venerdì 16 dicembre 2016

Sing street (Carney 2016)

Per tutti quelli che almeno una volta, ai tempi della scuola, hanno registrato una musicassetta per la ragazza di cui si erano innamorati e ovviamente per tutte coloro che l'hanno ricevuta... il film di John Carney vi regalerà una piacevole nostalgia! 
Il regista irlandese, classe 1972, utilizzando attori non professionisti nei ruoli principali, gira un appassionato omaggio alla musica degli anni ottanta con una commedia che mescola amore, scuola, amicizia, famiglia, voglia di crescere e di emanciparsi in un contesto difficile, nel quale è proprio la musica a rappresentare il sogno che può permettere di superare la propria dimensione sociale e provinciale.

Dublino 1985. Conor, detto Cosmo (Ferdia Walsh-Peelo), è il minore dei tre figli di una coppia in crisi che sta per lasciarsi, in una nazione che legalizzerà il divorzio solo con il referendum del 1995: la riduzione delle spese familiari passa per il suo trasferimento scolastico a Synge Street, un istituto dal forte carattere omologante in cui, tra i tanti obblighi, non è permesso nemmeno usare scarpe di colore diverso dal nero. 
Conor trova nella chitarra il modo di isolarsi dalle urla dei genitori e vede in essa un modo per distinguersi anche a scuola, dove è vittima sia del preside-sacerdote che dei bulli.
Sarà suo complice il fratello maggiore Brendan (Jack Reynor), che gli dà lezioni musicali appena può, come dimostra una sequenza particolarmente significativa che ci fornisce anche le coordinate cronologiche in cui si svolge la vicenda: la celebre trasmissione Top of the Pops manda in onda il video Rio dei Duran Duran (1982), che scatena uno scontro generazionale con il padre, incapace di percepirne le novità. Per Brendan, invece, "la lezione" verte sulla grande innovazione dei videoclip nel panorama musicale e non a caso Conor, quando verrà investito da un colpo di fulmine per Raphina (Lucy Boynton), vista per caso fuori dalla scuola, chiederà alla bella coetanea di partecipare come protagonista dei video di una band di fatto ancora non esistente, e poco importa se il gruppo non saprà suonare così bene, i suoi dubbi vengono dissipati da Brendan e dal suo rassicurante "perché i Sex Pistols sapevano suonare?"
La bugia che ha permesso a Conor di avvicinare Raphina causa la spasmodica ricerca degli altri componenti, in una sezione della pellicola che deve ovviamente molto a The Committments (Parker 1991), ambientato nella stessa capitale irlandese e a cui Carney ha dichiarato di non aver guardato affatto...  ma la scelta di Maria Doyle Kennedy, che in quel film esordì, per il ruolo della madre del protagonista, sembra contraddirlo.
A Conor si uniranno, tra gli altri, Darren (Ben Carolan), subito proclamato manager e cameraman, che per i suoi capelli rossi e le tante espressioni facciali ricorda davvero tanto Jody della famosa serie tv Tre nipoti e un maggiordomo (1966-71); Eamon (Mark McKenna), "figlio d'arte" di un padre che suona ai matrimoni, e anche per questo in grado di suonare ogni tipo di strumento, ma che sarà il chitarrista del gruppo, silenzioso e simile a The Edge degli U2, inevitabile punto di riferimento della musica irlandese di quegli anni; Ngig (Percy Chamburuka), l'unico ragazzo nero della scuola, scelto in base ad uno dei più consueti luoghi comuni. Il nome del gruppo, coincidente col titolo del film, è un gioco di parole con quello della scuola frequentata dai ragazzi.
Le prove della band saranno rigorosamente casalinghe; il primo effetto sonoro sarà il tubo di un aspirapolvere e i video saranno ambientati in strada, con costumi improvvisati e un semplice registratore a fare da playback.
La strada è segnata e il fatto che Raphina sia fidanzata con un ragazzo che ha già la patente e la macchina, ovviamente una Golf bianca decappottabile, non toglie entusiasmo a Conor, sostenuto ancora da Brendan che lo rincuora con un assertivo "dammi retta, nessuna donna può amare davvero uno che ascolta Phil Collins!" (dall'auto si erano sentite le note di Paperlate dei Genesis). 
La dolce amicizia con Raphina proseguirà con alti e bassi secondo lo schema del "felicetriste" in cui la ragazza vede l'essenza del sentimento (ovviamente non è un caso che Happy Sad sia il titolo di un album di Tim Buckley del 1969). 

Al film va riconosciuto il grande lavoro nella scenografia e nei costumi: tutto rimanda agli anni '80, dalla carta da parati del salotto in casa di Eamon alle acconciature di Raphina, e vedere Conor che alla mensa scolastica acquista un Mars, allora lo snack per antonomasia, è l'ennesima conferma dell'attenzione al dettaglio. 
Sembrano esserci, però, almeno un paio di sviste: Brendan è sempre vestito con uno stile grunge un po' troppo precoce per la metà degli anni '80 e, ancora lui, durante un dialogo con il fratello, compie il fastidioso gesto delle virgolette aperte e chiuse, che è un'abitudine nata molto più tardi.
I diversi look di Conor, invece, rappresentano un ottimo modo per dare un'immagine alle influenze musicali del gruppo: si ossigena una ciocca bionda e si guadagna il nomignolo di Ziggy Stardust da compagni di scuola e dal preside, che non gradisce affatto quello stile né tantomeno il trucco su un volto maschile, e a poco vale l'obiezione che nel XVIII secolo gli uomini si truccassero, poiché le maniere violente del sacerdote dimostrano quanto non sia possibile confrontarsi contro l'ottusa disciplina; più avanti Conor indosserà, invece, un lungo pastrano nero, assumerà i toni cupi e avrà capelli cotonati alla Robert Smith dei Cure, oppure prenderà a modello lo stile new romantic di Tony Hadley degli Spandau Ballet.
Tra tutti questi momenti Carney inserisce in maniera parsimoniosa le sequenze più liriche, in cui rientrano a pieno titolo il pic nic di Conor e Raphina su un'isolotto raggiunto con la barca del nonno e, ancor di più, Conor e Brendan che, dalle scale, osservano la madre godersi "l'ultimo scampolo di sole" mentre sfoglia riviste seduta appena fuori dalla soglia di casa. 
L'ennesimo videoclip da girare e il concerto scolastico di fine anno danno la possibilità a Carney di dare spazio alla fantasia e ad un po' di cinefilia. Sul palco della palestra Conor immagina un video perfetto che si trasforma in un classico prom americano, che allo stesso tempo è una citazione di West side story con Raphina nei panni di Nathalie Wood, per ruolo, abiti e acconciature anni '60, ma anche per il duello con il coltello tra Brendan e Evan, e infine un'altra idea da musical con il preside che danza in abito talare (Drive it like you stole it). Oltre alla parte romantica, c`è spazio anche per la disobbedienza contro il preside, con  una canzone dedicata a lui, non a caso intitolata Brown shoes, e con il suo volto riprodotto come maschera in decine di esemplari lanciati verso il pubblico.
Merita un discorso a parte la selezione musicale per la ricca colonna sonora che oltre ai brani dei Duran Duran e dei Genesis, già segnalati, ci fa ascoltare In between days dei Cure, Take on me degli A-Ha, Gold degli Spandau Ballet, I fought the law dei Clash, Steppin' out di Joe Jackson, Town called malice dei Jam, Pop Muzik di M, ma anche brani di Hall & Oates, dei Motorhead, ecc.
Le musiche originali, invece, sono opera di Gary Clark e dello stesso John Carney, che hanno composto e arrangiato i pezzi che costituiscono l'evoluzione dei Sing Street: da The Riddle of a modelUp, palesemente dedicate a Raphina, da Beautiful seaGirls all'immancabile lento, Find to you, fino alle già citate Brown shoes e Drive it like you stole it  
Carney tiene a precisare che il lieto fine non è un "per sempre", data la giovane età dei protagonisti, quella in cui si tende a credere che tutto sia senza fine, ma questo non toglie la bella dedica "a tutti i fratelli del mondo", che dà allo spettatore la misura della portata autobiografica del film per il suo regista. 

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