“Registi, continuate a fare film per il grande schermo. Distributori, concentratevi sulle uscite cinematografiche dei vostri film. Genitori portate i vostri figli al cinema, saranno la futura generazione di cinefili, solo così potremo mantenere viva l’esperienza cinematografica”. Con queste parole d'amore per il cinema, e per il cinema in sala soprattutto, ha accolto il suo primo Oscar da regista Sean Baker, il vero trionfatore di questa 97° edizione della premiazione dell'Academy Awards, che però, per dirla con Gianni Canova, si è segnalata come una delle più conformiste degli ultimi anni.
Durante la serata al Dolby Theatre di Los Angeles, per la prima volta presentata dal comico Conan O'Brien, ad Anora sono state assegnate cinque statuette, probabilmente troppe, ma in alcuni casi è stata la soluzione meno scomoda e la più politica.
Sappiamo, per esempio, cosa è successo attorno a uno dei migliori film dell'anno, Emilia Perez, che dopo aver sbancato Golden Globe, European Film Award, Cesar e British Academy, a causa delle tante polemiche successive alla scoperta di vecchi twitter razzisti di Karla Sofía Gascón - che si è scusata -, è uscito dai favoriti, e si è dovuto "accontentare" delle statuette per la magnifica Zoe Saldana e per la migliore canzone.
L'altro grande sconfitto è stato The Brutalist, la magniloquente pellicola che celebra l'architettura e ribalta l'idea del sogno americano, che ha vinto comunque tre importanti Oscar, per il miglior attore ad Adrien Brody, al suo secondo premio a Los Angeles, dopo Il pianista (Polanski 2002); per l'eccezionale fotografia di Lol Crawley; per la colonna sonora di Daniel Blumberg.
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I quattro attori |
Infine, Anora vince abbastanza incredibilmente il premio per la miglior attrice, che va a Mikey Madison, quando nella cinquina c'erano, oltre all'ormai tagliata fuori Gascón, che resta comunque la prima transessuale candidata agli Oscar, due interpretazioni eccezionali, come quella di Fernanda Torres per Io sono ancora qui e quella di Demi Moore per The Substance.
Altre rilevanti vittorie sono state quelle per l'adattamento di Conclave, tratto dal romanzo di Robert Harris del 2016, e soprattutto quella del brasiliano Io sono ancora qui di Walter Salles.
Hanno un valore diverso alcuni altri Oscar, sottolineato dai discorsi dei vincitori, in difesa dei propri paesi e sulle prime volte: il documentario palestinese No Other Land, a cui hanno lavorato insieme palestinesi e israeliani, il lungometraggio d'animazione lettone Flow, che ha battuto i colossi statunitensi, come Inside Out 2; il corto iraniano In The Shadow of The Cypress. E così ha un sapore particolare anche la prima volta del premio ai costumi a un afroamericano, Paul Tazewell per Wicked.
Lo spettacolo era iniziato, dopo il red carpet, con tre canzoni: la prima, un caposaldo della storia del cinema, Somewhere over the Rainbow, cantata da Ariana Grande, non prima di aver battuto i tacchi delle sue scarpette rosse citando la Dorothy de Il mago di Oz; la seconda Home di Diana Ross interpretata da Cynthia Erivo, in omaggio alle centinaia di famiglie di Los Angeles e del sud della California che hanno perso la casa a causa degli incendi; la terza, cantata da entrambe, è stata Defying Gravity, tratta dal film Wicked. Sul palco, nel corso della serata, sono stati celebrati anche i pompieri di Los Angeles per il lavoro fatto.
Tra i momenti più emozionanti, come sempre, l'In memoriam, introdotto da Morgan Freeman, che ha iniziato ricordando l'amico Gene Hackman, prima di lasciare al montaggio che tra i tanti ha mostrato i volti di Maggie Smith, Gena Rowlands, Roger Corman, Kris Kristofferson, Teri Garr, Anouk Aimee, Donald Sutherland, Shelley Duvall e, infine, uno spazio più lungo per David Lynch e James Earl Jones e lo stesso Gene Hackman.
Sul grande David, l'omaggio è stato anche vivente, poiché Isabella Rossellini (candidata come non protagonista in Conclave, abbastanza immotivatamente se non per la carriera), ha indossato un abito "blu velvet" dichiaratamente dedicato al regista, peraltro sedendo di fianco a Laura Dern, icona lynchiana.
C'è stato spazio anche per un tributo a Quincy Jones, morto a novembre, celebrato prima con un discorso da Oprah Winfrey e da Woopy Goldberg e poi da Queen Latifah che ha cantato il brano tratto dalla colonna sonora del musical I'm magic (The Wiz, Lumet 1978).
Resta, però, inspiegabile l'assenza nel filmato di Alain Delon, scomparso ad agosto...
Mozzafiato come sempre, l'apparizione di Margareth Qualley, coprotagonista di The Substance, che ha aperto il tributo ai 007, danzando sulle note del tema più famoso della serie, di John Barry (vedi), seguita da Lisa con Live and let die, da Doja Cat con Diamonds Are Forever e da Raye con Skyfall.
I vincitori di No Other Land: Adra, Abraham, Szor, Ballal |
Tanti gli ospiti tra i premianti, nomi del calibro di Halle Berry, Penelope Cruz, Willem Dafoe, Selena Gomez, Daryl Hannah (che è salita sul palco al grido di Slava Ukraina!), Samuel L. Jackson, Scarlett Johansson, la reunion Billy Crystal e Meg Ryan, Cillian Murphy, Ben Stiller (entrato rotolando sul palco), Emma Stone, Quentin Tarantino, osannato dallo stesso Sean Baker, che ha dichiarato come senza C'era una volta... a Hollywood, Anora non sarebbe esistito (fosse solo per l'allora giovanissima Mikey Madison).
Anche Alba Rohrwacher è salita sul palco, per premiare la miglior fotografia, arrivata a Los Angeles in virtù della parte in Maria di Larrain, completamente ignorato dagli Oscar, al pari de La stanza accanto (Almodovar), Civil War (Garland), Megalopolis (Coppola), Giurato numero 2 (Eastwood), Here (Zemeckis), alcune delle più rumorose assenze tra i premiati.
Il discorso del collettivo israelo-palestinese che ha vinto per No other land e l'emozione di Zoe Saldana con le sue orgogliose parole sulle proprie origini dominicane sono quelle che probabilmente rimarranno di questa edizione degli Oscar insieme alle vittorie di Anora.
Que viva il cinema, siempre!
Questo l'elenco dei 23 vincitori:
Regia: Anora - Sean Baker
Attore protagonista: The Brutalist - Adrien Brody
Attrice protagonista: Anora - Mikey Madison
Attore non protagonista: A Real Pain - Kieran Culkin
Attrice non protagonista: Emilia Perez - Zoe Saldana
Sceneggiatura originale: Anora - Sean Baker
Sceneggiatura non originale: Conclave - Peter Straughan
Fotografia: The Brutalist - Lol Crawley
Montaggio: Anora - Sean Baker
Colonna sonora: The Brutalist - Daniel Blumberg
Film d'animazione: Flow - Un mondo da salvare - Gints Zilbalodis
Scenografia: Wicked - Nathan Crowley (scenografia) e Lee Sandales (arredamento)
Costumi: Wicked - Paul Tazewell
Gli altri premi:
Effetti speciali: Dune - Parte 2 - Paul Lambert, Stephen James, Rhys Salcombe, Gerd Nefzer.
Miglior sonoro: Dune - Parte 2 - Gareth John, Richard King, Ron Bartlett, Doug Hemphill
Trucco e acconciatura: The Substance - Pierre-Oliver Persin, Stéphanie Guillon e Marilyne Scarselli
Documentario: No Other Land - Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor ed Hamdan Ballal
Cortometraggio: I'm not a robot - Victoria Warmerdam e a Trent
Cortometraggio documentario: The Only Girl in the Orchestra: La storia di Orin O'Brien - Molly O'Brien e Lisa Remington
Cortometraggio d'animazione: In The Shadow of The Cypress - Hossein Molayemi e Shirin Sohani
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