2. Il vangelo secondo Matteo (Pier Paolo Pasolini 1964)
3. Brian di Nazareth (Terry Jones 1979)
4. La ricotta (Pier Paolo Pasolini, episodio di Ro.Go.Pa.G. 1963)
5. Jesus Christ Superstar (Norman Jewison 1973)
6. Il re dei re (Nicholas Ray 1961)
7. Il Messia (Roberto Rossellini 1975)
8. La più grande storia mai raccontata (George Stevens 1965)
9. The Passion (Mel Gibson 2004)
Pasolini mette in scena la Deposizione
di Pontormo ne La ricotta
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Naturalmente lassù non può mancare lo splendido film di Pasolini del 1964 che già aveva affrontato il tema solo tangenzialmente con l'episodio di Ro.Go.Pa.G. dell'anno prima, in un esperimento di metacinema in cui il regista era interpretato da Orson Welles e tutti i personaggi da attori non professionisti, tra cui il ladrone buono Stracci che, affamato, passa il tempo sul set a cercare di mangiare il più possibile, compresa la ricotta del titolo, con le conseguenze peggiori... Nel film ci sono anche i celebri tableaux vivants pasoliniani (gli unici a colori in un film in bianco e nero) che riproducono la Deposizione di Rosso Fiorentino e quella di Pontormo, testimonianza degli studi storico-artistici di Pasolini con Roberto Longhi a Bologna. Naturalmente il film venne condannato per vilipendio della religione per poi essere graziato da un'amnistia (una fine comune al Totò visse due volte di Ciprì e Maresco del 1998, che tanto deve a Pasolini e che peraltro mette letteralmente in croce i personaggi principali dei tre episodi che lo compongono).
Le mura di Brian di Nazareth con la scritta in latino ripetuta "cento volte" |
Ma torniamo al vero capolavoro del poeta-regista friuliano sulla Passione, Il vangelo secondo Matteo, che fece proseguire le polemiche in Italia... Basti pensare che il ruolo di Gesù venne affidato al catalano Enrique Irazoqui, sindacalista diciannovenne in lotta contro il regime franchista, e che l'Osservatore romano, di fronte all'impossibilità di criticare il film per il contenuto, che riproduce esattamente quanto narrato dal testo di Matteo, arrivò a scrivere l'assurdità che fosse "fedele al racconto non all'ispirazione del Vangelo".
Sul podio di questa classifica non può mancare anche il film dei Monty Python del 1979 che, per i soliti problemi tutti italiani, in questo paese uscì nelle sale cinematografiche solo nel 1991. La parodia, che mette in scena una storia parallela di Brian, nato nella grotta a fianco a quella di Gesù, e che con il più celebre contemporaneo condivide i luoghi e la situazione politica di terre invase dagli odiatissimi romani, resta indimenticabile per diverse sequenze. Tra queste sicuramente quella in cui Brian scrive sulle mura un colossale "Romanes eunt domus" corretto dai soldati in "Romani ite domum" nella più surreale lezione di latino della storia del cinema (vedi), ma soprattutto il finale sulle croci fischiettato al ritmo di Always look on the right side of life, con tanto di provocazione delle voci off sulla possibilità di dare un seguito al film nonostante la morte del protagonista... (per leggerla tutta basta cercarla qui a fianco nella sezione sulle frasi del cinema, è quella che inizia con "Ecco: all'ultimo momento arriva...").
JC, Maddalena e Juda in Jesus Christ Superstar |
Chiudono la rassegna il colossal di George Stevens del 1965; la versione della Passione più pulp della storia, firmata da Mel Gibson e girata tra i Sassi di Matera, e infine il manierato Gesù di Zeffirelli (nato come sceneggiato tv in otto puntate e noto anche in versione cinematografica da 237'), in effetti il film meno ispirato di tutti.
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