storia di malavita romana alla Romanzo criminale ma contemporaneo, con coinvolgimenti di quella napoletana alla Gomorra, due delle migliori e più seguite serie italiane degli ultimi anni, desunte da film e da romanzi di successo, e a questo aggiungere una storia d'amore, non banale peraltro, e soprattutto un lato sovrannaturale, alla Marvel, ma legato ai ricordi d'infanzia di una larga fetta di pubblico con il nome del mitico robot inventato da Gō Nagai nel 1975.
E il gioco, per quanto furbo, è decisamente riuscito e, unito ad una buona sceneggiatura e ad una trama che pur rischiando di cadere in alcuni cliché riesce ad evitarli, ne risulta un film davvero piacevole e divertente.

sabato 5 marzo 2016

Il club (Larraín 2015)

"Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre".
Con questo brano della Genesi (1, 4), così manicheo, si apre il bellissimo e durissimo film di Pablo Larraín, che colpisce sì la pedofilia all'interno del mondo della Chiesa, ma non si limita a questo e affronta anche le più comuni pulsioni sessuali dei religiosi e le altre possibili tentazioni; l'idea di penitenza per coloro che hanno commesso gravi peccati; ma soprattutto la lotta di classe all'interno di una realtà che non può essere la medesima quando opera in contesti sociali profondamente differenti...

martedì 1 marzo 2016

Notte degli Oscar 2016

L'88° cerimonia autocelebrativa di Hollywood è stata la notte di due grandi "finalmente": per Ennio Morricone, che ce l'ha fatta alla sesta nomination e quasi dieci anni dopo aver ricevuto l'Oscar alla carriera (2007), e per Leonardo DiCaprio, che vince per la migliore interpretazione grazie al film di Iñárritu, ma che l'avrebbe meritata ancora di più in passato, e si pensi solo alla splendida prova per il poco considerato The Wolf of Wall Street.