La 90° Notte degli Oscar non ha brillato per coraggio né per sorprese e, fatta eccezione per i premi agli attori, protagonisti e non, molte delle principali statuette assegnate possono essere considerate ampiamente discutibili.
L'edizione, inoltre, non poteva non essere influenzata dallo scandalo Weinstein, cosicché durante la serata sono stati continui i riferimenti in merito e non solo da parte del conduttore Jimmy Kimmel, anche se probabilmente qualche pellicola è stata considerata con minore obiettività perché semplicemente apparentabile a tematiche maschiliste, secondo un tipico assolutismo stelle e strisce.
È naturalmente il caso del bellissimo Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson, il cui soggetto è stato tacciato di maschilismo, poiché racconta di un personaggio egocentrico, l'ossessivo sarto Reynolds Woodcock, e di una donna che almeno inizialmente è poco più di un manichino per lui. Questa lettura semplicistica e superficiale che, per esempio, ha dato del film Jennifer Lawrence, non esattamente la più attenta delle spettatrici (leggi). Ad avviso di chi scrive, invece, la pellicola molto più complessa, hitchcockianamente morbosa e feticistica, avrebbe meritato almeno le statuette di miglior film e miglior regia, categorie in cui è stato sopravanzato da La forma dell'acqua di Guillermo del Toro. E tutto questo tralasciando la mancata vittoria come miglior attore per lo stesso film di Daniel Day Lewis, che stando alle sue recenti dichiarazioni, peraltro, sarebbe l'ultimo personaggio interpretato nella sua magnifica carriera. In questo caso, però, la vittoria dell'altrettanto valido Gary Oldman, nei panni di Winston Churchill in L'ora più buia, non fa certo gridare allo scandalo.
Lascia sicuramente riflettere di più che negli ultimi cinque anni la miglior regia sia stata assegnata pr ben quattro volte a registi messicani (2014 Cuaron per Gravity; 2015 e 2016 Iñárritu per Birdman e Revenant; 2018 Del Toro per La forma dell'acqua).
Strameritata il premio per Frances McDormand e la sua magnifica interpretazione in Tre manifesti a Ebbing, Missouri, film che ha vinto anche per il miglior non protagonista maschile, in cui ha prevalso l'eccezionale poliziotto con tendenze razziste impersonato da Sam Rockwell. La miglior non protagonista, infine, è stata Allison Janney, per Tonya, film ancora non uscito in Italia, e in attesa di vederlo per ora dispiace che non l'abbia vinto Leslie Manville per Il filo nascosto.
Sulla sceneggiatura originale, difficile pensare che non solo non abbia vinto lo stesso film di Anderson, ma nemmeno Lady Bird e Tre manifesti a Ebbing, Missouri, e che alla fine abbia vinto l'horror Get Out.
Si è fatto tanto rumore in Italia, invece, per Chiamami col tuo nome di Guadagnino, che alla fine non è stato premiato per la sua ottima forma, né per le interpretazioni, ma ha vinto la sola statuetta per la miglior sceneggiatura non originale. Questa, infatti, è stata festeggiata come un grande successo nazionale (in un momento storico e politico in cui questo dettaglio viene indubbiamente sovrastimato), laddove invece di "italianità" ce n'è ben poca, dato che a scriverla è stato lo statuniense James Ivory, che oltre a presentarsi sul palco con una camicia decorata con il volto di Thimotée Chamalet, protagonista del film, con i suoi 89 anni ha comunque battuto il record del più anziano vincitore di un Oscar.
Poco da dire invece sui premi più tecnici, dove montaggio e sonoro sono stati dominati da Dunkirk, che di fatto eccelleva soprattutto in questi aspetti, mentre gli effetti speciali sono andati giustamente a Blade Runner 2049, che si è aggiudicato anche la miglior fotografia, bellissima, indubbiamente, ma probabilmente inferiore a quella del solito Il filo nascosto o dello stesso Dunkirk.
A La forma dell'acqua, grande trionfatore, decisamente oltremisura, di questa edizione, infine, sono andati anche la statuetta per la miglior colonna sonora, quella di Desplat, alla sua nona candidatura e al suo secondo Oscar, dopo quello del 2015 per Grand Budapest Hotel, e soprattutto per la scenografia, probabilmente l'unico dei quattro che meritava del tutto.
Qui di seguito l'elenco dei premiati
L'edizione, inoltre, non poteva non essere influenzata dallo scandalo Weinstein, cosicché durante la serata sono stati continui i riferimenti in merito e non solo da parte del conduttore Jimmy Kimmel, anche se probabilmente qualche pellicola è stata considerata con minore obiettività perché semplicemente apparentabile a tematiche maschiliste, secondo un tipico assolutismo stelle e strisce.
È naturalmente il caso del bellissimo Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson, il cui soggetto è stato tacciato di maschilismo, poiché racconta di un personaggio egocentrico, l'ossessivo sarto Reynolds Woodcock, e di una donna che almeno inizialmente è poco più di un manichino per lui. Questa lettura semplicistica e superficiale che, per esempio, ha dato del film Jennifer Lawrence, non esattamente la più attenta delle spettatrici (leggi). Ad avviso di chi scrive, invece, la pellicola molto più complessa, hitchcockianamente morbosa e feticistica, avrebbe meritato almeno le statuette di miglior film e miglior regia, categorie in cui è stato sopravanzato da La forma dell'acqua di Guillermo del Toro. E tutto questo tralasciando la mancata vittoria come miglior attore per lo stesso film di Daniel Day Lewis, che stando alle sue recenti dichiarazioni, peraltro, sarebbe l'ultimo personaggio interpretato nella sua magnifica carriera. In questo caso, però, la vittoria dell'altrettanto valido Gary Oldman, nei panni di Winston Churchill in L'ora più buia, non fa certo gridare allo scandalo.
Lascia sicuramente riflettere di più che negli ultimi cinque anni la miglior regia sia stata assegnata pr ben quattro volte a registi messicani (2014 Cuaron per Gravity; 2015 e 2016 Iñárritu per Birdman e Revenant; 2018 Del Toro per La forma dell'acqua).
Strameritata il premio per Frances McDormand e la sua magnifica interpretazione in Tre manifesti a Ebbing, Missouri, film che ha vinto anche per il miglior non protagonista maschile, in cui ha prevalso l'eccezionale poliziotto con tendenze razziste impersonato da Sam Rockwell. La miglior non protagonista, infine, è stata Allison Janney, per Tonya, film ancora non uscito in Italia, e in attesa di vederlo per ora dispiace che non l'abbia vinto Leslie Manville per Il filo nascosto.
Sulla sceneggiatura originale, difficile pensare che non solo non abbia vinto lo stesso film di Anderson, ma nemmeno Lady Bird e Tre manifesti a Ebbing, Missouri, e che alla fine abbia vinto l'horror Get Out.
Si è fatto tanto rumore in Italia, invece, per Chiamami col tuo nome di Guadagnino, che alla fine non è stato premiato per la sua ottima forma, né per le interpretazioni, ma ha vinto la sola statuetta per la miglior sceneggiatura non originale. Questa, infatti, è stata festeggiata come un grande successo nazionale (in un momento storico e politico in cui questo dettaglio viene indubbiamente sovrastimato), laddove invece di "italianità" ce n'è ben poca, dato che a scriverla è stato lo statuniense James Ivory, che oltre a presentarsi sul palco con una camicia decorata con il volto di Thimotée Chamalet, protagonista del film, con i suoi 89 anni ha comunque battuto il record del più anziano vincitore di un Oscar.
Poco da dire invece sui premi più tecnici, dove montaggio e sonoro sono stati dominati da Dunkirk, che di fatto eccelleva soprattutto in questi aspetti, mentre gli effetti speciali sono andati giustamente a Blade Runner 2049, che si è aggiudicato anche la miglior fotografia, bellissima, indubbiamente, ma probabilmente inferiore a quella del solito Il filo nascosto o dello stesso Dunkirk.
A La forma dell'acqua, grande trionfatore, decisamente oltremisura, di questa edizione, infine, sono andati anche la statuetta per la miglior colonna sonora, quella di Desplat, alla sua nona candidatura e al suo secondo Oscar, dopo quello del 2015 per Grand Budapest Hotel, e soprattutto per la scenografia, probabilmente l'unico dei quattro che meritava del tutto.
Qui di seguito l'elenco dei premiati
Regia: La forma dell'acqua - Guillermo del Toro
Attore protagonista: L'ora più buia - Gary Oldman
Attrice protagonista: Tre manifesti a Ebbing, Missouri - Frances Mcdormand
Attore non protagonista: Tre manifesti a Ebbing, Missouri - Sam Rockwell
Attrice non protagonista: Tonya - Allison Janney
Sceneggiatura originale: Get Out - Jordan Peele
Sceneggiatura non originale: Chiamami col tuo nome - James Ivory
Fotografia: Blade Runner 2049 (Roger Deakins)
Montaggio: Dunkirk - Lee Smith
Colonna sonora originale: La forma dell'acqua - Alexander Desplat
Film straniero: Una donna fantastica - Sebastián Lelio (Cile)
Film d'animazione: Coco (Lee Unkrich e Adrian Molina)
Scenografia: La forma dell'acqua - Paul D. Austerberry, Shane Vieau e Jeff Melvin
Costumi: Il filo nascosto - Mark Bridges
Gli altri premi:
Effetti speciali: Blade Runner 2049
Missaggio sonoro: Dunkirk
Montaggio sonoro: Dunkirk
Trucco: L'ora più buia
Canzone: Remember me (Coco)
Cortometraggio: The Silent Child - Chris Overton e Rachel Shenton
Documentario: Icarus - Bryan Fogel
Cortometraggio d'animazione: Dear Basketball - Glen Keane e Kobe Bryant
Cortometraggio documentario: Heaven is a Traffic Jam on the 405 (Frank Stiefel)
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