Questo gennaio nero per il cinema si avvia finalmente a concludersi, ma porta con sé ancora un grandissimo: Jacques Rivette, uno dei padri della Nouvelle Vague, è morto a 87 anni, dopo aver combattuto con l'Alzheimer.
Una vita dedicata al cinema. Già a diciassette anni dirigeva una sala nella sua città di nascita, Rouen, che lasciò dopo la guerra andando a studiare a Parigi, dove non raggiunse titoli accademici ma iniziò ad appassionarsi ai film, grazie alle assidue visioni alla Cinémathèque française di Henri Langlois, istituto di cui egli stesso sarà direttore nel 1963.
In questi primissimi anni cinquanta conobbe François Truffaut, Jean-Luc Godard ed Eric Rohmer, con gli ultimi due iniziò a scrivere sulla Gazette du Cinéma e poi con tutti condivise l'esperienza nella redazione dei Cahiers du cinema.
Jacques Rivette con Jane Birkin |
Dopo alcuni corti, il primo lungometraggio fu Parigi ci appartiene (1961), uscito tre anni dopo l'inizio della sua lavorazione, finendo per essere da primo e ultimo esordio del gruppo, dopo il già citato esordio di Chabrol e quelli di Truffaut (I quattrocento colpi, 1959), Rohmer (Il segno del leone, 1959) e Godard (Fino all'ultimo respiro, 1960).
Jacques Rivette e Sandrine Bonnaire |
Emmanuelle Béart e Michel Piccoli in La bella scontrosa |
Tre anni dopo fu la volta della pellicola in due parti, per un totale nove ore, dedicata a Giovanna d'Arco - Parte I: Le battaglie; Parte II: Le prigioni (1994), con protagonista un'altra attrice feticcio del cinema francese come Sandrine Bonnaire.
Seguì il musical Alto basso fragile (1995) - in Italia uscito a stento e con quaranta minuti di tagli -, piccolo capolavoro di leggerezza, in cui la vita quotidiana di tre ragazze diventa l'occasione per raccontare altrettante storie.
Tra i suoi film più recenti, ce ne sono due in cui l'attore principale è stato Sergio Castellitto: Chi lo sa? (2001) e Questione di punti di vista (2009), che rappresenta anche la sua opera-testamento.
Rivette con la Birkin e Castellino a Venezia nel 2009 |
Con l'addio di Rivette, tra i grandi maestri della Nouvelle vague resta solo Godard: non credo esista un Paradiso, ma se ci fosse almeno una castello di Spiriti Magni, come immagina Dante, un piano di quel maniero lo destinerei a François, Eric, Claude e Jacques...
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