Se n'è andata come in un film di Yasuhiro Ozu, il regista che più d'ogni altro ne ha reso celebre il volto, con la serenità che nessun altro come lui ha saputo trasmettere sul grande schermo.
Si è spenta per una polmonite, ormai oltre due mesi fa - ma la famiglia ha comunicato solo da pochi giorni la sua morte -, Setsuko Hara, vera icona del cinema nipponico.
L'attrice, nata a Yokohama 95 anni fa, si era avvicinata al cinema appena quindicenne con il regista e cognato Hisatora Kumagai, e aveva iniziato la carriera con ruoli che raccontavano il Giappone del periodo appena antecedente la Seconda guerra mondiale.
Il primo ruolo in un film di un grande maestro fu quello della figlia del professore universitario in Non rimpiango la mia giovinezza (1946), diretto da Akira Kurosawa, con il quale poi interpretò anche ne L'idiota (1951), ma ogni cinefilo ricorda il suo dolcissimo viso in alcuni dei massimi capolavori di Ozu: Tarda primavera (1949), Inizio d'estate (1951), Viaggio a Tokyo (1953), Crepuscolo di Tokio (1957) e Tardo autunno (1960).
Un paio d'anni dopo, nel 1962, Setsuko si ritirò dal mondo del cinema, ancora decisamente giovane, ma con all'attivo già più di cento film: nessuno ha mai saputo il perché di questa scelta.
In occidente, però, sarà per sempre uno dei simboli della femminilità giapponese, soprattutto nei ruoli in cui il suo personaggio, seppure con diverse sfaccettature, porta lo stesso nome, una serie di film non a caso noti come "trilogia di Noriko". Noriko, infatti, è la figlia del vedovo interpretato da Chishû Ryû, con cui decide di continuare a vivere, in Tarda primavera, in un soggetto poi ripreso da Ozu in versione femminile in Tardo autunno, dove Setsuko Hara sarà invece la madre vedova, Akiko, da cui la figlia Ayako non vuole separasi. Noriko è, inoltre, anche la protagonista di Inizio d'estate - noto anche come Il tempo del raccolto del grano -, la dattilografa che deve sposarsi e che sceglierà autonomamente nonostante le pressioni familiari per il "buon partito" di turno. Noriko è, infine, la giovane amorevole di Viaggio a Tokyo, dov'è lei stessa la vedova di uno dei figli dell'anziana coppia protagonista, morto durante la Seconda guerra mondiale.
È lei che più dei stessi figli accoglie i suoceri con affetto e offre loro la più completa disponibilità, fino ad assistere la suocera Tomi nel momento della morte.
Difficile, dopo aver saputo della scomparsa di Setsuko Hara, non pensare a questa sequenza del film che è comunemente considerato il più bel film di Ozu, anche se probabilmente è quanto di più lontano dalla realtà...
Addio Setsuko, il tuo sorriso rimarrà scolpito nella nostra memoria!
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