Il tredicesimo lungometraggio dei fratelli Coen è una commedia esilarante, parodia di una spy-story ben diretta e splendidamente recitata da un cast di grandissimo livello. Il titolo inglese, letteralmente "bruciare dopo aver letto", fa riferimento ad una frase da agenti segreti segnata sulle buste dei messaggi top secret, che nella versione italiana vede l'aggiunta di A prova di spia come sottotitolo, finalizzato a far comprendere almeno l'orizzonte tematico della storia.
Leggi la trama:
Washington. Osbourne Cox (John Malkovich), appena licenziato dalla CIA, è sposato con Katie (Tilda Swinton) che non fa che denigrarlo, trattandolo come un bambino, soprattutto quando le rivela di voler fare lo scrittore, mentre si aggira per casa con un piccolo registratore vocale per fissare le idee (un po' come l'indimenticabile Dale Cooper di Twin Peaks): come se non bastasse, lo tradisce con Harry (George Clooney), a sua volta sposato con Sandy. I quattro sono amici e si ritrovano insieme anche a cena, facendo finta di nulla.
Le vicende di Ozzy, Katie e Harry, si alternano a quelle di Linda Litzky (Frances McDormand), che lavora in una palestra e va dal chirurgo estetico poiché è ossessionata dalla ricerca di un uomo, che teme di non trovare per il sopraggiungere dell'età. In questa ricerca la aiuta il collega Chad Feldheimer (Brad Pitt), con cui seleziona i giusti inserzionisti con cui uscire, ma i tentativi vanno decisamente male, e lei ignora il palese interesse che ha nei suoi confronti il direttore della palestra, Ted (Richard Jenkins).
Le due linee di narrazione si incontrano quando Chad trova nello spogliatoio maschile un cd con dei dati della CIA, in realtà le memorie di Osbourne, pensando che il proprietario sia un soggetto interessante per Linda, e quando, alla partenza di Sandy, Harry decide di andare ad un appuntamento al buio e conosce Linda, con cui passa una splendida serata. Da questo momento in poi il film diventa una giostra spericolata, alternando scene di divertimento assoluto...
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La pellicola dei Coen è quella che chiude la cosiddetta "trilogia degli idioti", dopo Fratello, dove sei? e Prima ti sposo, poi ti rovino (2000; 2003), i due film in cui l'attore principale era George Clooney.
Gli stessi registi, peraltro, hanno avuto difficoltà nel riassumere in poche parole il soggetto, limitandosi ad un laconico "riguarda la CIA e il fitness", così come lo stesso Clooney a dichiarato che "parla di persone che fanno cose stupide".
E di cose stupide se ne vedono davvero tante: Osbourne che perde il cd con le sue memorie di agente segreto, giustificando il suo licenziamento; Harry che passa dal matrimonio all'amante agli appuntamenti al buio e nel frattempo costruisce una sex machine; Linda che non accetta di invecchiare e fa di tutto per ottenere i fondi per la chirurgia estetica, compreso il tentativo di farla passare nell'assicurazione come cura per la propria salute, e poi c'è il fantastico Chad...
Sono tanti i momenti che anche ad uno sguardo distratto si potrebbero riconoscere come "Coen touch" ed alcuni vale la pena ricordarli.
Ted è protagonista di un fantastico nonsense, quando per dimostrare a Linda di non essere sempre stato il manager di una palestra e di aver fatto anche altro, le fa vedere delle foto che lo ritraggono come prete ortodosso e come membro della congregazione Chevy Chase (sic!). E ancora, durante la contesa per il cd, Linda e Chad vanno all'ambasciata russa per vendere al miglior offerente, convinti di essere ancora in epoca di Guerra Fredda. Un discorso a parte, tra le "folli" trovate dei Coen, merita la già citata sex machine che per tutto il film Harry custodisce gelosamente in garage, un piccolo capolavoro di ingegneria meccanica che egli mostra orgogliosamente a Linda.
Oltre ai momenti, inoltre, bisogna parlare dei personaggi coeniani, quelli di cui è disseminata l'intera filmografia dei due fratelli cineasti e, in questo senso, oltre ovviamente a Frances McDormand - moglie di Joel Coen - sono soprattutto quelli interpretati da George Clooney e Brad Pitt, una delle migliori possibili accoppiate di bellissimi di Hollywood. Il primo è indiscutibilmente uno degli attori feticcio dei Coen ed il suo inserimento nella storia funziona perfettamente, tanto più che gioca ironizzando sulla sua vita reale e sulla fama da latin lover che però, quando sua moglie si comporta come lui , va puntualmente in mille pezzi così come la "coenianissima" sex machine.
Diverso è invece il discorso per Brad Pitt, che qui lavora per la prima volta davanti alla mdp guidata dai Coen, ma che da grande attore qual è, sembra essere totalmente a suo agio in quello che è certamente il ruolo più comico della sua carriera. Anche lui gioca a prendersi in giro, ma nel suo caso - e questo è molto più raro - ribalta completamente la sua fama di adone eterosessuale, interpretando straordinariamente uno sfacciato gay.
I Coen lo trasformano completamente: tenuta ginnica aderentissima, auricolari sempre alle orecchie, capelli "paglia e fieno" e una serie infinita di gesti e mossette, che fanno della sua mimica una delle vere protagoniste del film. Anche vedergli bere dell'acqua da una borraccia da palestra lo rende comico, ma sono davvero imperdibili la sua telefonata a Ozzy, in cui è convinto di avere per le mani chissà cosa, con i suoi continui sguardi d'intesa con Linda, e poi l'esilarante incontro con l'ex agente della CIA, in cui è vestito di tutto punto in giacca e cravatta - ma arriva comunque in bicicletta -, si presenta col nome di Black, evidente riferimento a Vi presento Joe Black (Brest 1998) in cui Pitt interpretava ben altro personaggio, e che degenera in una serie di insulti con un pugno subìto, al quale Chad, dopo alcuni secondi di silenzio per cercare la parola più offensiva possibile, alla fine sceglie quella che data la situazione risulta la più insospettabile e prorompe in un "frocio" ai limiti del pianto.
La "trilogia degli stupidi" si conclude rispettando in pieno il proprio nome...
Gli stessi registi, peraltro, hanno avuto difficoltà nel riassumere in poche parole il soggetto, limitandosi ad un laconico "riguarda la CIA e il fitness", così come lo stesso Clooney a dichiarato che "parla di persone che fanno cose stupide".
E di cose stupide se ne vedono davvero tante: Osbourne che perde il cd con le sue memorie di agente segreto, giustificando il suo licenziamento; Harry che passa dal matrimonio all'amante agli appuntamenti al buio e nel frattempo costruisce una sex machine; Linda che non accetta di invecchiare e fa di tutto per ottenere i fondi per la chirurgia estetica, compreso il tentativo di farla passare nell'assicurazione come cura per la propria salute, e poi c'è il fantastico Chad...
Sono tanti i momenti che anche ad uno sguardo distratto si potrebbero riconoscere come "Coen touch" ed alcuni vale la pena ricordarli.
La sex machine di Harry |
Diverso è invece il discorso per Brad Pitt, che qui lavora per la prima volta davanti alla mdp guidata dai Coen, ma che da grande attore qual è, sembra essere totalmente a suo agio in quello che è certamente il ruolo più comico della sua carriera. Anche lui gioca a prendersi in giro, ma nel suo caso - e questo è molto più raro - ribalta completamente la sua fama di adone eterosessuale, interpretando straordinariamente uno sfacciato gay.
I Coen lo trasformano completamente: tenuta ginnica aderentissima, auricolari sempre alle orecchie, capelli "paglia e fieno" e una serie infinita di gesti e mossette, che fanno della sua mimica una delle vere protagoniste del film. Anche vedergli bere dell'acqua da una borraccia da palestra lo rende comico, ma sono davvero imperdibili la sua telefonata a Ozzy, in cui è convinto di avere per le mani chissà cosa, con i suoi continui sguardi d'intesa con Linda, e poi l'esilarante incontro con l'ex agente della CIA, in cui è vestito di tutto punto in giacca e cravatta - ma arriva comunque in bicicletta -, si presenta col nome di Black, evidente riferimento a Vi presento Joe Black (Brest 1998) in cui Pitt interpretava ben altro personaggio, e che degenera in una serie di insulti con un pugno subìto, al quale Chad, dopo alcuni secondi di silenzio per cercare la parola più offensiva possibile, alla fine sceglie quella che data la situazione risulta la più insospettabile e prorompe in un "frocio" ai limiti del pianto.
La "trilogia degli stupidi" si conclude rispettando in pieno il proprio nome...
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