A 84 anni, dopo un ictus che lo ha colpito nella sua casa di Miami, se n'è andato Tomas Milian, per molti fan il maresciallo/ispettore Nico Giraldi e il ladro di basso profilo Sergio Marrazzi, meglio noto come Er Monnezza.
La sua fisicità unita alla voce dell'indimenticato Ferruccio Amendola hanno generato il mito, un personaggio cult le cui battute, non esattamente edificanti, sono state mandate a memoria da diverse generazioni di ragazzi soprattutto romani, ma non solo.
Nel 1957 lasciò Cuba e, poco più che ventenne, iniziò a lavorare a Broadway e poi nella tv statunitense. Nel 1959 la svolta italiana: recitando una pantomima di Jean Cocteau al Festival di Spoleto attirò l'attenzione di Mauro Bolognini, che nello stesso anno lo inserì nel cast de La notte brava e l'anno seguente de Il bell'Antonio, al fianco di Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale (tornerà a lavorare con il regista pistoiese in la Madamigella di Maupin, 1966).
Nel 1965 partecipò a Il tormento e l'estasi di Carol Reed, colossal su Michelangelo Buonarroti interpretato da Charlton Heston in cui a lui spettò il ruolo di Raffaello Sanzio; nel 1971 Fuga da Hollywood sotto la regia di Dennis Hopper; nel 1976 con Claude Chabrol in Pazzi borghesi.
Nico Giraldi, invece, è un maresciallo della polizia (dal 1981 ispettore), creato dallo sceneggiatore Mario Amendola, zio del doppiatore Ferruccio. È lui soprattutto il personaggio cult e con più dettagli biografici: sposato con Angela (Roberta Manfredi / Olimpia di Nardo), è appassionato di Sylvester Stallone, tanto da chiamare Rocky il primogenito, e di Al Pacino, il riferimento a Serpico è evidente, ma Nico chiama così anche il topolino che gira spesso per casa; e infine soprattutto, è lui a duettare con Venticello (Bombolo), delinquente di piccolo cabotaggio di cui di fatto si considera amico, in quello che è un romantico gioco da guardie e ladri. In otto anni uscirono undici film che ebbero Nicol Giraldi come protagonista, con la regia di Bruno Corbucci: Squadra antiscippo, Squadra antifurto (1976); Squadra antitruffa (1977); Squadra antimafia (1978); Squadra antigangsters, Assassinio sul Tevere (1979); Delitto a Porta Romana (1980); Delitto al ristorante cinese (1981); Delitto sull'autostrada (1982); Delitto in Formula Uno, Delitto al Blue Gay (1984).
La sua fisicità unita alla voce dell'indimenticato Ferruccio Amendola hanno generato il mito, un personaggio cult le cui battute, non esattamente edificanti, sono state mandate a memoria da diverse generazioni di ragazzi soprattutto romani, ma non solo.
Eppure la carriera di Tomas Milian è disseminata di lavori ben più rilevanti che vale la pena ricordare.
Nato a L'Avana, Tomás Quintín Rodríguez Milián, visse l'infanzia in anni che segnarono il passaggio dal regime di Machado al colpo di stato di Batista e durante i quali assistette anche al suicidio del padre.
In Boccaccio '70 con Romy Schneider |
Da lì in poi una miriade di film in Italia, con diversi registi, come Alberto Lattuada (L'imprevisto, 1961), Nanni Loy (Un giorno da leoni, 1961), Luchino Visconti (Il lavoro, in Boccaccio '70, 1962), Pasolini (La ricotta, in Ro.Go.Pa.G., 1963), Renato Castellani, Sergio Corbucci, Gianni Puccini, Francesco Maselli, Valerio Zurlini.
Raffaello e Michelangelo ne Il tormento e l'estasi |
Fatta eccezione per queste poche sortite "straniere", Tomas Milian in quegli anni rimase un volto del cinema italiano e partecipò ad altri film d'autore come Beatrice Cenci (Fulci 1969), I cannibali (Cavani 1970), L'amore coniugale (Maraini 1970).
Il successo, però, arrivò con i due generi di maggior successo di quegli anni: lo spaghetti-western e i polizieschi. Tra i primi Bounty killer (Martin 1966) La resa dei conti, Corri uomo corri (S. Sollima, 1967 e 1968); tra i secondi Banditi a Milano (Lizzani 1968), Milano odia: la polizia non può sparare, Il giustiziere sfida la città, Roma a mano armata (Lenzi 1974, 1975 e 1976), La polizia accusa: il Servizio Segreto uccide (Martino 1975).
Sull'onda del successo poliziesco, nel 1976 nacquero i due personaggi "poliziotteschi" più popolari della sua carriera, spesso fusi in uno solo da gran parte del pubblico, anche perché caratterizzati dallo stesso linguaggio vernacolare e da una simile iconografia costituita da look trasandato, capelli e barba lunghi e l'imprescindibile tuta da meccanico abbinata a scarpe da ginnastica.
Er Monnezza è un ladruncolo, personaggio creato dallo sceneggiatore Dardano Sacchetti e dal regista Umberto Lenzi - e per interpretare il quale Milian si ispirò alla controfigura Quinto Gambi, pescivendolo di Tor Marancia -, che esordì ne Il trucido e lo sbirro (Lenzi 1976) per poi tornare ne La banda del trucido (Massi 1977), La banda del gobbo (Lenzi 1977), Il lupo e l'agnello (Massaro 1980).
Con Viola Valentino in Delitto sull'autostrada |
Al di fuori dei due personaggi da cassetta, Tomas Milian dall'inizio degli anni '80 conobbe una seconda carriera, che lo portò a lavorare per Michelangelo Antonioni come protagonista di Identificazione di una donna (1982), per Abel Ferrara (Oltre ogni rischio, 1989), Damiano Damiani (Gioco al massacro, 1989), Tony Scott (Revenge, 1990), Sydney Pollack (Havana, 1990), Oliver Stone (JFK - Un caso ancora aperto, 1991), Steven Spielberg (Amistad, 1997), Steven Soderbergh (Traffic, 2000).
Le ultime sue apparizioni sono state in Roma nuda (G. Ferrara 2013), una miniserie ancora mai andata in onda sull'ascesa di un piccolo boss anni '70, in cui interpreta il vicequestore Paco Brigante, e Fugly (2014), una commedia del messicano Alfredo de Villa.
In Identificazione di una donna |
Tomas Milian, che ebbe anche un'esperienza come musicista negli anni '60 con il Tomas Milian Group costituito da lui e altri sei componenti romani, lascia un figlio cinquantatreenne, Tomaso, avuto dalla moglie Margherita Valetti morta nel 2012, dopo 48 anni di matrimonio.
La sua vita di eccessi, ma di lucida razionalità, che lo portò persino a rifiutare la parte in un film di Gabriel Garcia Marquez, l'ha recentemente raccontata nella sua autobiografia Monnezza amore mio (2014).
Addio Tomas!
Addio Tomas!
Nessun commento:
Posta un commento