domenica 27 novembre 2016

Kill Bill volume 2 (Tarantino 2004)

...analizzare il secondo film di questa diade tarantiniana mette subito di fronte ad un ideale quesito che ogni lettore chiederebbe: quale delle due pellicole è migliore? 
Consapevole che scegliere tra uno e l'altro significhi deludere una buona parte dei lettori, poiché i due Kill Bill dividono come tutti i grandi film il pubblico, credo che il primo sia difficilmente raggiungibile, e quindi in fondo superiore, ma che il secondo al tempo stesso non meriti il declassamento a film minore. Sicuramente diverso, con meno azione, meno ritmo forsennato, meno epica e meno musica travolgente, in favore di un andamento più lento e riflessivo, per quanto possibile in Tarantino.
Personalmente ho sempre considerato i suoi film come un ingresso al luna park e se Kill Bill 1 è paragonabile al più vertiginoso degli ottovolanti, Kill Bill 2 allora può essere associato ad una meravigliosa ruota panoramica. 
Come fatto per la prima pellicola, anche in questo caso vale la pena ripercorrere i singoli capitoli, non prima di aver ricordato che l'inizio questa volta è segnato da uno splendido omaggio alla Hollywood classica, con la star Uma Thurman che guida una decappottabile, immobile quanto il tavolino-automobile in cui siede con John Travolta nella mitica scena allo Jack Slim Bar in Pulp Fiction, in una scena girata in bianco e nero, con l'ausilio di ventilatori e trasparenti per il paesaggio che corre dietro di lei. La Sposa racconta velocemente la puntata precedente, il coma e la sua "ruggente furia vendicativa" al risveglio, precisando che si tratta della frase usata dal trailer con piena ironia metacinematografica, e dichiarando il suo intento, quello che corrisponde al titolo del film...  


Capitolo VI "Il massacro dei Due Pini". Tarantino continua con il bianco e nero e finalmente mostra al suo pubblico, introdotto dalla voce off della Sposa che narra come ormai quel massacro sia diventato un racconto leggendario, l'antefatto da cui scaturisce l'intera trama dei due film, di cui finora il pubblico ha avuto solo un breve accenno nel secondo capitolo del primo volume, quello ad animazione. Entriamo nella cappella, vediamo una parte dei preparativi del matrimonio, conosciamo Rufus, il pianista interpretato con un cameo da Samuel Jackson, che propone di suonare Love me tender durante il matrimonio, e soprattutto vediamo per la prima volta (anche lui finora visto solo come un personaggio d'anime), Bill (David Carradine). La sua apparizione è introdotta magnificamente: Uma esce dalla cappella in un bellissimo surcadrage alla Sentieri selvaggi (Ford 1956), lui suona il flauto come Charles Bronson suonava l'armonica in C'era una volta il west (Leone 1968), e poi il lungo dialogo tra i due è insieme surreale, ironico e epico, con tanto di sorpresa finale quando la sposa presenta Bill al suo promesso Tommy.... quello che succede dopo lo sappiamo, e viene anticipato da scaramanzia, convenevoli e un notevole carrello all'indietro seguito da un dolly.

Capitolo VII "La tomba solitaria di Paula Schulz". Il ritorno al tempo presente, e al colore, ci fa conoscere un altro personaggio importante, membro del seguito di Bill ai Due Pini, suo fratello Budd (Michael Madsen), un texano da copione, che vive in una roulotte e che lavora come buttafuori in un locale il cui gestore regala una perla della sceneggiatura: "di che cosa vuoi convincermi esattamente, che qui sei inutile quanto un buco del culo sul gomito?"
Tarantino, poco dopo, gira uno dei suoi leitmotiv tratto dall'iconografia western e che poi tornerà sia all'inizio di Bastardi senza gloria (2009) che alla fine di The Hateful Eight (2015): la Sposa attende Budd al di sotto delle assi di legno che costituiscono l'impiantito su cui poggia la sua roulotte. Il loro incontro è introdotto dalle note country e intradiegetiche di Satisfied Mind cantata da Johnny Cash, mentre Budd chiama la sua "ospite", con un altro tocco di ironia metacinematografica, "cowgirl" (Cowgirl - Van Sant 1993, aveva proprio Uma Thurman come protagonista).
La colonna sonora prima recupera uno dei capolavori morriconiani, il brano di tromba di Per un pugno di dollari (Leone 1964), e poi Budd seppellisce la donna dopo averla chiusa in una bara di legno. Il sonoro di questa sequenza è incredibilmente funzionale all'angoscia del momento: sentiamo ogni colpo di martello, ogni chiodo che si conficca nel legno, ogni volta che la pala entra nel, ogni pugno di terra che ricopre la bara.... La sposa con la torcia all'interno di quello spazio angusto è una delle tante immagini indimenticabili di Kill Bill, e da sola ha ispirato il film di Rodrigo Cortés Buried - Sepolto (2009).

Capitolo VIII "I crudeli insegnamenti di Pai Mei". Per sapere come la Sposa potrà uscire da quella situazione, il montaggio va a pescare una storia molto precedente, quella in cui la donna, allora compagna di Bill, fu addestrata dal maestro Pai Mei. Così come il primo volume doveva molto all'immaginario giapponese, stavolta Tarantino ricorre a quello cinese: Bill suona musiche cinesi con il suo flauto, narra racconti su monaci Shaolin e descrive la tecnica dell'esplosione del cuore con cinque colpi delle dita. Tarantino di fatto recupera la mitologia di una serie di film prodotti a Hong Kong (I distruttori del tempio Shaolin - 1977; Il clan del Loto Bianco - 1980). che vedono protagonista nei panni di Pai Mei l'attore Lieh Lo, lo stesso utilizzato per interpretarlo qui venti anni dopo. Anche in un momento così solenne, la sceneggiatura non manca di aggiungere ironia, così quando Bill lascia la futura Black Mamba davanti alla scalinata che porta all'abitazione di Pai Mei, alla domanda della donna "quando ti vedrò di nuovo?" risponde "è il titolo della mia canzone preferita degli anni settanta (il riferimento è ovviamente a When will I see you again - The Three Degrees).
Pai Mei, come ricorda Bill, "odia la razza bianca, disprezza gli americani e sopporta con fastidio le donne", e la lunga sequenza di addestramento successiva lo conferma, caratterizzandolo come un personaggio duro, inflessibile ed esigente. Tarantino non solo lo fa parlare in cinese, ma si lascia andare anche a zoom a scatti tipici del cinema di arti marziali.
Solo ora il montaggio può tornare alla tomba di Paula Schulz e, dopo un altro omaggio a Morricone (L'arena da Il mercenario - Corbucci 1968), all'uscita di Black Mamba, il cui braccio che dalla terra riaffiora in superficie è citazione da Carrie (De Palma 1976), ma poi riusato da tanti altri film horror.

Capitolo IX "Elle e io". L'arrivo del personaggio interpretato da Daryl Hannah alla roulotte di un tronfio Bud genera altre sorprese, una delle quali è rappresentata da un black mamba, stavolta nell'accezione del temibile serpente. Elle telefona a Bill per aggiornarlo sulla situazione e per dargli i dettagli di dove sia seppellita Beatrix Kiddo... solo ora Tarantino ci permette di sentire il nome della Sposa, finora nel corso dei due film nascosto da un bip sonoro. La presenza di Beatrix è introdotta da un divertente "presente" con tanto di alzata di mano dichiarato in una classe scolastica, un ironico dettaglio che preannuncia la furia del duello con Elle. Durante il dialogo tra le due, peraltro, la sceneggiatura ci riserva anche la soluzione per l'occhio perso, e perciò bendato, di Elle, punita da Pai Mei per averlo chiamato "miserabile, stupido, vecchio", ma poi ucciso dalla stessa donna. Il dettaglio non è certo ininfluente ai fini della storia, poiché naturalmente arricchisce di motivazioni la vendetta di Beatrix e le fornisce un'ispirazione che definirei di violenza oftalmica.

Ultimo capitolo "Faccia a faccia". L'ultima sezione di Kill Bill 2 segna l'attesissimo incontro con Bill, anticipato da un dialogo tra Beatrix ed Esteban Vihaio (Michael Parks), il primo dei patrigni di Bill. A lui spetta una citazione cinefila, quando ricorda l'infatuazione che il piccolo Bill aveva per le donne bionde sin dai cinque anni, quando si succhiava il pollice ogni volta che veniva inquadrata Lana Turner durante Il postino suona sempre due volte (Garnett 1946).
Come ogni tragedia classica che si rispetti, il finale non può rinunciare all'agnizione e l'arrivo di Beatrix a casa di Bill non deroga a questa regola: la furia vendicatrice della donna sparisce di fronte a B.B. (come le iniziali dei genitori; Perla Haney-Jardine), che gioca col padre e urla "bang bang". Solo un caso che queste parole costituiscano il titolo della primo brano della colonna sonora del volume 1 o voluta circolarità? Difficile credere ai casi nelle pellicole di Quentin Tarantino... e basta arrivare fino in fondo per capire che anche il racconto di Bill davanti al fuoco non fosse poi così fine a se stesso.
Prima, però, c'è ancora il tempo per un flashback che racconta la crisi vissuta da Beatrix di fronte al test di gravidanza, ormai cinque anni fa, e il cambiamento sulla visione della propria vita, repentino come quello di Jules-Samuel Jackson in Pulp Fiction dopo essere sopravvissuto miracolosamente alle pallottole... e in effetti Beatrix esce da una situazione difficile con un monologo del tutto simile a quello che Jules fa davanti a Tim Roth nella tavola calda dell'illustre precedente.
Sì, forse Kill Bill 2 è un gradino sotto a Kill Bill 1, ma che gran film!

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