mercoledì 15 luglio 2015

La piccola bottega degli orrori (Corman 1960)

Il film di Corman, paradossalmente, più che per se stesso è famoso per il 
remake che ne è stato fatto in versione musicale - a sua volta ripreso da un adattamento di Broadway del 1982 - da Frank Oz nel 1986 con lo stesso titolo e con un cast d'eccezione che comprendeva, tra gli altri, Rick Moranis, Steve Martin, Bill Murray, John Candy e James Belushi.
Come gran parte della produzione del regista statunitense, la pellicola è un b-movie a basso costo, girato quasi esclusivamente in studio e con pochissime sequenze in esterno che fanno da raccordo, in cui le immagini sono velocizzate dando la sensazione di essere di fronte al cinema comico dell'era del muto: proprio in una di queste il protagonista ricorda i personaggi di Charlie Chaplin o, ancor di più di Buster Keaton, quando apre e chiude gli occhi in alternanza con la luce di un semaforo.
La storia è di fatto una commedia nera e a spiegarcelo contribuisce una voce off iniziale, quella dell'agente Joe Fink, senza la quale il soggetto del film apparirebbe come una commedia alla Billy Wilder. I bei titoli di testa animati da disegni ci portano nel quartiere ebraico di una città statunitense, dove si trova il modesto negozio di fiori del signor Gravis Muschnik (Mel Welles), in cui lavorano la bella e semplice Audrey (Jackie Joseph) e l'imbranato Seymour Krelboyne (Jonathan Haze). 
Sarà proprio quest'ultimo a dare fama e ricchezza alla piccola bottega, coltivando una pianta esotica di cui ha acquistato i semi da un misterioso venditore giapponese, e che battezza prontamente Audrey junior, in onore della collega di cui è innamorato. La pianta, carnivora, dimostrerà di essere il personaggio con più personalità tra quelli presenti nel negozio e il suo bisogno di cibo determinerà gli eventi... 
Il film non è certo un capolavoro, ma le cose migliori della scrittura di Charles B. Griffith, autore di soggetto e sceneggiatura, che in parte si perdono nel doppiaggio italiano, data l'importanza riservata all'accento yiddish, arrivano dagli esilaranti personaggi minori: la signora Shiva, una donna ebrea che va tutti i giorni al negozio per comprare fiori per il funerale di turno; Burson Fouch (il caratterista Dick Miller, visto in innumerevoli film e serie tv), il cliente che compra i fiori per mangiarli; il dentista sadico; il poliziotto Frank, che alla domanda del collega sui suoi figli, risponde serafico "ne ho perso uno ieri, giocava con i fiammiferi"; e ancora, Ortensia Fistwenger, la rappresentante della "Società degli studiosi dei fiori silenziosi della California", che ha deciso di premiare Seymour per la sua pianta. 
È fantastica anche la figura della madre di Seymour che, abbandonata dal marito da anni, ha cresciuto il figlio legandolo totalmente a sé, è in gran parte la causa della timidezza e del disagio sociale di Seymour. Strepitosa la sua ipocondria senza confini: la vediamo girare per casa con uno sfigmomanometro al braccio, ma soprattutto la sua cucina è fatta di ricette esclusivamente a base di medicinali. La possessività nei confronti del figlio e la fobia delle malattie si uniscono in alcune delle battute più divertenti del film, pronunciate nei dialoghi con Seymour, a cui dice "mi hai promesso che non ti saresti sposato almeno fino a quando non mi avessi comprato quel polmone d'acciaio" oppure, poco oltre, "non bisogna fidarsi di una donna troppo in salute".
Molto buona, come ritmo e soprattutto grazie alla musica dissonante di Fred Katz e Ronald Stein, la sequenza dell'inseguimento, con Seymour che si nasconde tra gli pneumatici e le ceramiche da bagno di un cantiere. 
Un ennesimo personaggio minore, infine, merita un discorso a sé, poiché il paziente masochista del dentista, Wilbur Force, che si ritrova ad essere "curato" da Seymour, a cui chiede a più riprese di non essere anestetizzato prima dell'uso del trapano, è un giovanissimo Jack Nicholson, in una delle prime apparizioni della sua carriera e che già ha stampato sul volto quel sorriso pazzoide che entrerà a far parte della storia del cinema... 

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