Ben Cash (Viggo Mortensen) e i suoi sei figli, tre maschi e tre femmine, vivono in una foresta, tra allenamenti mattutini, caccia, continui insegnamenti per la sopravvivenza e serate davanti al fuoco con lezioni che spaziano dalla letteratura alla fisica, lasciando spazio anche alla musica da suonare e cantare tutti insieme. La madre dei ragazzi, Leslie (Trin Miller), non supera una forte depressione che la tiene da tempo in ospedale...
Ben dirà a tutti i figli, senza distinzione di età, la verità in tutti i suoi dettagli, secondo un modello educativo che ha sempre condiviso con la sua compagna. Le reazioni dei ragazzi saranno diverse, uno di loro urlerà prima contro la madre e poi contro il padre, accusandolo di essere il vero responsabile di quanto accaduto. In maniera meno istintiva, la pensa nello stesso modo il padre di Leslie, Jack (Frank Langella), un ricco repubblicano del New Mexico, che non solo non tollera il genero, ma non ha nessuna intenzione di rispettare la filosofia della figlia, per la quale decide di celebrare un funerale cristiano, in barba alla sua pratica buddista, e di seppellirla in un cimitero invece di cremarla e di gettare le sue ceneri come da lei richiesto espressamente.
Ben, nonostante il suocero gli faccia capire a chiare lettere di non essere gradito, il giorno del funerale porterà i suoi ragazzi con sé per partecipare all'estremo saluto per Leslie e per "salvarla", iniziando così il lungo viaggio su Steve, il pullman-camper con cui si muovono tutti insieme!
La pellicola e la sceneggiatura sono decisamente politically incorrect e regalano una sequela di scene di lucida disobbedienza al sistema vigente, a partire dal dollaro appeso sopra il posto del guidatore di Steve e su cui compare un'evidente scritta "fuck" (non a caso il dito medio è stato il tormentone della promozione del film).
L'educazione dei figli è sorprendente, per il rigore con cui viene impartita, senza alcuna deroga, in ossequio all'insegnamento di una vita fatta di battaglie che vale la pena combattere, anche in un mondo ingiusto, in cui si è destinati a perderle.
Uscire dal mondo artificiale creato da Ben e Leslie genera il confronto con il mondo reale, quello da cui i ragazzi sono sempre stati in qualche modo protetti: basta un fast food per mettere in crisi il loro sistema, poiché la Coca Cola è "acqua avvelenata" e Ben decide di andare via "perché non c'è vero cibo in questo menu"; ma il soggiorno dagli zii e la convivenza per pochi giorni con i cugini è ancora più illuminante. I giovani Cash trovano assurdo tutto ciò che gli altri considerano ovvio e naturale, cosicché a tavola chiedono da chi e come sia stato ucciso il pollo; non sanno assolutamente cosa siano le Nike e le Adidas; restano scioccati davanti ai videogiochi sparatutto. E parlare di cosa è successo a Leslie è un inevitabile terreno di scontro sulla diversa educazione impartita ai ragazzi e sull'idea di verità e protezione nei confronti dei più piccoli.
I sei figli di Ben, Bodevan, Kyelir, Vespyr, Rellian, Zaja, Nai, tutti caratterizzati da nomi originali ("ognuno di noi è unico"), parlano tranquillamente di teoria delle stringhe, di serotonina, conoscono diverse lingue e persino l'esperanto, grazie ad una ricchissima formazione culturale completamente gestita in famiglia e ancora una volta il confronto con i cugini è impietoso, quando i due adolescenti dimostrano di non sapere nulla sulla Carta dei diritti, mentre Zaja (Shree Crooks), la penultima figlia di Ben, ne conosce dettagliatamente gli articoli ed è in grado di commentarli e problematizzarli.
Kyelir (Samantha Isler) legge Lolita e, nell'ottica della condivisione delle esperienze dei singoli membri della famiglia, anche quelle apparentemente più ostiche (domande sul sesso comprese), Ben le chiede di commentare ciò che le suscita la lettura del romanzo di Nabokov: la ragazza risponde che è davvero straniante la sensazione di parteggiare per un pedofilo e provare pietà per lui.
Della scuola, però, ai Cash manca la valenza sociale e i sei ragazzi, infatti, non sanno relazionarsi con chi è diverso da loro, come dimostra per esempio l'innamoramento immediato di Bodevan (George MacKay) al primo incontro con la bella Claire (Erin Moriarty), con la quale è costretto ad inventare continue bugie per sostenere una conversazione senza passare per un alieno, ma alla quale chiede la sera stessa, e inginocchiandosi, di sposarlo e di avere figli, generando qualche sorriso non solo dell'interessata ma anche della madre, Ellen (Missi Pyle), che interpreta tutto come uno scherzo.
Proprio il primogenito Bodevan, infatti, che è stato ammesso alle principali università degli Stati Uniti, alle critiche del padre per aver fatto domanda ad istituzioni così lobbiste, replicherà "a meno che non sia scritto su un cazzo di libro io del mondo non so assolutamente niente!"
Anche il secondo maschio, Rellian (Nicholas Hamilton), fa fatica ad essere sempre "diverso", e si mostra spesso ribelle nei confronti del padre, anche in maniera violenta, costringendo Ben, scosso anche da un incidente occorso a Vespyr (Annalise Basso), a fare lunghe riflessioni su quanto sia giusto continuare ad allevare i suoi figli con lo stesso rigore di un tempo e se sia meglio farsi da parte o accettare qualche compromesso...
Tra le tante idee preconfezionate a cui la famiglia si oppone, c'è naturalmente il cristianesimo e non solo per il funerale di Leslie, dove comunque Ben e i ragazzi si presentano con vesti coloratissime e durante il quale lo stesso Ben prende parola sottolineando come sia assurdo che a celebrare sua moglie ci sia un uomo che non l'ha mai nemmeno conosciuta.
Genera risate sincere anche la sequenza in cui i ragazzi, precedentemente "addestrati", fingono di appartenere ad una famiglia di ferventi cristiani per allontanare un poliziotto che ha fermato il loro viaggio con l'intenzione di comminare multe per diverse irregolarità del veicolo che li trasporta, mentre è un misto tra risate e riflessioni, come tutto il film del resto, quella in cui Ben replica a Rellian, stanco di essere diverso da tutti e di appartenere ad una famiglia che a dicembre si scambia i regali nel giorno in cui è nato l'anarchico Noam Chomsky e non a Natale, che è meglio festeggiare un uomo che ha combattuto per i diritti delle persone e non un elfo.
Meritano, infine, una citazione particolare le frasi del bambino più piccolo, Nai (Charlie Shotwell), che prima, notando i tanti obesi in giro, si chiede se siano vittime di una particolare malattia (mentre le due sorelle replicano con "non prendiamo in giro la gente" e "eccetto i cristiani") e poi, davanti alla tomba della madre, dopo che Zaja ha letto sulla lapide la tipica frase funebre elegiaca, esplode annullando ogni possibile commozione con un eloquente "scaviamo, altrimenti resterà sotto questa stronzata per sempre!"
Captain Fantastic è un film da vedere in famiglia, tra genitori e figli, o a scuola, con insegnanti e alunni; su cui discutere e confrontarsi durante e dopo, per la ricchezza dei suoi spunti e delle sue tematiche, un film didattico e a tratti decisamente divertente, irriverente, ma allo stesso tempo poetico e commovente... perciò sappiate anche che piangerete sulle note di Sweet child of mine!
Gli attori che interpretano i ragazzi della famiglia Cash sono bravi, ma Viggo Mortensen meriterebbe i massimi premi per la sua stupenda interpretazione... "il mondo è ingiusto" e sappiamo che questo non accadrà mai.
Nessun commento:
Posta un commento