Nella serata di domenica 22 febbraio sono state assegnate, come ogni anno, le preziose statuette nel gala del Dolby Theatre di Los Angeles, giunto alla sua 87° edizione e stavolta presentato da Neil Patrick Harris.
Quest'anno l'Academy Awards ha premiato i due film più cinefili tra quelli in gara: Birdman e Grand Budapest Hotel. Ad entrambi sono andati quattro riconoscimenti, ma se il bel film di Wes Anderson si è aggiudicato la migliore scenografia, il trucco, la colonna sonora e i costumi (dell'italiana Milena Canonero peraltro), è la pellicola di Iñarritu che può essere definita la vera trionfatrice dell'anno - così come l'anno scorso fu per Gravity di Cuaron, ancora una volta un messicano - con miglior film, regia, sceneggiatura originale e fotografia, premi dal peso specifico decisamente diverso.
I candidati "protagonisti" |
Da nessuno dei due film, però, è stato selezionato alcun premio per gli attori che, almeno per i ruoli da protagonisti, hanno rispettato il vecchio adagio che vuole vincenti gli interpreti di personaggi afflitti da malattie: Eddie Redmayne per il ruolo di Stephen Hawking in La teoria del tutto, e Julianne Moore per Still Alice. Indubbiamente meritato il primo Oscar, anche se sembrava eccellente pure la prova di Cumberbatch nel pur banale The imitation game e soprattutto quella autoironica di Michael Keaton che, proprio lui che era stato il Batman di Tim Burton, veste i panni di un attore ricordato soprattutto per aver interpretato un supereroe. Per il ruolo femminile, la bravura di Julianne Moore è indiscutibile ed è incredibile che nella sua carriera non avesse ancora vinto una statuetta (penso soprattutto ad America oggi o a Magnolia, solo per dirne un paio); tra le altre candidate avrebbe potuto insidiarla solo Rosamund Pike per Gone girl o Marion Cotillard per Due giorni, una notte, d'altronde un film troppo europeo per convincere l'Academy.
I candidati "non protagonisti" |
Per i ruoli da non protagonisti, invece, hanno primeggiato rispettivamente J.K. Simmons (Whiplash) e Patricia Arquette, unico premio per l'incredibile Boyhood, il film di Richard Linklater che per l'originalità del progetto - una storia durata dodici anni non solo nella finzione ma anche nella realtà - avrebbe meritato qualcosa di più. Il primo se l'è vista con Ethan Hawke ancora per Boyhood e Edward Norton per Birdman, ma obiettivamente l'attore tanto caro ai fratelli Coen (con loro ha girato Ladykillers, Il Grinta e Burn after reading) era una spanna sopra gli altri; la seconda, invece, ha battuto la concorrenza dell'intramontabile Meryl Streep, alla sua diciannovesima candidatura grazie alla strega di Into the wood, con Emma Stone per Birdman, Laura Dern in Wild e Keira Knightley, bellissima in The imitation game, ma con una recitazione vezzosa di un personaggio peraltro "gonfiato" alla sceneggiatura per dare una valenza romantica alla vita di Alan Turing.
Pawlikowski con l'Oscar per Ida |
Strameritato l'Oscar per il miglior film straniero al poetico film in bianco e nero Ida, capace di trattare con leggerezza gli eccidi ebraici in Polonia e girato con maestria da Pawel Pawlikowsky.
Un ultimo accenno ai premi alla carriera, occasione per riparare ad "errori" passati, che quest'anno ha riconosciuto il valore del cineasta d'animazione Hayao Miyazaki, ma anche dello sceneggiatore francese Jean-Claude Carrière (es.: Il fascino discreto della borghesia), e dell'attrice Maureen O'Hara (Un uomo tranquillo), e infine al consueto montaggio con gli artisti scomparsi nel corso dell'ultimo anno: tra i tanti, oltre agli indimenticati Mickey Rooney, Robin WIlliams, Lauren Bacall, Anita Ekberg, Mike Nichols, Richard Attenbourgh e Virna Lisi, quest'anno con nostro grande disappunto non è stato citato Francesco Rosi... speriamo l'Academy ponga rimedio l'anno prossimo, come in questo ha fatto con Alain Resnais, colpevolmente dimenticato l'anno scorso.
Qui di seguito l'elenco dei premiati e tra parentesi, quando non della stessa opinione, quelli che a mio avviso avrebbero meritato la statuetta (N.B. Preciso di non aver visto Still Alice):
Iñárritu con la sua meritata statuetta |
Film: Birdman - Alejandro González Iñárritu (Ok)
Regia: Birdman - Alejandro González Iñárritu (Ok)
Attore protagonista: La teoria del tutto - Eddie Redmayne (Birdman - Michael Keaton)
Attrice protagonista: Still Alice - Julianne Moore (Due giorni, una notte - Marion Cotillard)
Attore non protagonista: Whiplash - J.K. Simmons (Ok)
Attrice non protagonista: Boyhood - Patricia Arquette (Ok)
Sceneggiatura originale: Birdman - Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris e Armando Bo (Ok)
Sceneggiatura non originale: The Imitation Game - Graham Moore (Ok)
Fotografia: Birdman - Emmanuel Lubetzky (Ok)
Montaggio: Whiplash - Tom Cross (Boyhood - Sandra Adair)
Colonna sonora originale: Grand Budapest Hotel - Alexandre Desplat
Film straniero: Ida - Paweł Pawlikowski (Ok)
Scenografia: Grand Budapest Hotel - Adam Stockhausen (Ok)
Costumi: Grand Budapest Hotel - Milena Canonero (Ok)
Gli altri premi:
Effetti speciali: Interstellar
Missaggio sonoro: Whiplash
Montaggio sonoro: American sniper
Trucco:Grand Budapest Hotel
Canzone: Selma - "Glory"
Film d'animazione: Big hero 6
Cortometraggio: The Phone Call
Documentario: Citizenfour
Cortometraggio d'animazione: Feast
Cortometraggio documentario: Crisis Hotline: Veterans Press 1
Oscar alla carriera: Jean-Claude Carrière, Hayao Miyazaki, Maureen O'Hara
Oscar umanitario: Harry Belafonte
"(N.B. Preciso di non aver ancora visto Whiplash e Still Alice)".
RispondiEliminaWhiplash mi e' piaciuto proprio tanto, aspetto la tua recensione ;-)
Grazie Enrico! Recupererò presto! :-)
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