mercoledì 13 agosto 2014

Saluto a Lauren Bacall (16/9/1924 - 12/8/2014)

Tutti in piedi, come il 14 novembre 2009, quando le venne consegnato l'Oscar alla carriera!
Il giorno dopo la scomparsa di Robin Williams, si spegne anche Lauren Bacall, ma stavolta nella maniera più naturale possibile, ad un passo dal raggiungimento dell'invidiabile traguardo dei novant'anni.

Betty Jane Perske, questo il suo vero nome, era ormai una delle ultime grandi dive del cinema ancora in vita e, sarà banale, ma con lei se ne va un pezzo di storia di Hollywood, dove aveva esordito nel lontano 1944 con il bellissimo Acque del sud di Howard Hawks, sul cui set recitò al fianco di Humphrey Bogart, l'uomo che divenne il suo compagno anche nella vita. 
Il grande regista statunitense l'aveva notata quando faceva la fotomodella, grazie ad una copertina apparsa nel marzo 1943 su Harper's Bazar (vedi qui sotto), quella che la stessa attrice ha definito "lo scherzo del destino che ha cambiato la mia vita per sempre". 
Con lo stesso Hawks, e sempre con Bogey, fu poi anche l'interprete di quello che forse è stato il suo più celebre film, Il grande sonno (1946), nei panni di Vivian Sternwood.

La copertina che diede inizio alla sua carriera
Difficile stilare un elenco degli altri lavori, che si susseguirono fino alla fine degli anni cinquanta senza soluzione di continuità e in cui si distinse, oltre che per la folgorante bellezza, per il modo di recitare ad occhi bassi, che le valse il nomignolo di "The look" (lo sguardo).
Inanellò pellicole dirette da alcuni dei più grandi registi del tempo, come Delmer Daves (La fuga, 1947), John Huston (L'isola di corallo, 1948), Michael Curtiz (Chimere e Le foglie d'oro, 1950), Jean Negulesco (Come sposare un milionario, 1953; Il mondo è delle donne, 1954; Dono d'amore, 1958), Vincente Minnelli (La tela del ragno, 1955; La donna del destino, 1957), William A. Wellman (Oceano rosso, 1955), Douglas Sirk (Come le foglie al vento, 1956).
In seguito le sue interpretazioni diminuirono inevitabilmente, ma negli anni ha recitato comunque in importanti pellicole come Assassinio sull'Orient-Express (Lumet 1974), Il pistolero (Siegel 1976), Health e Prêt-à-Porter (Altman 1980 e 1994), Misery non deve morire (Reiner 1990), Dogville e Manderlay (von Trier 2003 e 2005), The Walker (Schrader 2007), e ha persino prestato la sua voce per l'edizione inglese del magnifico Il castello errante di Howl (Miyazaki, 2004).
Non vinse mai un Oscar, al quale si avvicinò una sola volta, con la nomination per L'amore a due facce (Streisand 1996), con cui almeno si aggiudicò il Golden Globe, e, come spesso capita, quello alla carriera conferitole nel 2009 è stata un dovuto atto riparatorio da parte dell'Academy Awards.

Nata a New York da una coppia di genitori ebrei - polacco il padre, rumena la madre -, crebbe con la famiglia materna (da cui prese anche il cognome Bacal, poi modificato con una doppia L finale), dato che il padre se ne andò quando lei era ancora molto piccola. Prima ballerina e poi fotomodella, fu la già citata copertina di Harper's Bazar a catapultarla nel cinema. Conobbe Bogart quando aveva appena 17 anni e lui 42, uno scarto generazionale da sempre letto come bisogno di una figura paterna praticamente mai avuta, e dalla loro unione, durata dal 1945 al 1957, anno della morte dell'attore, nacquero i figli Stephen e Leslie.
Dopo una breve relazione con Frank Sinatra, nel 1961 sposò Jason Robards (l'indimenticato Cheyenne di C'era una volta il West, Leone 1968), da cui ebbe un terzo figlio, Sam, e dal quale divorziò nel 1969. È sempre rimasta legata, però, alla famiglia Bogart, che non a caso ha comunicato la sua scomparsa di ieri. 

Addio Lauren, tutti i tuoi fan e gli amanti del cinema ti augurano che Il grande sonno ti sia lieto...

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