martedì 2 maggio 2017

Susanna! (Hawks 1938)

Una delle più divertenti e famose screwball comedy di Hollywood, prodotta dalla RKO e diretta dall'impeccabile regia di Howard Hawks, maestro del genere e maestro in assoluto; due attori eccezionali come Cary Grant, con un talento innato per la commedia, nel ruolo del giovane ingessato e inconsapevole, e Katharine Hepburn, semplicemente magnifica nell'interpretare, invece, una donna consapevolissima, moderna e indipendente, allo stesso tempo forte e con alcune debolezze e goffaggini che la rendono irresistibile...

Tratta da un racconto di Hagar Wilde pubblicato sul Collier's magazine nel 1937, Hawks per la sceneggiatura chiamò il suo autore e lo fece affiancare da Dudley Nichols, storico sceneggiatore di John Ford e non solo.
Anche se all'uscita non ebbe un immediato successo, il film è oggi considerato uno dei capisaldi tra i classici hollywoodiani nel suo splendido bianco nero (da evitare la versione ricolorata del 1989) fotografato da Russell Metty, qui all'esordio, ma che in futuro lavorerà per Douglas Sirk, John Huston e Stanley Kubrick.

David Huxley (Cary Grant) e Alice Swallow (Virginia Walker) sono due paleontologi ad un passo dal matrimonio e lavorano insieme nel museo naturalistico di New York, dove da anni stanno curando la ricostruzione dello scheletro di un brontosauro, a cui ormai manca solo una clavicola. Il completamento dell'opera e la stessa vita del museo, però, dipendono dalle donazioni e David, per riuscirne ad ottenere una particolarmente ingente, da un milione di dollari, va a giocare una partita di golf con l'avvocato di una potenziale donatrice, Alexander Peabody (George Irving), dove conoscerà per caso Susan Vance (Katharine Hepburn), una ragazza fuori dal comune che gli cambierà la vita, che sembrava avviata, va detto, verso una noiosa "normalità", di cui il simbolo più evidente è il gigantesco puzzle del dinosauro, sul quale, non a caso, David confesserà, dopo le tante peripezie, "io dovrei ringraziarla [...] io ho scoperto che sono state le ore migliori di tutta la mia vita: [...] non mi sono mai divertito tanto".
Un docile leopardo ammaestrato, Baby, che ama le canzoni e si comporta come un grosso gatto, è idealmente il terzo protagonista del film, poiché la trama avanza grazie a lui, quando Susan finge di essere aggredita dal felino per far accorrere nel suo appartamento David, che poi la accompagnerà nella casa di campagna della zia Elizabeth (May Robson), dove succederà di tutto. Ci sarà persino posto per un gioco di equivoci con un altro leopardo fuggito dallo zoo e con tutti i personaggi che finiranno in carcere, fino all'agnizione finale, che proverà a rimettere le cose a posto, anche se ormai nulla sarà come prima...

La pellicola è costituita da continui equivoci, scontri, disastri, incidenti e battute folgoranti.
Il primo incontro tra David e Susan avviene per una pallina di golf scambiata e prosegue, nel parcheggio del circolo sportivo, con Susan che prende l'automobile di David al posto della propria: l'immagine del giovane incredulo sul predellino è solo la prima di una lunga serie.
La sequenza al ristorante con lo psichiatra Fritz Lehman, che Susan non esita a definire "il medico dei matti", è fantastica: la ragazza gli chiede perché un uomo (David) la segue per poi litigare e la risposta del professore, "accade spesso che nell'uomo l'impulso amoroso si esprima in termini di conflitto", non fa che aumentare la convinzione che David prima o poi cederà.
Nella casa di zia Elizabeth, Susan corteggia David ostacolandone il ritorno a New York, cosicché David, privato dei propri vestiti, è costretto ad indossare una vestaglia femminile con cui viene visto dall'anziana signora che gli chiede cosa stia facendo, e lui gli risponde con la frase storica «Because I just went gay all of a sudden!» («Sono improvvisamente diventato gay»), considerata la prima volta in cui la parola gay venne usata per indicare l'omosessualità. L'edizione italiana, peraltro, tradusse con un più generico «perché sono diventato pazzo!». Ed il modernissimo gioco sulla dubbia sessualità di David prosegue poco dopo, quando Susan per giustificare la stramberia con sua zia le rivela, mentendo, la mania del ragazzo di vestirsi da donna.
Il doppiaggio italiano, inoltre, compie un altro errore, di anacronismo, facendo citare a David Paperon de' Paperoni, personaggio che Carl Barks creerà solo nel 1947, ben nove anni dopo l'uscita della pellicola.  
Inutile dire che in una commedia degli equivoci come questa, la zia Elizabeth sia la Carlton-Random che vorrebbe donare il milione di dollari al museo di paleontologia, di fatto l'ultima persona con cui David avrebbe potuto permettersi di farsi vedere in una tenuta così bislacca.
La presenza del leopardo è un'altra inevitabile fonte di comicità: basti pensare che Aloysius Gogarty (Barry Fitzgerald), marito della governante di Elizabeth, colui che incarna il tipico anziano della tradizione western, spesso ubriaco e con un linguaggio duro, crede che vedere quel'animale sia segno della sua ebbrezza.
Hawks inserisce un altro animale nella sceneggiatura, il cagnolino della signora Elizabeth, George, che naturalmente andrà a seppellire in giardino la clavicola del brontosauro, spingendo David e Susan a rincorrerlo per buona parte del film per scoprire dove sia il prezioso reperto preistorico. Nella ricerca la rottura degli occhiali del paleontologo ad uno scambio di battute che dice tanto sull'ironia del film e sull'atteggiamento seduttivo di Susan: "Oh, che peccato, si sono rotti: come mi dispiace!" "Be', non ha nessuna importanza: per fare tutte le scemenze che sto facendo, posso anche farle a occhi chiusi" "Ecco... Comunque, gliel'ho detto: senza occhiali è molto più carino" "Sono solo molto più cieco".

Tra le tantissime battute va citata anche quella di Susan, che alla rivelazione di David "E poi si da il caso che domani nel pomeriggio devo sposarmi", risponde senza filtri "Ah an ah... E a che scopo?" E così, sullo stesso tema David riassume "Ho solo due cose da fare: completare il mio brontosauro e sposarmi alle tre del pomeriggio!" Durante la ricerca del leopardo, i due cadono in acqua e, mentre Susan asciuga i vestiti di David davanti al fuoco, lui risponde con un fantastico "anche Nerone ha iniziato così", e lei "bruciando calzini?"
Il corteggiamento di Susan, minuto dopo minuto, diventa vincente, e David lo ammette seppur per contrasto, in base a quei termini di conflitto già citati: "l'uomo che si farà accalappiare da. lei non avrà altro che guai", e poi "non è che lei non mi sia simpatica. Perché anzi, in certi momenti di calma sarei anche attratto da Lei. Se ci fossero, dei momenti di calma".
C'è anche un'intera sequenza che sembra fare da modello per una scena analoga di un cult movie di oltre trent'anni dopo, Frankensein Junior (Brooks 1974); a tavola, durante una cena, l'amico di zia Elizabeth, Orazio Applegate (Charles Ruggles), si vanta di essere un grande cacciatore e di riconoscere e saper imitare i versi degli animali; naturalmente confonde il verso del leopardo con quello di un gufo, anche perché "non ci sono leopardi nel Connecticut, vero?", ma provando a riprodurre il ruggito di un leopardo la sua voce viene sovrastata da quella dell'animale che sorprende i commensali, che si interrogano su cosa sia e da dove provenga, proprio come accade durante il risveglio della Creatura nel capolavoro di Mel Brooks, intriso di citazioni del cinema classico da rendere decisamente plausibile questo accostamento.
La grande qualità di Susanna (in originale Bringing up Baby, un titolo che gioca con la "crescita" ma anche con il nome del leopardo) è data principalmente dal ritmo veloce; da una struttura narrativa semplice e diretta, che non ricorre a nessun flashback; da una scrittura priva di cali; da una regia che va a ritmo forsennato, fatta di campi e controcampi continui, ai limiti della slapstick comedy (che la screwball fonde con la commedia sofisticata), e, ovviamente, dalla recitazione dei due divi.
Se il fascino di Cary Grant porterà Ian Fleming ad ispirarsi a lui per creare il personaggio di James Bond, anche se evidentemente non per i suoi ruoli da commedia (inimmaginabile Bond che nei momenti più difficili mostri l'espressione goffa e l'impertinente ciuffo sulla fronte di David), su Katharine Hepburn e la sua classe si potrebbero scrivere interi saggi: è leggera e divertentissima e, allo stesso tempo, veste abiti bellissimi in ogni scena con un'eleganza e uno stile che "bucano" lo schermo; la ragazza scontrosa, ribelle e moderna sarà un modello femminile per tanti personaggi futuri, e come non pensare a Susanna di fronte alla Holly Golightly-Audrey Hepburn di Colazione da Tiffany (Edwards 1961)?

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