mercoledì 26 novembre 2014

Noah (Aronofsky 2014)

Si tratta probabilmente di uno dei peggiori film realizzati negli ultimi anni, questo colossal ad altissimo budget (125 milioni di dollari la sua produzione, a cui ne vanno aggiunti altri 10 per la versione 3D) girato da Darren Aronofsky (The Wrestler - 2008; Il cigno nero - 2010).
La vicenda biblica di Noè è solo uno spunto per una storia ricolma di assurdità di ogni tipo.
 Noè, ancora fanciullo, dopo aver visto il padre Lamech morire per mano dei discendenti di Caino, resta il massimo rappresentante dei discendenti di Seth, secondo una contrapposizione manichea della Bibbia che qui dà il la ad un mondo in cui le guerre tra i due gruppi ricordano molto da vicino le leggende celtiche o, al limite, l'immaginario tolkeniano. Sembra poi, persino di essere in Guerre stellari, quando sentiamo Noè, ormai cresciuto (Russell Crowe), dichiarare che gli uomini "dimenticano che la forza viene dal Creatore".  
Della narrazione della Genesi, questo è certo, c'è davvero poco... Che siamo di fronte ad un fantasy, poi, è ancor più evidente quando, dopo aver sognato il nonno Matusalemme, Noè raccoglie la famiglia e parte per raggiungerlo, ma trova come suoi custodi "i vigilanti", delle creature giganti fatte di roccia (avete presente la Cosa dei Fantastici 4?), di cui naturalmente non c'è traccia nella Bibbia. 
Lo stesso Matusalemme appare come una sorta di stregone che costituirebbe un trio perfetto con Sauron e Saruman de Il signore degli anelli ma, come se questo non bastasse, il personaggio interpretato da Anthony Hopkins arriva a dire al nipote "forse Dio ti ha mandato qui per bere una tazza di tè con un vecchio" (ndr secondo gli studiosi il tè sarebbe stato introdotto in Cina nel III secolo d.C.). Gli anacronismi di questa pellicola, che in realtà racconta eventi che pur se leggendari risalirebbero al 13000 a.C., non si limitano a questo, poiché nel corso delle oltre due ore vediamo sparare dei razzi e usare una specie di bazooka, elementi che ci costringono ad accettare l'idea di una precocissima invenzione della polvere da sparo, ma anche dei pugnali tecnologici più simili a quelli usati da Rambo!
Aronofsky perde un'occasione anche quando rinuncia a raccontare per immagini la costruzione dell'arca, che praticamente vediamo già pronta dopo un velocissimo montaggio, e così anche l'ingresso degli animali viene mostrato rapidamente. Quello che interessa il regista è evidenziare lo scontro tra Noè e Tubal-cain, ovviamente un discendente di Caino che però nella storia biblica non ha nessun legame con gli eventi narrati in questo film. Anche lui sembra uscito dalla penna di Tolkien e, durante il diluvio, fa di tutto per contrastare la partenza dell'arca, combattendo persino "i vigilanti", in una sequenza che sembra una versione parodistica dei lillipuziani sul povero Gulliver. Anche in questo caso, il film va oltre la comune immaginazione, poiché Tubal-cain riesce persino a salire sull'arca, neanche fosse il Filippo Argenti dell'VIII canto della Divina Commedia o, per rimanere in ambito cinematografico, il Max Cady-De Niro di Cape Fear (Scorsese 1991).
Il diluvio stesso è un momento di pura fantascienza: l'acqua, infatti, non si limita ad arrivare dal cielo (uno dei pochi piacevoli movimenti del mdp è proprio quello della prima goccia che cade sul volto di Noè e che seguiamo in una carrellata verticale vertiginosa), ma esplode anche dal terreno in forma di geyser.
Il patriarca ebraico, in totale ossequio ai dettami divini, si metterà contro anche i propri cari ("il Creatore ci ha giudicato. L'umanità deve finire"): la moglie Naamah (la Bibbia in realtà non ci dice il suo nome) che vorrebbe un futuro per i suoi figli; Sem, che vorrebbe avere una famiglia con Ila (Emma Watson), la ragazza salvata e cresciuta da Noè; Cam e Iafet, che vorrebbero anch'essi una donna (e in realtà la Bibbia gliene destina due che partono con loro sull'arca, ma per Aronosfky evidentemente questo avrebbe tolto qualcosa alla sua storia...). 
È un peccato, inoltre, per gli amanti di C'era una volta in America, dover constatare che la moglie di Noè sia interpretata dalla bella Jennifer Connelly, che nel 1987 era la splendida bimba che Noodles guardava danzare da un buco nel muro.
L'ebbrezza di Noè dopo la fine del diluvio e l'arcobaleno come segno del patto di Dio con l'uomo sono due dei pochissimi elementi che riprendono alla lettera i pochi paragrafi del racconto biblico. Quest'ultimo, come ampiamente visto, è stato clamorosamente reinterpretato da Aronosky in un fumettone nel quale appare davvero impresa ardua riscontrare un qualche tipo di interesse e verrebbe voglia di uniformarsi a quei paesi islamici che ne hanno vietato la distribuzione, anche se nel nostro caso la motivazione non sarebbe certo quella religiosa...

Nessun commento:

Posta un commento