giovedì 25 maggio 2017

Saluto a Roger Moore (14/10/1927 - 23/5/2017)

Per sette volte James Bond, secondo in questa speciale graduatoria solo dopo Sean Connery, sir Roger George Moore si è spento dopo aver lottato contro il cancro per quasi venticinque anni.
Era nato 89 anni fa a Londra e dopo la Seconda guerra mondiale si era arruolato nell'esercito, ma ben presto passò a teatro e cinema.
Sul grande schermo le prime apparizioni, non accreditate, furono alla metà degli anni quaranta in Intermezzo matrimoniale (Korda 1945) e in Cesare e Cleopatra (Pascal 1945), ma i primi ruoli "veri" vanno considerati quelli in L'ultima volta che vidi Parigi (Brooks 1954), famoso melodramma tratto da un racconto di Francis Scott Fitzgerald e con protagonisti Elizabeth Taylor e Van Johnson, e in Oltre il destino (Bernhardt 1955), dove recitò al fianco di Glenn Ford.
Il successo arrivò dalla televisione, dove interpretò il ladro Simon Templar nella serie Il santo (1962-69) e Brett Sinclair in Attenti a quei due (1971-72), serie cult in cui faceva coppia con Tony Curtis e che ebbe un grande successo nonostante andò in onda per una sola stagione.
Con Tony Curtis in Attenti a quei due
Uno dei motivi dell'interruzione di Attenti a quei due fu l'aspirazione di Roger Moore di diventare James Bond, ruolo in cui esordì nel 1973, con Agente 007 - Vivi e lascia morire (Hamilton 1973). Fu il terzo attore a vestire i panni del personaggio inventato da Ian Fleming, dopo Sean Connery e George Lazenby. Negli anni settanta apparve in altri tre film della saga, Agente 007 - L'uomo dalla pistola d'oro (Hamilton 1974), La spia che mi amava (Gilbert 1977), Moonraker - Operazione spazio (Gilbert 1979), che chiuse negli anni ottanta con altrettante pellicole, Solo per i tuoi occhi (Glen 1981), Octopussy - Operazione piovra (Glen 1983) e, infine, 007 - Bersaglio mobile (Glen 1985).  
Il resto della sua carriera va diviso tra altre prove in film d'avventura, quali I quattro dell'Oca selvaggia (McLaglen 1978) o La prova (Van Damme 1996), e in ruoli da commedia, che gli hanno permesso di recitare in film come La corsa più pazza d'America (Needham 1981) o Pantera Rosa - Il mistero Clouseau (Edwards 1983).  
Roger Moore è stato ambaciatore UNICEF sin dal 1990, mentre dal 2003 la corona inglese lo ha insignito del titolo di sir come Cavaliere dell'Impero britannico.
Per quanto riguarda, infine, la sua vita privata era sposato dal 2002 con la milionaria Kristina Tholstrup, quarta moglie della sua vita dopo Doorn van Steyn (1946-53), la cantante Dorothy Squires (1953-69), l'attrice italiana Luisa Mattioli (1969-93). Da quest'ultima sono nati i tre figli di Roger, tutti rimasti nel mondo del cinema, Deborah e Geoffrey come attori, Christian come produttore.
Sul temperamento e l'ironia di Roger Moore dice molto il racconto che in questi giorni ha rivelato lo scrittore e attore Marc Haynes, che lo incontrò da fan quando era ancora bambino e da collega trentenne, ma in entrambi i casi mostrò di giocare nei panni del suo personaggio più celebre (leggi).
Saluto Roger Moore con il mio primo ricordo del suo volto, all'interno del videoclip di A view to a kill dei Duran Duran, parte della colonna sonora dell'omonimo film del 1985 (titolo originale di 007 - Bersaglio mobile): ancora oggi quando penso a lui lo immagino in tutta la sua eleganza britannica maneggiare la pistola tra le strutture in ferro della Torre Eiffel (vedi).  

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