mercoledì 23 settembre 2020

The Book of Vision (Hintermann 2020)

Dopo The Dark side of the sun (2011), che ci aveva strabiliato e commosso, Carlo Hintermann torna ad incantarci con un racconto che fonde storia, scienza, medicina, metempsicosi, spiritualità e fantasia, ancora una volta con il prezioso contributo di Lorenzo Ceccotti, che cura gli effetti speciali, e alle spalle, come produttore esecutivo, Terrence Malick (trailer).
Difficile analizzare la pellicola senza considerare la forte influenza del regista di Badlands (La rabbia giovane, 1973) - di cui vediamo il poster appeso in casa di uno dei personaggi - sul regista romano, che su di lui ha girato, insieme a Luciano Barcaroli, Gerardo Panichi e Daniele Villa, il bellissimo documentario Rosy-Fingered Dawn (2002), oltre a dirigere l'unità italiana per le riprese di The Tree of Life (2011), a Bomarzo e a Villa Lante. 

lunedì 21 settembre 2020

Sto pensando di finirla qui (Kaufman 2020)

Un bell'inizio con i titoli di testa che scorrono su una carta da parati a motivi floreali sembrerebbe dare allo spettatore un tocco di serenità... ma è praticamente l'ultimo che regala Sto pensando di finirla qui, ultima fatica di Charlie Kaufman, indimenticato sceneggiatore di Essere John Malkovich (Jonze 1999), che sconvolse il cinema alla fine degli anni novanta.
Da allora il regista newyorchese ha girato due pellicole, entrambe perturbanti: Synecdoche - New York (2008) e il film d'animazione Anomalisa (2015).
Molte le caratteristiche comuni a quella che possiamo definire una poetica kaufmaniana: realtà confusa, depressione di fondo dei personaggi, grandissimo ruolo della sceneggiatura, in questo caso acuito dal fatto che il film è un adattamento dell'omonimo romanzo dello scrittore canadese Iain Reid.

martedì 15 settembre 2020

Ema (Larraín 2019)

Dopo la sortita hollywoodiana con Jackie (2016), Pablo Larraín torna al suo Cile e alle tematiche sociali, ma nonostante gli indubbi pregi, Ema non risulta all'altezza dei suoi film migliori.
L'idea del fuoco che, fuor di metafora, è un dolore che brucia dentro, però, è una splendida allegoria che ci accompagna per tutta la pellicola, comunque ben girata da Larraín e ben scritta da Guillermo Calderón e Alejandro Moreno (trailer)Il regista de Il club, ancora una volta senza il suo attore feticcio, Alfredo Castro, recupera Gael García Bernal, che aveva già lavorato con lui in No - I giorni dell'arcobaleno (2012) e Neruda (2016), e gli affianca l'attrice televisiva Mariana Di Girolamo, qui all'esordio sul grande schermo, che non sfigura affatto al fianco del collega ben più esperto, in un ruolo difficile, intimista, riflessivo, ma anche fatto di esplosioni corporee in scene di sesso e, soprattutto, di danza.

venerdì 11 settembre 2020

Dogtooth (Lanthimos 2009)

"Il 'mare' è una poltrona di pelle.
Esempio: - Siediti sul mare e chiacchiera un po' con me.
'Autostrada' è un vento molto forte.
'Carabina': una carabina è un bellissimo uccello bianco."

Inizia così il secondo lungometraggio del talentuoso regista greco Yorgos Lanthimos che, prima del grande successo arrivato con The Lobster (2015), Il sacrificio del cervo sacro (2017) e, quindi, La favorita (2018), aveva realizzato altri tre film, Kinetta (2005), mai distribuito in Italia, Dogtooth appunto, e Alps (2011).

sabato 5 settembre 2020

La vita nascosta - Hidden Life (Malick 2019)

Terrence Malick torna, dopo anni, a mettere in scena una storia propriamente detta, per quanto, il suo stile rarefatto e riflessivo caratterizzi anche questa pellicola tratta da una vicenda vera, quella del contadino austriaco, obiettore di coscienza durante la Seconda guerra mondiale, Franz Jägerstätter (trailer).
Il titolo, invece, allude ad una frase inserita alla fine del film, tratta dal romanzo Middlemarch di George Eliot (1871): «Il bene crescente del mondo è parzialmente dipendente da atti ignorati dalla storia; e se le cose non vanno così male per te e per me come avrebbe potuto essere, si deve in parte al numero di persone che vissero fedelmente una vita nascosta, e riposano in tombe dimenticate».

martedì 1 settembre 2020

Tenet (Nolan 2020)

Christopher Nolan è ormai vittima del suo personaggio.
Il suo cinema spettacolare e algidamente lambiccato ha forse raggiunto il culmine (o almeno lo speriamo). 
Tenet è un improbabile spymovie tra 007 e Ritorno al futuro, un lunghissimo ginepraio (2h30') fondato su una sola e ossessiva idea di salti temporali, giustificati da una rapida spiegazione iniziale di una scienziata (Clémence Poésy), che racconta allo spaesato protagonista (John David Washington) la scoperta dell'inversione dell'entropia degli oggetti (sic). Tale trovata permette al regista, sceneggiatore e produttore della pellicola di inserire nel soggetto intrighi internazionali, con rischi di III guerra mondiale e fine del mondo, tematiche che coinvolgono la CIA e nostalgie da Guerra Fredda, ma soprattutto di montare sequenze "al contrario", che sono la vera e unica cifra stilistica del film.