domenica 27 dicembre 2020

Mank (Fincher 2020)

Quale cinefilo non ha mai sognato di passeggiare per Xanadu, oltre quel cartello "No trespassing" che domina lo schermo in Quarto Potere o di tirare fuori dalle casse tutti gli oggetti che arredavano il maniero per ricollocarli al loro posto nella magnifica sequenza finale che conduce fino alla slitta "Rosebud"?
David Fincher lo ha reso possibile con il suo Mank, in cui racconta la gestazione di uno dei più grandi capolavori di sempre dal punto di vista dello sceneggiatore di origini ebraico-polacche Herman J. Mankiewicz, interpretato da un gigantesco Gary Oldman (trailer).

sabato 19 dicembre 2020

Time (Ki-duk 2006)

Immagini di chirurgia plastica in atto fanno da silenziosa introduzione al film di Kim ki-duk, che pone i ritocchi estetici al centro di una intrigante e complessa trama che li vede protagonisti al pari della gelosia e dell'insicurezza nelle relazioni.
Due centri scenici dominano la pellicola: un piccolo bistrot e il parco delle sculture di Baemigumi dell'artista coreano Lee Ilh-ho (2002), sull'isola di Mo, a quaranta chilometri da Seul, facilmente raggiungibile con dei brevi viaggi in traghetto. Praticamente tutto ciò che viene narrato nel film accade in questi due luoghi (trailer).

domenica 13 dicembre 2020

Saluto a Kim Ki-duk (20/12/1960 - 11/12/2020)

Avrebbe compiuto sessant'anni tra pochi giorni... un anno odioso e sempre più insopportabile si porta via anche Kim Ki-duk, il regista sudcoreano che tante volte ci aveva strabiliato con la sua poesia, raccontandoci l'amore come non lo avevamo mai immaginato, stroncato da complicazioni dovute al Covid mentre era a Riga, in Lettonia, dove si trovava per acquistare una casa e per lavorare al suo prossimo film: Rain, Snow, Cloud and Fog.
Era nato nel 1960 in Corea del Sud, a Bonghwa, e a soli sette anni era emigrato con i propri genitori in difficoltà economiche.

martedì 8 dicembre 2020

Brazil (Gilliam 1985)

Onirico come tutte le pellicole di Terry Gilliam, Brazil deve tanto a Kafka, a Orwell, a Fellini, a Kubrick e, ovviamente, ai Monty Python. E, infatti, uno dei titoli che il regista aveva pensato per il film era proprio 1984 1/2, con cui aveva l'intenzione di omaggiare il romanzo distopico per eccellenza di George Orwell, nonché 8 1/2 di Federico Fellini.
Alla fine, però, ha prevalso quello che si deve ad Aquarela do Brasil di Ary Barroso (1939), brano che fa spesso capolino all'interno della storia, diegeticamente diffuso dalle radio o fischiettato dai personaggi, riarrangiato da Michael Kamen e Kate Bush, autori della colonna sonora (trailer).