"E il Signore disse a Satana: 'Da dove vieni?'. E Satana disse al Signore: 'Ho fatto dei giri sulla terra in qui e in là' " (Gb 1, 7). Con questa citazione biblica tratta dal libro di Giobbe, inizia il film documentario della spezzina Federica Di Giacomo, vincitore della sezione Orizzonti al festival di Venezia.
La pellicola racconta il rapporto che alcuni strati sociali hanno con il maligno, prendendo ad esempio il movimento esorcista siciliano, entrando nelle parrocchie, nelle sacrestie e nelle aule delle chiese affollate di fedeli con disturbi vari, che sperano in una guarigione miracolosa.
Padre Cataldo, che la Di Giacomo ha ringraziato pubblicamente dopo aver ricevuto il premio, è un protagonista involontario davvero magnifico: esorcista palermitano, accoglie a udienza parrocchiani e non, con regole di precedenza dettate dalla distanza dal capoluogo siciliano, gestite da suoi collaboratori in una sala d'attesa sempre gremita. Il momento della messa, officiata facendo uso anche di un libercolo sulla cui copertina appare significativamente il michelangiolesco Cristo giudice della Sistina, fa quindi da preludio per gli incontri con i posseduti o sedicenti tali, che attendono il momento giusto per un rapido colloquio con il sacerdote.
Padre Cataldo, che la Di Giacomo ha ringraziato pubblicamente dopo aver ricevuto il premio, è un protagonista involontario davvero magnifico: esorcista palermitano, accoglie a udienza parrocchiani e non, con regole di precedenza dettate dalla distanza dal capoluogo siciliano, gestite da suoi collaboratori in una sala d'attesa sempre gremita. Il momento della messa, officiata facendo uso anche di un libercolo sulla cui copertina appare significativamente il michelangiolesco Cristo giudice della Sistina, fa quindi da preludio per gli incontri con i posseduti o sedicenti tali, che attendono il momento giusto per un rapido colloquio con il sacerdote.
Per lui, del resto, tutto ciò che investe negativamente la vita delle persone è direttamente collegabile a Satana: bambini aggressivi coi compagni di scuola, disturbi dell'attenzione, coppie non più in sintonia, vedove che hanno deciso di cedere al corteggiamento di altri uomini hanno sempre, come matrice comune, lo zampino del maligno...
In una società così profondamente ancorata alla tradizione prepositivista, padre Cataldo e i suoi omologhi si occupano in tutto e per tutto degli ambiti che andrebbero affidati a psicologi, assistenti sociali, sociologi e altri specialisti. Eppure un paio di donne si confrontano sulla questione, ma non riescono a spiegarsi la differenza che intercorre tra "malata di capa" e "posseduta"; c'è poi chi è già stata da medici e psichiatri, ma dopo essere stata allontanata da loro per aver lamentato sintomi di malattie mai riscontrate, ha trovato la soluzione nel più accogliente esorcismo.
Uno dei "pazienti" mostra sincera felicità per aver superato la sua crisi e prorompe affermando con decisione che "la preghiera comunitaria è una bomba", rivelando inconsapevolmente la validità della terapia di gruppo e della condivisione dei propri problemi con altri che vivono le stesse situazioni. Nel suo caso, però, come rivela ad una donna che sta affrontando il proprio percorso, la questione riguardava la sfera sessuale: "mi è stato diagnosticato da un esorcista che avevo Asmodeo ecco... è un demone che distrugge la sessualità, te la perverte [...] non è sicuramente lo spirito che aveva la Madonna".
C'è persino chi trova nell'esorcismo il modo di esaltare se stesso e il proprio "eroismo", come l'uomo che per dare un senso alla possessione della giovane figlia, Giulia, non trova di meglio se non incolpare le donne che avrebbe rifiutato per non tradire la moglie. Chapeau! Ed è ancora questa famiglia che mette in atto un esorcismo casalingo: una volta ricevuta la medicina (in questo caso l'acqua santa), infatti, basta ripetere qualche gesto visto compiere a padre Cataldo per ottenere lo stesso risultato comodamente sul divano del proprio salotto, e poco importa se a guardare la scena ci sia anche il loro fratellino piccolo che rimarrà segnato a vita dall'immagine di una sorella che parla con voce cavernosa mentre i genitori la trattano come un'indemoniata.
Per comprendere il livello di radicamento di una mentalità che vede nell'esorcismo la soluzione più naturale per i propri problemi, basti osservare il caso di un ragazzo con piercing e tatuaggi, che galleggia tra vita popolare e malvivenza, tra droga, piccoli furti e qualche scapaccione alla fidanzata (ma naturalmente è colpa di Lucifero in quei frangenti), eppure non può fare a meno di pensare che alcuni dei suoi problemi derivino da una possessione, spiegazione che lo deresponsabilizza automaticamente dalle sue scelte, e così, alla ragazza che lo critica per quelle che le appaiono evidenti contraddizioni, risponde con un esemplare "dove vai, da Dylan Dog?", che dimostra quanta confusione ci sia nella sua mente.
Eppure la modernità invade anche una pratica apparentemente arcaica come l'esorcismo, cosicché lo stesso Cataldo è in grado di liberare coloro che sono stati presi da Satana persino tramite cellulare, il tutto senza perdere la buona educazione né dimenticando di augurare ai familiari del posseduto di turno un augurio di buon Natale (vedi). E allo stesso modo altri esorcisti (ne vediamo un altro paio durante il film) si lasciano andare a metafore calcistiche parlando di posseduti che si rintanano in difesa, o feline paragonandoli a gatti bastonati ("uno dei gauttuzz' ner' ").
Difficile trattenere le risate di fronte a tutto questo, ma diventa letteralmente impossibile quando padre Cataldo se la prende con i peluche di un'adolescente confinati su un armadio, intimando di dargli fuoco al più presto, "soprattutto quello nero"; o quando, durante un altro esorcismo, libera l'indemoniato da malesseri comuni come la cervicale o la stitichezza (sic!).
A tratti, complici queste dichiarazioni surreali e il dialetto siciliano, sembra di rivedere le scene di Ciprì e Maresco, un "cinico tv" a tema religioso, ma il folklore svanisce improvvisamente quando vediamo padre Cataldo partecipare ad un convegno di esorcisti provenienti da tutto il mondo, giunti a Roma per ascoltare lezioni, con tanto di interpreti simultanei, nelle sale dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
A quel punto sentiamo Cataldo molto più vicino e terreno, lo guardiamo con affetto, mentre un senso di sgomento ci assale immaginando quale possa essere il giro di affari attorno ad un movimento così ampio che, come rivela un articolo di Le Monde del gennaio 2014, dall'evocativo titolo Exorcist, un mètier d'enfer, non accenna a diminuire, ma che, anzi, è in aumento in buona parte dei paesi cristiani, tanto da costringere il Vaticano ad attivare un call center...
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