giovedì 28 gennaio 2021

Manifesto (Rosefeldt 2015)

Installazione o film? Il lavoro dell'artista australiano-tedesco Julian Rosefeldt è un'opera da museo d'arte moderna e contemporanea, multischermo, e così è stata ideata, per poi essere trasposta, con le dovute modifiche e i dovuti raccordi, in un lungometraggio da distribuire nelle sale.
Un manifesto, come recita il titolo, che di fatto è manifesto di tredici manifesti artistici scanditi da altrettanti personaggi nei cui panni brilla Cate Blanchett, una delle interpreti più poliedriche e versatili del cinema degli ultimi decenni, spiazzante nel suo perfezionismo, algida nella sua figura, ai limiti del robotico, fatalmente kubrickiana.

sabato 23 gennaio 2021

Le meraviglie (Rohrwacher 2014)

Ombre e luci su delle bambine seminude che dormono a letto. È questa immagine simbolica una delle prime del film di Alice Rohrwacher, premiata a Cannes con il premio speciale della giuria, nel 2014 guidata da Jane Campion, che racconta di una famiglia di apicoltori in cui a lavorare, durante l'estate, sono soprattutto i minori.
Siamo nella campagna umbra e qui vivono Wolfgang (Sam Louwyck), Angelica (Alba Rohrwacher), la loro amica Cocò (Sabine Timoteo), e le quattro figlie della coppia, alle quali viene affidata gran parte del lavoro: Gelsomina (Maria Alexandra Lungu), la primogenita, adolescente, è di fatto responsabile anche delle sorelle minori, Marinella (Agnese Graziani), Caterina (Eva Lea Pace Morrow) e Luna (Maris Stella Morrow), ma spesso sembra essere la più responsabile di tutti nell'intera casa (trailer).

giovedì 14 gennaio 2021

Ombre e nebbia (Allen 1991)

Ovvero Woody Allen e i massimi sistemi. Tra filosofia, amore, sesso, religione e senso della vita... riferimenti letterari, Franz Kafka su tutti, teatrali, Bertold Brecht, e poi il cinema, tanto cinema, che omaggia Welles, Lang, Murnau, Bergman e Fellini (trailer).
Il regista newyorchese ambienta la storia in un luogo imprecisato, caratterizzato da una nebbia costante che rende tutto completamente indefinito, con i caratteri di una città del centro Europa, qualcosa a metà tra la Vienna de Il terzo uomo (Reed 1949), in cui si aggirava l'Harry Lime interpretato proprio da Orson Welles, e la Düsseldorf di M - Il mostro di Düsseldorf  (Lang 1931). 

venerdì 8 gennaio 2021

Soul (Docter - Powers 2020)

"Dedicato a tutti i mentori della nostra vita"... questa volta è il caso di partire dalla fine, poiché con questa frase Pete Docter, coadiuvato alla regia da Kemp Powers, chiude un altro bellissimo film Pixar facendoci pensare alle persone che ci hanno illuminato la strada che abbiamo scelto di percorrere, che ci hanno comunicato la passione per gli interessi che caratterizzano la nostra esistenza e che ci hanno insegnato a vedere le cose in un certo modo. È quella che nel cartone animato prende il nome di "scintilla", da non confondere forse con l'obiettivo della nostra vita, ma di cui ne rappresenta spesso un importante motore (trailer).

domenica 3 gennaio 2021

Playtime (Tati 1967)

Un aeroporto, degli uffici, una fiera, un condominio, un ristorante, un supermercato... tutti decisamente troppo moderni. La città, il progresso, la confusione e il caos che prevalgono su un ordine che sembra essere l'unico obiettivo da perseguire. Basterebbe quest'elenco di parole per capire che si tratta di un film di Jacques Tati e del suo alter ego, monsieur Hulot, sempre in lotta con la tecnologia industriale (trailer).
Uno dei film più costosi di sempre del cinema francese, con una spesa di circa un miliardo e mezzo di vecchi franchi, serviti principalmente allo  lo scenografo Eugène Roman per creare il set di una Parigi ipermoderna, che prese il nome di "Tativille": occupò quindicimila metri quadri a Saint-Maurice, cinquantamila metri cubi di cemento, quattromila metri quadri di plastica, tremiladuecento di armature, milleducento di vetro.