venerdì 25 gennaio 2019

Gli uccelli (Hitchcock 1963)

Un thriller che sconfina nell'horror, partendo da una commedia rosa, uno strano mix di partenza per uno dei capolavori assoluti della storia del cinema.
Come in Psycho (1960), di soli tre anni prima, la protagonista de Gli uccelli è una bella ragazza che si allontana dalla città per raggiungere un luogo isolato: stavolta a spingerla non è la fuga con un bottino, ma la voglia di conoscere, flirtare con un avvocato molto sicuro di sé che l'ha irrisa in un negozio di animali; il finale più aperto della filmografia hitchcockiana, infine, privo persino della scritta The End, vede un'automobile sparire all'orizzonte su una strada costiera, così come in Psycho un'automobile riemergeva dall'acqua, e chissà che anche questa volta l'auto non finisca in mare...

lunedì 14 gennaio 2019

Suspiria (Guadagnino 2018)

Ovvero come rendere lambiccato un capolavoro horror degli anni Settanta.
Guadagnino procede per "via di porre" all'infinito e, pur partendo da buone premesse, va alla deriva insieme al suo film che, nell'ultima mezz'ora e forse anche oltre, invece di tenere lo spettatore incollato alla poltrona lo induce a prendere più volte la via dell'uscita...
Il regista palermitano riprende il soggetto del Suspiria che Dario Argento aveva scritto con la moglie Daria Nicolodi, lo articola in sei atti più un epilogo, e ambienta la sua storia nel 1977, l'anno di uscita dell'originale (trailer).

martedì 8 gennaio 2019

Suspiria (Argento 1977)

In attesa di recensire il nuovo Suspiria di Luca Guadagnino, è il momento di ridare un'occhiata all'originale, sesto lungometraggio della carriera di Dario Argento, ormai risalente a oltre quaranta anni fa, cult del cinema horror in Italia, ma forse ancora di più negli Stati Uniti (trailer; film).
Il film, scritto dal regista romano insieme alla moglie, Daria Nicolodi, è liberamente ispirato al romanzo di Thomas de Quincey Suspiria de profundis (1845), parte di una trilogia iniziata con Le confessioni di un mangiatore d'oppio (1821-22) e seguita The English Mail-Coach (1849), che raccontava gli incubi dell'autore dopo aver soggiornato per un periodo a Milano, presso Casa Imbonati, nota come casa stregata infestata da presenze oscure. A partire dalla stessa serie di volumi, dal 2017, Argento sta lavorando ad una futura serie tv...

mercoledì 2 gennaio 2019

Bohemian Rhapsody (Singer 2018)

Vale la pena guardare un film come questo? Può la passione per un gruppo musicale far perdere la capacità di giudizio? La pellicola celebra adeguatamente i Queen? Perché Brian May, Roger Taylor e Jim Beach, che quegli anni li hanno vissuti, pur essendo tra i produttori, hanno avallato così tante stramberie nella sceneggiatura? 
Sono solo alcune delle domande che alla fine della proiezione di Bohemian Rhapsody, di fatto soprattutto un biopic su Freddie Mercury che sulla band, si affastellano nella mente. 
Bryan Singer, licenziato sul finire delle riprese e sostituito da Dexter Fletcher (non accreditato; leggi), prova a farci ripassare la storia dei quattro membri dei Queen, e questo è indubbiamente il pregio della pellicola, ma pur volendo ignorare le tante imprecisioni cronologiche, c'è tanto altro che non convince (trailer).