lunedì 29 novembre 2021

È stata la mano di Dio (Sorrentino 2021)

È un Paolo Sorrentino differente quello di È stata la mano di Dio, e non potrebbe essere altrimenti. 
Il regista, per sua stessa ammissione, lascia gli "orpelli", rinuncia a gran parte del suo cinema raffinato ed estetizzante, e, complice la materia trattata, affida tutto al racconto, alla sceneggiatura, alla recitazione: la mdp fa un passo indietro e la si nota raramente. In tal senso, È stata la mano di Dio è, a vent'anni di distanza, la pellicola più vicina a L'uomo in più (2001), esordio folgorante del suo regista (trailer).

venerdì 19 novembre 2021

The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun (Anderson 2021)

Il nuovo film di Wes Anderson è un luna park visivo! Entrare in sala stavolta è ancor più sorprendente del solito e The French Dispatch splende come una summa delle pellicole precedenti del regista texano. Ogni inquadratura è un mondo in cui perdersi: si è costretti a scegliere cosa guardare con la consapevolezza che non sarà possibile vedere tutti i dettagli, se non presupponendo molte altre visioni (trailer).
Si parte da un topos dell'iconografia filmica, le rotative in movimento, solitamente protagoniste di montaggi che sintetizzano il tempo che passa con il susseguirsi di importanti notizie, che invece Anderson mostra in una delle sue proverbiali inquadrature a prospettiva centrale, per introdurre la cornice della storia. Nella sede del French Dispatch, inserto poco letto del Liberty, Kansas Evening Sun, il suo fondatore e direttore, Arthur Howitzer Jr. (Bill Murray), è appena morto e quello che va in stampa sarà l'ultimo numero.

venerdì 12 novembre 2021

Madres Paralelas (Almodovar 2021)

Un Pedro Almodovar sorprendentemente politico, questa l'indubbia novità di Madres Paralelas, in cui il maestro spagnolo affronta l'ennesima vicenda di un nucleo familiare non tradizionale - e per questo sempre molto affascinante - al quale, inoltre, unisce una componente storico-politica che la dice lunga sulla situazione attuale in Spagna e sull'avvertita esigenza di essere così esplicito.
Sia chiaro, non che Almodovar abbia mai nascosto le sue propensioni politiche, ovviamente, tanto più che la sua carriera iniziò con il cortometraggio Film político (1974), ma che appaiano in maniera così evidente in una sua pellicola, si tratta di una rarità (trailer).

lunedì 8 novembre 2021

A White White Day - Segreti nella nebbia (Pálmason 2019)

“Quando tutto è bianco e non puoi più vedere la differenza tra la terra e il cielo, i morti possono parlare con noi che siamo ancora vivi”.
Con questa frase di autore anonimo ad esergo inizia la bella pellicola del cineasta islandese Hlynur Pálmason, uscita in Italia con due anni di ritardo e che, nel 2019, aveva trionfato come miglior film al Torino Film Festival, mentre a Cannes il suo protagonista, Ingvar Eggert Sigurðsson, aveva vinto il Rising Star Award de La Semaine de la Critique come miglior attore.
A white white day, a cui l'edizione italiana ha aggiunto un superfluo sottotitolo didascalico (Segreti nella nebbia), racconta una storia di perdita, di sofferenza, di elaborazione del lutto, di silenzi e di una vasta gamma di sentimenti, con la sobrietà e l'essenzialità dell'estetica nordeuropea, priva di fronzoli e anche per questo capace di colpire dritta allo stomaco (trailer).

giovedì 4 novembre 2021

Titane (Ducournau 2021)

Difficile iniziare l'analisi di questo film senza considerare che quest'anno ha vinto la Palma d'oro al festival di Cannes, e che in lizza, ad esempio, c'era un film come Drive my car di Hamaguchi, anch'esso in qualche modo legato al feticismo per la macchina, ma in maniera diametralmente opposta.
Titane è il secondo lungometraggio della regista francese Julia Ducournau, dopo l'horror Raw - Una cruda verità (2016), che vinse il FIPRESCI a Cannes cinque anni fa. Questa volta al genere, che rimane nel medesimo ambito del body horror, si aggiunge una componente fantasy-meccanica che rimanda immediatamente a film del passato come Christine - La macchina infernale (Carpenter 1983), Tetsuo (Tsukamoto 1989) e Crash (Cronenberg 1996), e la novità è solo la declinazione di questi elementi in accezione gender, indubbiamente un tema importante, necessario, ma che non rende automaticamente la pellicola un capolavoro (trailer).