lunedì 27 agosto 2018

Lincoln (Spielberg 2012)

Chi avrebbe potuto dirigere un film sugli ultimi mesi di vita di Lincoln, incentrato sulla storica abolizione della schiavitù negli Stati Uniti, se non Steven Spielberg? Sono le sue corde, magniloquenza, epica, battute aforistiche, inquadrature celebrative; ma se altre volte tutto questo può essere risultato stucchevole, in Lincoln, per l'importanza del personaggio e della materia scelta, il tono retorico è quantomai appropriato (trailer).

martedì 21 agosto 2018

Il ritratto di Jennie (Dieterle 1948)

"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma"... quella che Lavoisier stabilì per la fisica, guarda caso rifacendosi al "nulla viene dal nulla" del filosofo greco Empedocle, è un postulato che vale anche in arte. Ed è così che persino un capolavoro assoluto della storia del cinema come Vertigo (La donna che visse due volte, Hitchcock 1958) trova in un film come Il ritratto di Jennie un modello fondamentale.
La pellicola, girata dal tedesco William Dieterle, formatosi in patria negli anni dell'espressionismo tedesco (e si vede) prima di raggiungere gli Stati Uniti, è un adattamento dell'omonimo romanzo di Robert Nathan (Portrait of Jennie, 1940), che piacque molto a David O'Selznick, il quale, come per tutti i suoi film, fu ben più di un semplice produttore (si pensi ad esempio al più famoso di tutti, Via col vento, Fleming 1939).

lunedì 13 agosto 2018

A beautiful day (Ramsay 2017)

Lynne Ramsay sceglie Joaquin Phoenix per un personaggio perfetto per lui, tagliato su misura, un misto tra il Norman Bates di Psycho (Hitchcock 1960), e soprattutto il Travis di Taxi Driver (Scorsese 1976): l'attore vince il premio per la migliore interpretazione maschile a Cannes e la regista, al suo quarto lungometraggio, realizza il suo miglior film (trailer).
Joe vive a New York, come il personaggio di De Niro nella pellicola di Scorsese, e come lui è un isolato, privo di rapporti sociali con i suoi concittadini, che perlopiù ignora quando non arriva a disprezzarli; spesso i suoi notturni spostamenti in auto vengono ripresi dalla regista richiamando evidentemente le inquadrature scorsesiane con Travis al volante, mentre attraversa una città anonima che scorre dietro di lui nel lunotto posteriore, fatta di luci sfocate e indistinguibili.

domenica 5 agosto 2018

Lazzaro Felice (Rohrwacher 2018)

Il film di Alice Rohrwacher, oltre a essere bello e riuscito, regala la piacevole sensazione di un cuscino in cui affondare comodamente la testa, godendosi un'antologia del migliore cinema italiano, rilavorato, reinterpretato, aggiornato, ma ben saldo nell'immaginario della regista fiesolana (trailer).
Lazzaro felice è una fiaba neorealistica ambientata tra l'hinterland e la periferia milanese, e già solo questo lo pone in maniera inequivocabile sulla scia del magnifico Miracolo a Milano (De Sica 1951), ma i suoi personaggi e le sue scene fanno spesso pensare a Pasolini, a Rossellini, a Olmi e ovviamente a Fellini.