martedì 12 gennaio 2016

Saluto a David Bowie (8/1/1947 - 10/1/2016)

Potrebbe sembrare fuori contesto dare l'addio al Duca Bianco su un blog di cinema, ma David Robert Jones, in arte David Bowie, è stato un personaggio importante non solo della musica, in cui ha sicuramente fatto la storia, ma anche del grande schermo, con diversi personaggi indimenticabili.
Prima di passare in rassegna questi, però, bisogna considerare il suo forte legame con il cinema sin dall'inizio della sua carriera, quando la splendida Space Oddity, che di fatto ne sancì la consacrazione, ebbe tra le sue influenze uno dei capolavori assoluti della settima arte.
Bowie come major Tom di Space Oddity
La canzone, infatti, incisa nel 1969, rivelò una palese suggestione da 2001. Odissea nello spazio (Kubrick 1968) e raggiunse il grande pubblico grazie alla BBC che la scelse come colonna sonora per le immagini dell'allunaggio. Rispetto a queste, inoltre, il testo di Bowie ebbe anche un valore predittivo, poiché il verso "planet heart is blue and there's nothing I can do" precorse il colore della visione che Armstrong e Aldrin avrebbero avuto solo sei mesi dopo, il 20 luglio 1969 (vedi).
Bowie si ispirò ancora dichiaratamente a Stanley Kubrick per il suo secondo grande successo, Starman (1972), quando apparve in tv nella celebre trasmissione Top of the Pops con un vestito che doveva molto a quelli ideati per il personaggio di Alex in Arancia meccanica (1971) (vedi).
Tornando ai suoi personaggi cinematograafici, il primo che viene alla memoria è quello che probabilmente fu il suo ruolo più rilevante: il maggiore inglese Jack "Strafer" Celliers che, prigioniero di un campo di prigionia giapponese durante la Seconda guerra mondiale, fa perdere la testa al capitano Yonoi interpretato da Ryūichi Sakamoto - un altro musicista - nello splendido Furyo (Oshima 1983).
Ryuchi Sakamoto e David Bowie in Furyo (Oshima 1983)
Bowie, però, aveva iniziato la sua carriera di attore con un breve ruolo nel cortometraggio di Michael Armstrong The Image (1967), dalle inquietanti atmosfere degne del primo Polanski, e anni dopo aveva interpretato L'uomo che cadde sulla Terra (Roeg 1976), in cui era il protagonista, Thomas Jerome Newton, dell'adattamento del romanzo fantascientifico di Walter Tevis. Tre anni dopo quel film di indubbio valore, però, seguì il ruolo di protagonista in Gigolò (Hemmings 1978), pellicola meno riuscita ambientata in Germania nell'immediato primo dopoguerra, con star come Kim Novak e Marlene Dietrich al suo ultimo film.
Nel 1980 il suo eclettismo lo portò a Broadway, dove fu il freak John Merrick, nella versione teatrale di The Elephant Man (vedi), che proprio quell'anno era stato trasposto anche al cinema da David Lynch. Bowie non solo ottenne grandi riconoscimenti, tra cui quello di John Hurt, che interpretava lo stesso ruolo nel film, ma fu protagonista di una strana e macabra coincidenza: durante una delle serate, infatti, avvenne l'omicidio di John Lennon e si scoprì che l'assassino, Mark Chapman, aveva il biglietto per lo spettacolo della sera successiva.
Bowie-Pilato in L'ultima tentazione di Cristo (Scorsese 1988)
Dopo aver partecipato ad una pellicola epocale come Christiane F.: Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (Edel 1981), dove aveva solo un cameo in cui interpretava se stesso, arrivò il 1983, in cui oltre al capolavoro già citato di Oshima, prestò il suo volto al vampiresco Miriam si sveglia a mezzanotte (T. Scott 1983), al fianco di Catherine Deneuve e Susan Sarandon.
Il resto degli anni Ottanta regalò ai suoi fan altre apparizioni: dal Colin Morris della commedia Tutto in una notte (Landis 1985), al Jareth, re dei Goblin, nel fantasy inglese Labyrinth (Henson 1986), ma soprattutto il ruolo di Ponzio Pilato nel bellissimo quanto discussissimo L'ultima tentazione di Cristo (Scorsese 1988).
Bowie tra Stiller e Wilson in Zoolander (Stiller 2001)
Nel decennio seguente Bowie, oltre al cameo in Fuoco cammina con me (Lynch 1992), prequel dell'indimenticabile serie tv I segreti di Twin Peaks, ha interpretato Andy Warhol in Basquiat (Schnabel 1996), ma ha fatto parte anche del cast di un film italiano, Il mio West (Veronesi 1998). 
Tra le pellicole più recenti, i fan del genere non possono dimenticare il suo cameo in Zoolander (Stiller 2001), in cui faceva da arbitro in esilaranti sfilate di moda clandestine in cui si sfidavano Ben Stiller e Owen Wilson, e poi lo scienziato Nikola Tesla, capace di creare una macchina per la clonazione in The Prestige (Nolan 2006).
Fuoco cammina con me (Lynch 1992)
Il legame tra David Bowie e il cinema, però, è anche accresciuto dal figlio, Duncan Jones, regista del bel film di fantascienza Moon (2009), ma soprattutto dalle numerose pellicole in cui sono presenti alcuni suoi brani o in cui lui stesso è autore della colonna sonora. Solo tra i casi più recenti, si ricordino la sua Starman in Sopravvissuto (R. Scott 2015); Space Oddity ne I segreti di Walter Mitty (Stiller 2013), mentre Bowie ha partecipato alla colonna sonora di Rush (Howard 2013) con la bella Fame, oltre a quelle dei già citati Labyrinth, Christiane F. (con la musica del suo periodo berlinese, tra cui Heroes e Station to station).  
Un'operazione straordinaria, inoltre, è rappresentata dalla colonna sonora di Le avventure acquatiche di Steve Zissou (Anderson 2004), in cui gran parte delle musiche non originali è costituita proprio da canzoni di Bowie cantate con il solo accompagnamento della chitarra acustica dal brasiliano Seu Jorge, che interpreta l'assistente alla sicurezza del team di Zissou. Un intero album tra cui spiccano le cover di Life on Mars, ChangesSpace OddityStarman.
Bowie visto da Fausto Gilberti in Rockstars
A degna chiusura di quest'omaggio va, infine, citato, Velvet Goldmine (Haynes 1998), pellicola sulla storia del glam rock, il cui protagonista, Brian Slade (Jonathan Rhys-Meyers), è ispirato proprio alla vita del Duca Bianco... 

Addio David, il tuo volto rimarrà indelebile anche nel cinema!

3 commenti:

  1. Grazie per la "divagazione" più che mai pertinente in omaggio al tanto amato ed odiato fratello maggiore David...
    E rinnovo i complimenti per quello che è uno tra i più bei blog sul cinema.
    Commentare qui talvolta appare quasi dissacrazione. Ne approfitto in questa occasione unendomi nel cordoglio per la perdita del Duca mutaforme, colui al quale mai perdonammo i peccati di leggerezza, continuando comunque a far vibrare le sue note nel nostro divenire.
    Un caro saluto.

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  2. Grazie a Elisa per i complimenti, davvero troppo buona!
    E grazie ad Alessandro per la segnalazione, errore mio, correzione apportata! Felice di avere lettori così attenti.

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    1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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