martedì 30 agosto 2016

Saluto a Gene Wilder (11/6/1933 – 29/8/2016)

Se ne va anche lui, dopo tanti anni di malattia (aveva l'alzheimer dal 1989), in questo annus horribilis per il cinema...
Nato Jerome Silberman - il nome d'arte lo prese da Gene, il personaggio principale del romanzo Angelo, guarda il passato di Thomas Wolfe, e dall'autore Thornton Wilder - da genitori ebrei russi, studiò recitazione in Inghilterra e negli Stati Uniti, e qui, dopo alcuni anni di gavetta e di Actors Studio, ebbe la prima brevissima parte in Gangster Story (Penn 1967).

domenica 28 agosto 2016

Io confesso (Hitchcock 1953)

La diciassettesima pellicola del periodo statunitense di Alfred Hitchcock, è uno dei tanti gialli "ribaltati" del regista: lo spettatore sin dall'inizio conosce il colpevole mentre il protagonista, ingiustamente ritenuto responsabile dell'accaduto, deve combattere per dimostrare la sua innocenza...
In questo caso il consueto schema hitchcockiano del trasferimento di colpa viene arricchito di un elemento davvero sui generis, il segreto confessionale di un sacerdote e, a complicare l'intreccio, lo stesso religioso sarà il maggior indiziato a causa della testimonianza di due bambine e di un movente che più di ogni altro elemento pregiudica la considerazione della comunità nei suoi confronti.

martedì 23 agosto 2016

Come rubare un milione di dollari e vivere felici (Wyler 1966)

Uscita in Italia con un titolo più fedele del solito, anche se con un'aggiunta didascalica rispetto al più essenziale How to steal a million, la divertente commedia di William Wyler è davvero un ottimo esempio nel suo genere, ben scritta e ben recitata da un eccellente cast e poco importa in un caso come questo se la regia non ruba particolarmente l'occhio.
Audrey Hepburn giganteggia ed è l'indiscussa protagonista: presente praticamente in ogni scena, se ne possono così apprezzare a pieno talento e bellezza, in un tripudio di grazia ed eleganza (ha un abito diverso in quasi ogni sequenza), accompagnate dalla consueta miriade di espressioni facciali.
A farle da spalla un bravissimo Peter O'Toole, ma anche Eli Wallach e Hugh Griffith.

sabato 20 agosto 2016

El abrazo de la serpiente (Guerra 2015)

Ma che bello il film di Ciro Guerra!
Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs e candidato come miglior film straniero all'Oscar del 2016, forse avrebbe meritato la statuetta, comunque vinta dall'ottimo Il figlio di Saul (Nemes 2015).
Dedicato alla "popolazione di cui non conosceremo mai il canto", El abrazo de la serpiente racconta il viaggio in Amazzonia, in tempi diversi, dell'etnologo tedesco Theodor Koch-Grünberg (Jan Bijvoet) e il biologo statunitense Richard Evans Schultes (Brionne Davis), entrambi alla ricerca della yakruna, una rara pianta che cresce in quella zona, ma per raggiungere la quale necessitano dell'aiuto di una guida del luogo.

domenica 14 agosto 2016

In trance (Boyle 2013)

Ispirata ad un film per la tv inglese del 2001, la pellicola di Danny Boyle è un thriller psicologico intricato, e questo gli conferisce un indubbio fascino, ma la trama, che prende le mosse da un clamoroso furto di un'opera d'arte durante una battuta d'asta, viene sviluppata sul tema dell'ipnosi in maniera così totalizzante, da trasformare il film in una storia alla Christopher Nolan, in un continuo alternarsi tra realtà e sogno, peraltro senza avere a disposizione effetti speciali straordinari.

domenica 7 agosto 2016

Tom à la ferme (Dolan 2013)

In attesa dell'uscita di Juste la fin du monde, recentemente presentato a Cannes, vedere gli altri film di Xavier Dolan continua ad essere un piacere e, dopo J'ai tué ma mere (2009) e l'ancor più riuscito Mommy (2014), analizziamo Tom à la ferme, altro bel film del giovane regista canadese che, come nel primo dei due casi già recensiti, ne è anche l'attore protagonista. Dolan non delude nemmeno stavolta e in entrambi i ruoli...

mercoledì 3 agosto 2016

Quei bravi ragazzi (Scorsese 1990)

Rivedere oggi il capolavoro di Martin Scorsese permette di apprezzare il film non solo per ciò che ha rappresentato al momento della sua uscita, ma anche per la sua influenza su tanto cinema successivo e soprattutto sulla seguente filmografia del cineasta italoamericano.
Non è quindi un caso se la prima sequenza del flashback che segue la breve introduzione in cui conosciamo i protagonisti e che racconta l'infanzia di Henry (Christopher Serrone, poi Ray Liotta), abbia fortissime analogie con il poco successivo Bronx (De Niro 1993).