martedì 13 gennaio 2015

Saluto a Anita Ekberg (29/9/1931 - 11/1/2015)

Un pezzo di immaginario cinematografico se ne va!
Sono molte le sequenze della storia del cinema che hanno lasciato il segno, ma quella di Anita Ekberg che fa il bagno nella Fontana di Trevi, davanti ad uno stralunato Marcello Mastroianni, ne La dolce vita di Fellini (1960), è una delle più indelebili e la sua protagonista va sicuramente inserita tra le icone di quel decennio e non solo.
L'attrice svedese, naturalizzata italiana, che viveva in una villa nei pressi di Genzano, si è spenta a 83 anni in una clinica dei Castelli Romani, dov'era in condizioni gravi da alcuni anni dopo una frattura al femore.
Nata a Malmoe nel 1931, la sua carriera iniziò grazie al titolo di Miss Svezia ottenuto nel 1950, subito dopo il quale venne scritturata negli Stati Uniti dal produttore Howard Hughes (quello narrato da The Aviator - Scorsese 2004, per intenderci), per la RKO, senza mai apparire sul grande schermo. Fu poi la volta delle commedie Viaggio sul pianeta Venere (Lamont 1953) con Gianni e Pinotto, e poi al fianco di Jerry Lewis e Dean Martin, sotto la direzione di Frank Tashlin, in Artisti e modelle (1955) e in Hollywood o morte! (1956).
Ancora nel 1956 venne inserita nel cast di Guerra e Pace (Vidor 1956) e, dopo alcuni altri film, arrivò a Cinecittà per lavorare al peplum di Guido Brignone e Michelangelo Antonioni Nel segno di Roma (1958). Una volta giunta in Italia, il passo successivo fu quello più celebre, con la svolta de La dolce vita: in un colpo solo divenne una delle attrici più amate al mondo e la musa di Federico Fellini, un appellativo dall'ampio valore semantico. Che i due abbiano avuto una relazione o meno forse non lo sapremo mai, ma ciò che resta è il bel comportamento di Anita dopo la morte di Federico, come riconosciuto dalla stessa Giulietta Masina: "Sai una cosa, Anita, io ho pensato sempre male di te, perché credevo avessi una relazione con mio marito. Ma quando Federico stava male, ed era in ospedale, mi contattavano attori e attrici. Quando è morto, non mi ha chiamato più nessuno. Solo tu".
La sua carica sensuale le valse un altro importante ruolo con il maestro italiano, ne Le tentazioni del dottor Antonio, episodio di Boccaccio '70 in cui veste i panni dell'ossessione per il bacchettone e moralista Eduardo De Filippo; e infine apparve in altri due film del regista riminese: I clowns (1970) e Intervista (1987). 
Tra gli altri importanti registi con cui lavorò vanno ricordati Dino Risi (A porte chiuse, 1961), Robert Aldrich (I 4 del Texas 1963), Vittorio De Sica (Sette volte donna, 1967). La fine della carriera, purtroppo, non è stata all'altezza dei primi decenni e ha chiuso partecipando a pellicole come Il conte Max di Christian De Sica (1991), Cattive ragazze di Marina Ripa di Meana (1992) e Bambola di Bigas Luna (1996).
Sposata due volte, con l'attore inglese Anthony Steel (1956-59) e con lo statunitense Rik Van Nutter (1963-75), non ha mai avuto figli. La sua bellezza fece colpo su grandi personaggi e sembra che Anitona, come la chiamava proprio Federico Fellini, disse dei sì anche a Gianni Agnelli, Dino Risi e Frank Sinatra, con quest'ultimo che arrivò persino a chiederle di sposarlo, ma lei disse no, come già aveva fatto all'inizio della carriera con il potente magnate Howard Hughes. 
Persino Bob Dylan ne omaggiò la figura inserendola al pari di Sophia Loren e di Brigitte Bardot tra le donne da importare per far crescere il Paese, nell'ideale dialogo tra lui e il presidente degli Stati Uniti John Kennedy nella sua I shall be free (1963): «Well, my telephone rang it would not stop / It's President Kennedy callin' me up / He said, "My friend, Bob, what do we need to make the country grow"? / I said, "My friend, John, "Brigitte Bardot, Anita Ekberg, Sophia Loren" / Country'll grow».
Una cosa è certa: come per la sequenza del vento della metropolitana che alza il vestito di Marylin Monroe in Quando la moglie è in vacanza (Wilder 1955), durante il quale gli spettatori degli ultimi cinquant'anni vorrebbero essere nei panni di Tom Ewell, allo stesso modo tutti vorremmo poter rispondere, come Marcello Mastroianni, all'invito di Anita dall'interno della Fontana di Trevi, a quell'indimenticabile "Marcello, come here! Hurry up!"

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