Un film sperimentale, come definire altrimenti un progetto portato avanti per dodici anni?
Ebbene sì, Richard Linklater - noto soprattutto per la trilogia romantica con Ethan Hawke e Julie Delpy di Prima dell'alba, Prima del tramonto, Prima di mezzanotte (1995, 2004, 2013) - dimostra di essere particolarmente interessato agli aspetti temporali della narrazione e, per la prima volta nella storia del cinema, realizza una pellicola che segue i suoi personaggi per anni, mentre gli attori che li interpretano crescono e invecchiano.
Non attori diversi per un bambino e un adolescente, quindi, ma lo stesso interprete che, quando le riprese iniziarono nel 2002, aveva otto anni ed ora ne ha venti; una mamma che da trentaquattrenne alla fine della storia ne ha quarantacinque o giù di lì; un papà che da giovane irresponsabile, diventa un uomo dai capelli brizzolati con la "testa a posto"...
La pellicola gli è così valsa l'Orso d'argento al 64° Festival di Berlino per la miglior regia!
Linklater sceglie Patricia Arquette per il ruolo della mamma, Olivia, e il suo attore feticcio, Ethan Hawke, per quello del papà, Mason, un uomo che si ritrova ad essere padre a 23 anni senza aver ben capito cosa significhi, ma che col tempo troverà il modo di esserlo.
Una coppia divorziata che condivide due bambini: Samantha (Lorelei Linklater, figlia del regista), con un volto dalle grandi guance da fare invidia all'Arnold della celebre serie televisiva anni '80, e il piccolo Mason junior (Ellar Coltrane), in fondo il vero protagonista del film.
Un film di questo tipo rischiava di appiattirsi molto su questa trovata e tralasciare la storia che invece, pur se non certo elettrizzante, scorre senza farraginosità per quasi tre ore, lasciandoci con quella piacevole sensazione di voler andare avanti, forse figlia dell'abitudine che tutti abbiamo alla serialità televisiva.
Sta di fatto che è interessante seguire il tempo che avanza attraverso i dettagli, oltre le evidenti differenze fisiche dei personaggi: vedere la piccola Sam che canta e balla Oops I did it again di Britney Spears davanti al fratello che (giustamente) urla la sua disapprovazione; i videogiochi che si evolvono da una consolle ad un'altra; la presidenza di Bush e, dopo, la propaganda per le elezioni presidenziali che vincerà Obama contro McCain; la musica, la moda, la tecnologia (dalle mail a Facebook), e tanto altro.
È trattato con leggerezza anche il rapporto finito tra Olivia e Mason, con la sofferenza inevitabile dei figli, ma anche l'insegnamento secondo cui non sarebbe stato giusto rimanere insieme litigando sempre, accettando il fatto che i genitori si erano trovati a fare gli adulti troppo presto. Si alternano così le domande "difficili" di Mason jr al padre, da cui vuole qualcosa di più dei discorsi di circostanza nei finesettimana e sapere se ha una fidanzata, se ha un lavoro, se la magia esiste davvero e non sia solo raccontata in Harry Potter (altro punto di riferimento cronologico e di tendenza nell'ultimo decennio).
Tutta l'incompatibilità tra Olivia e Mason è poi perfettamente sintetizzata nella risposta di Olivia al piccolo Mason, che le chiede riguardo al papà che lavora in Alaska: "addomestica gli orsi polari?", e lei: "magari sono gli orsi che addomesticano lui".
Se Mason senior non aveva l'età e la mentalità per diventare genitore a 23 anni, al tempo stesso Olivia non riesce a fare a meno di innamorarsi di persone inadatte a lei e ad avere una famiglia, alternando uomini che apparentemente la fanno sentire sicura, ma che tra alcol e violenza rischiano di mettere a repentaglio la serenità sua e quella dei suoi bambini.
Ad Ethan Hawke, Linklater offre una parte in cui può coltivare la passione per la musica: non solo lo vediamo cantare, ma per il quindicesimo compleanno regala al figlio, con un'idea davvero originale, il Black Album dei Beatles, una sua creazione realizzata mettendo insieme i diversi progetti solisti dei quattro ragazzacci di Liverpool. A Mason senior è riservata anche la possibilità di riabilitarsi come padre: non solo è lui a fare un importante e responsabile discorso sulla contraccezione alla giovane Samantha, ma col tempo avrà una nuova famiglia, con cui si integra anche quella precedente, accettando persino compromessi come quello di suoceri religiosi e repubblicani, che da giovane non avrebbe mai accettato ("non mi interessava lo stato della vostra anima" risponde a Sam e Mason che gli chiedono perché non siano stati battezzati come la figlia nata dalla sua nuova relazione).
Bravissima anche Patricia Arquette, il cui personaggio trova la propria realizzazione nell'insegnamento, raggiunto dopo aver ripreso gli studi, e che ottiene attestati di stima anche da chi ha messo in pratica i suoi consigli di cambiare vita e di studiare per avere un futuro migliore. Tutto questo, però, non le permette di evitare la crisi da abbandono del nido, quando anche suo figlio minore lascia la casa per andare al college.
Alla fine lasciamo Mason jr in ascesa come giovane studente di fotografa pieno di talento, con una storia d'amore alle spalle con la bella Sheena, mentre si avvicina a nuovi amici e ad una bella ragazza di nome Nicole, lo stesso che aveva la prima bambina che gli aveva rivolto dei complimenti sul suo aspetto alle elementari... che sia un indizio per accontentare la voglia di serialità degli spettatori?
Che sia così o no, probabilmente sentiremo ancora parlare del bravo Ellar Coltrane che lo interpreta, ma sembra un passaggio di consegne, e insieme un segno dei tempi cambiati, che proprio al giovane Mason Nicole dica "hai presente quando dicono cogli l'attimo? Io credo sia l'attimo a cogliere noi". Solo un caso che il padre di Mason sia Ethan Hawke che ne L'attimo fuggente (Weir 1989) cresceva a suon di carpe diem del professor Keating?
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