martedì 26 ottobre 2021

Drive my car (Hamaguchi 2021)

Dopo il bellissimo Il gioco del destino e della fantasia (2021), Ryusuke Hamaguchi continua la sua analisi dei rapporti di coppia adattando, stavolta, l'omonimo racconto di Haruki Murakami - omaggio alla Drive my car dei Beatles - inserito nella raccolta Uomini senza donne (2014). E in effetti la lunga premessa - i titoli di testa compaiono dopo 45 minuti di pellicola - rende l'attore e regista Yusuke Kafuku (Hidetoshi Nishijima, nel 2002 protagonista dell'indimenticabile Dolls di Takeshi Kitano) un uomo senza moglie. Il protagonista prima trova la donna che ha sposato, la sceneggiatrice Oto (Reika Kirishima), a letto con un altro, e poi è costretto a separarsene per sempre a causa della sua improvvisa morte per emorragia cerebrale (trailer).

lunedì 18 ottobre 2021

L'uomo che vendette la sua pelle (Ben Hania 2020)

Tra 2006 e 2008 l'artista belga Wim Delvoye realizzò Tim, opera d'arte controversa consistente in un grande tatuaggio sulla schiena dello svizzero Tim Steiner, il cui corpo divenne di fatto il supporto, la tela del dipinto. L'"opera" è stata poi venduta per 150.000 euro al collezionista tedesco Rik Reinking e, quando Steiner morirà, la sua pelle verrà prelevata dalla sua schiena e incorniciata. 
La regista tunisina Kaouther Ben Hania, che vide l'opera in mostra al Louvre nel 2012, trae ispirazione da tutto questo e gira un ottimo film, alternando prospettive centrali, inquadrature fuori fuoco da cui emergono le figure, surcadrage continui che incorniciano i personaggi e aggiungendo alla storia una valenza politica e una tematica amorosa assenti nella vicenda originale (trailer).

lunedì 4 ottobre 2021

Tre piani (Moretti 2021)

Michele Apicella è diventato anziano, ora è un giudice, poco conta che si chiami Vittorio, è sempre lui e non fa concessioni a nessuno, tantomeno a suo figlio: le inquietudini di un tempo si sono trasformate in dramma.
Tre piani, tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo (2015) e preannunciato da un teaser musicale interpretato dalle attrici e dal regista che ha divertito molto (vedi), è un film rigorosamente morettiano e chi ama il regista romano non può non riconoscere che bastano poche inquadrature per comprenderne l'autore. Gli undici minuti di applausi al festival di Cannes lo dimostrano (trailer). Non solo, infatti, rivediamo la rigidità di Apicella, anche se declinata sui toni della tragedia e non della commedia (due facce della stessa medaglia), ma stavolta per molti versi siamo dalla parte opposta de La stanza del figlio (2001): allora la perdita di un figlio in un incidente, mentre, in una delle tre storie raccontate ora, la morte di una persona causata da un figlio irresponsabile