mercoledì 1 marzo 2017

Notte degli Oscar 2017

L'89° notte degli Oscar passerà alla storia come la notte del "grande errore"...
Sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles è andata in scena un'enorme figuraccia planetaria, e con tutto il rispetto per gli altri premi, non in occasione della premiazione del miglior documentario o del miglior cortometraggio, ma in quella del miglior film.
Se poi l'Academy costringe ad errore e figuraccia l'indimenticata coppia protagonista di Gangster story (Penn 1967), Faye Dunaway e Warren Beatty, tutto assume un sapore ancora più amaro per tutti gli amanti del cinema.

Lo sguardo incerto di Bonnie & Clyde
Basta rivedere la scena (vedi) per notare i volti incerti dei due attori, che sulla busta hanno letto un La la land in modo sommesso, quasi imbarazzato, poiché associato ancora al nome dell'attrice protagonista, già assegnato in precedenza (a Beatty e Dunaway è stata consegnata una seconda copia della stessa busta), e l'intervento tardivo degli organizzatori, saliti sul palco a ripetere "this is not a joke" (non è uno scherzo) quando i produttori del musical creduto vincitore avevano già iniziato i ringraziamenti di rito da un paio di minuti, non ha fatto che aumentare la sensazione che il palco del Dolby Theatre fosse diventato quello di un teatrino di quart'ordine.
L'ostensione del cartoncino corretto: Moonlight - miglior film
Anche se, per chi scrive, la figuraccia l'Academy l'aveva già fatta in origine, non inserendo tra i candidati Silence di Martin Scorsese, sempre più palesemente inviso dall'estabilishment hollywoodiano, la vittoria di Moonlight regala qualche sorriso in più nonostante tutto, perché come già scritto è uno di quei film che può "cambiare inveterati preconcetti e permettere di fare dei passi in avanti verso la civiltà".
L'Academy, peraltro, è riuscita a inanellare un'altra figura non proprio edificante, quando nel consueto montaggio fotografico di addetti ai lavori scomparsi quest'anno, ha inserito l'immagine della produttrice australiana Jan Chapman, viva e vegeta, al posto della collega defunta, la costumista australiana Janet Patterson, errore apparso meno grave solo perché commesso con personaggi poco noti del circo hollywoodiano, ma che ancora una volta la dice lunga sul pressapochismo di una manifestazione seguita in tutto il mondo.
La vittoria di Moonlight
Difficile parlare del resto dopo una serata di questo tipo, ma va detto che appariva evidente a chiunque l'avesse visto che le 14 nomination di La la land fossero davvero troppe, e solo la presunta volontà di creare il grande fenomeno da record poteva far temere un'incetta di statuette da parte del film di Chazelle, bello, nostalgico, maledettamente cinefilo, ma non un capolavoro!
I sei Oscar assegnatigli per regia, forse generoso, ma comprensibile (sempre eliminando Silence); attrice protagonista, fotografia, scenografia, colonna sonora e canzone, possono ampiamente essere considerati un omaggio sufficiente per il film più metahollywoodiano della stagione.
L'Italia, nel suo piccolo, si deve "accontentare" dell'Oscar ad Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini, che con Christopher Nelson, si sono aggiudicati la statuetta per il trucco di Suicide Squad. La delusione, ampiamente prevedibile, invece, è arrivata per il mancato successo di Fuocoammare di Gianfranco Rosi, il documentario sconfitto da O.J.: Made in America di Ezra Edelman,  troppo legato ad un evento così popolare per l'immaginario collettivo statunitense come "il processo del secolo" a O.J. Simpson, per poter competere. La vittoria del film più lungo mai candidato a un Oscar, però, riapre l'idea che vada aggiunto un premio per la categoria serie tv, perché di fatto questa lo è (467 minuti, divisi in puntate).
I vincitori dei quattro premi agli attori
Ad una serie deve la sua celebrità anche Mahershala Ali, strameritata statuetta per lui, finora soprattutto noto per il ruolo di Remy Danton in House of cards e che in Moonlight ha una straordinaria parte di modello di vita decisamente sui generis per il giovane protagonista.
Il film più bello dell'anno, inoltre, ha vinto anche l'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, bellissima, di Barry Jenkins e Tarell Alvin McCraney.
Per quanto riguarda gli altri attori, invece, ribadendo la vittoria di Emma Stone, che ha battuto soprattutto la Natalie Portman-Jackie larrainiana, considerando meno concorrenziali le nomination per Isabelle Huppert e dell'immancabile Meryl Streep, la statuetta del miglior protagonista è andata a Casey Affleck per Manchester by the sea, meritata, anche se resta il rammarico per non aver visto trionfare Viggo Mortensen in Captain Fantastic, mentre quella per la miglior non protagonista è andata a Viola Davis per Barriere di Denzel Washington, in Italia uscito solo da una settimana.
L'Oscar italiano: Bertolazzi e Gregorini con Nelson
Non potendo ancora giudicare la prova dell'interpete afroamericana mi auguro, però, che le teorie complottistiche che sicuramente si annoderanno attorno al clamoroso scambio di busta finale, non riducano a squallide scelte politically correct le vittorie di Moonlight!


Qui di seguito l'elenco dei premiati:

Film: Moonlight - Bearry Jenkins
Regia: La la land - Damien Chazelle
Attore protagonista: Manchester by the sea - Casey Affleck
Attrice protagonista: La la land - Emma Stone
Attore non protagonista: Moonlight - Mahershala Ali
Attrice non protagonista: Barriere - Viola Davis
Sceneggiatura originale: Manchester by the sea - Kenneth Lonergan
Sceneggiatura non originale: Moonlight - Barry Jenkins e Tarell Alvin McCraney
Fotografia: La la land - Linus Sandgren
Montaggio: La battaglia di Hacksaw Ridge - John Gilbert
Colonna sonora originale: La la land - Justin Hurwitz
Film straniero: Il cliente - Asghar Farhadi
Film d'animazione: Zootropolis - Rich Moore e Byron Howard
Scenografia: Mad Max: La la land - Sandy Reynolds-Wasco e David Wasco
Costumi: Animali fantastici e dove trovarli - Colleen Atwood

Gli altri premi:
Effetti speciali: Il libro della giungla
Montaggio sonoro: Arrival
Trucco: Suicide Squad 
Canzone: La la land - "City of stars"
Cortometraggio: Sing
Documentario: O.J.: Made in America
Cortometraggio d'animazione: Piper
Cortometraggio documentario: Caschi bianchi

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