lunedì 29 luglio 2019

Nel nome di Antea (Martella 2018)

Il film-documentario di Massimo Martella andrebbe sistematicamente inserito nei programmi scolastici... e se da quelli si cancella persino la storia dell'arte tra le materie da insegnare ai ragazzi?
Mi rendo conto che si tratta di pura utopia, ma tutti dovrebbero vederlo per capire qualcosa in più sul rapporto tra il nostro paese e il patrimonio; cosa è stato fatto per salvarlo, quante persone si sono impegnate per senso dello Stato, per passione, per amore di tutto questo, senza un tornaconto economico o personale (trailer).
Martella incornicia le vicende delle opere d'arte italiane durante la Seconda guerra mondiale in una narrazione fatta in prima persona da alcuni dipinti, che si esprimono come esseri umanizzati e senzienti, un espediente retorico e favolistico, che contrasta con il dramma vissuto in quegli anni, ma che proprio dal punto di vista didattico funziona.

venerdì 26 luglio 2019

Saluto a Rutger Hauer (23/1/1944 - 19/7/2019)

Ironia della sorte morte. Rutger Hauer si è spento entrando, se possibile, ancora più in simbiosi col suo personaggio più famoso. Come Roy Batty in Blade Runner (1982), infatti, è scomparso nel 2019, anno in cui Philip Dick aveva ambientato il suo romanzo quattordici anni prima che Ridley Scott lo adattasse per il suo film. 
Dal momento in cui è giunta la notizia, tutti gli appassionati stanno ripassando lo splendido monologo che Roy pronunciava davanti al cacciatore di replicanti Rick Deckard-Harrison Ford, e che, negli anni in cui il film è stato un cult assoluto, era ovunque, citato continuamente e persino stampato sulle magliette. Oggi, purtroppo, suona da perfetto e reale epitaffio:

mercoledì 24 luglio 2019

La famiglia (Scola 1987)

Ettore Scola racconta il suo Novecento in maniera intima, chiuso nello spazio teatrale di un appartamento romano del nuovo quartiere di Prati, simbolo di una città che improvvisamente iniziava ad ampliarsi e, appunto, al posto dei larghi spazi di verde, conosceva una lottizzazione che non si sarebbe più arrestata fino ad oggi.
All'opposto del capolavoro di Bertolucci (1976), che utilizzava una storia particolare per narrare quella nazionale, però, il film di Scola sceglie la via minimalista, sfiorando solo tangenzialmente quello che accade fuori dalla vita personale dei protagonisti, appartenenti ad una famiglia alto borghese, che fatalmente deve fare i conti con le guerre, il fascismo, la ripresa economica, di cui si ode un'eco lontana.
Presentato a Cannes, dove fu nominato per la palma d'oro, e poi rappresentante per l'Italia agli Oscar del 1988 come miglior film straniero, fece incetta di David e Nastri d'argento.

sabato 20 luglio 2019

L'ultima ora (Marnier 2018)

Sébastian Marnier, dopo l'Irréprochable (2016), suo primo lungometraggio, ripete l'esperienza con questo L'heure de la sortie, altra pellicola disturbante, sorta di thriller piscologico che investe l'età giovanile, la scuola, la cupio dissolvi di una generazione disillusa, che non crede nel futuro e che quotidianamente sottolinea le storture di una società di cui non ha alcuna intenzione di far parte.
Per questo la sceneggiatura, scritta dallo stesso regista adattando l'omonimo romanzo del 2002 di Christophe Dufossè, sceglie una classe particolare, costituita da un gruppo di una dozzina di R.I.P., sigla che risulta più macabra in italiano che in originale, qui però a significare Ragazzi Intellettualmente Precoci, in francese E.I.P., élèves intellectuellement précoces (trailer).

domenica 7 luglio 2019

Saluto a Ugo Gregoretti (28/9/1930-5/7/2019)

A 88 anni è morto Ugo Gregoretti, regista che dagli anni '50 ai '70 ha saputo leggere l'Italia nei suoi stravolgimenti sociali ed economici, soprattutto grazie a gioielli di dimensioni ridotte: fu in qualche modo il cineasta del film a episodi, partecipando a numerosi progetti che sfruttavano un genere in voga in quegli anni.

lunedì 1 luglio 2019

Ladro lui, ladra lei (Zampa 1958)

Un piccolo film tagliato su misura per Alberto Sordi, che sfrutta il suo talento istrionico per interpretare il ladro protagonista, Cencio, il quale, per mettere in atto le sue truffe, veste i panni di avvocato, di impiegato della tributaria, di carabiniere e di prelato. La metafora si fa reale, poiché sua madre, Pompea (Anita Durante), è sarta e lo aiuta, ineffabilmente rassegnata a vivere con un figlio che entra e esce di galera, così come aveva fatto suo marito, il padre di Cencio, di cui è da tempo rimasta vedova. La pellicola di Luigi Zampa, pur nella sua semplicità, è diventata un cult per le tante gag di Sordi, per le battute rivolte alla bella Cesira (Sylva Coscina), e perché racconta la Roma ormai lontana delle borgate.