sabato 28 ottobre 2017

120 battiti al minuto (Campillo 2017)

Il film di Robin Campillo, vincitore del Gran premio della giuria al Festival di Cannes, riesce a scuotere profondamente chi lo guarda e i silenziosi titoli di coda scorrono bianchi su fondo nero come un necrologio davanti agli spettatori che restano impietriti o si asciugano le lacrime in sala.
120 battiti al minuto (trailer) è un pugno nello stomaco, poetico e pienamente politico, dall'inizio alla fine. La storia è quella che ad inizio anni '90 vede protagonista Act Up Paris, l'associazione contro l'AIDS sorta nel 1989 nella capitale francese sul modello di quella statunitense (1987), e racconta le vicende di un gruppo di attivisti che la compongono, tra cui si distinguono Thibault (Antoine Reinartz), Sophie (Adèle Haenel), Max (Félix Maritaud), Nathan (Arnaud Valois) e, soprattutto, Sean (Nahuel Pérez Biscayart), uno tra i più combattivi e coraggiosi, ma anche colui che vivrà sulla propria pelle l'evoluzione del virus...

domenica 22 ottobre 2017

Il sapore del riso al tè verde (Ozu 1952)

Guardare il Giappone attraverso la mdp di Yasujiro Ozu è sempre un'esperienza indimenticabile: le inquadrature fisse, il punto di vista ribassato, i campi vuoti (gli unici durante i quali la cinepresa si lascia andare a movimenti in avanti o indietro), la narrazione delle semplici relazioni umane colte nella loro quotidianità e con toni soffusi, permettono di riconoscere un suo film in pochi secondi.
Il sapore del riso al tè verde è, come sempre in Ozu, una storia fondata sui contrasti generazionali. La sceneggiatura, scritta nel 1939 dal regista e dal suo collaboratore storico, Noda Kogo, viene ripresa dopo la guerra e adattata alla realtà degli anni cinquanta. La vicenda, però, rimane molto vicina a quegli anni e a La ragazza che cosa ha dimenticato? (1937), dove la crisi di una coppia era acuita dagli atteggiamenti moderni di una nipote.

giovedì 12 ottobre 2017

Madre! (Aronofsky 2017)

Darren Aronosky ha creato un horror il cui aspetto allucinatorio più che essere funzionale alla narrazione appare fine a se stesso... e il pubblico, dopo la netta spaccatura della critica al festival del cinema di Venezia, lo sta trattando con una freddezza inequivocabile. Dopo il terribile Noah (2014), siamo di fronte ad un altro prodotto lontano dall'essere considerabile sufficiente (trailer).
Un film con rimandi cinematografici e biblici che farebbero ben sperare, ma che invece risultano inutili e sommersi da un nonsense che prevale sistematicamente e rende tutto davvero complicato da digerire. Un cast d'altissimo livello e che infatti non sfigura, Jennifer Lawrence, Javier Bardem, Richard Harris e Michelle Pfeiffer sono bravissimi, ma il loro agitarsi e recitare sempre sopra le righe non migliora le cose. I primi due interpretano la coppia protagonista, costituita da uno scrittore in crisi d'ispirazione e da una moglie molto più giovane di lui che si sta dedicando da tempo a sistemare la splendida casa di campagna in cui vivono, già devastata da un incendio.