Ventidue anni dopo la scomparsa di Dean Martin, se ne è andato anche Jerry Lewis: insieme avevano costituito una delle coppie più celebrate del secolo scorso.
Joseph Levitch, questo era il suo vero nome, era nato 91 anni fa a Newark, nel New Jersey, da una coppia di immigrati ebrei russi. Suo padre, Daniel, era un attore vaudeville che fece avvicinare sin da bambino il piccolo Joseph al mondo dello spettacolo. Dalla scuola, dove già imitava compagni e professori, venne espulso a 13 anni, dopo aver colpito un insegnante per una frase antisemita, e così iniziò a fare piccoli lavori, tra i quali quello di facchino, di campanaro e di maschera in una sala di Brooklyn, dove qualche volta trovava il modo di esibirsi.
Appena diciottenne, nel 1944, fece la sua prima tournée, e due anni dopo incontrò Dean Martin, facendolo esordire in sostituzione di un attore assente: da quel momento in poi, per un decennio, divennero il più grande duo comico del secondo dopoguerra e, dopo il teatro e la radio, approdarono al cinema, dove vennero scritturati dalla Paramount, che gli confezionò ben sedici film su misura.
Il primo fu La mia amica Irma (Marshall 1949), a cui seguì Irma va a Hollywood (1950), diretto da Hal Walker, a cui vennero affidati anche Il sergente di legno (1950), Quel fenomeno di mio figlio (1951), Attente ai marinai! (1952). Gli altri due registi che li diressero in coppia furono ancora George Marshall, in Morti di paura e I figli del secolo (1953), e Norman Taurog, ne Il cantante matto (1951), Il caporale Sam (1952), Occhio alla palla (1953), Più vivo che morto (1954) e, infine, Il nipote picchiatello (1955), il più famoso di tutti, remake del primo film di Billy Wilder e inizio della fine del sodalizio tra i due amici attori. Le ultime due pellicole in cui lavorarono insieme furono Artisti e modelle (1955) e Hollywood o morte! (1956) per la regia di Frank Tashlin.
La rottura definitiva giunse nel 1956: i ruoli di Jerry erano sempre più in ascesa a discapito di quelli di Dean. Persino la serie a fumetti che li vedeva protagonisti dal 1952, The Adventures of Dean Martin and Jerry Lewis, continuò ad essere pubblicata fino al 1971 ma con il solo personaggio di Lewis. I due si riappacificarono pubblicamente solo nel 1976, durante uno spettacolo per Telethton, durante il quale vennero chiamati sul palco da Frank Sinatra e si abbracciarono nella commozione generale (vedi).
Jerry Lewis interpretò altri film diretti da Frank Tashlin, tra cui Il balio asciutto, Il ponticello sul fiume dei guai (1958), Il Cenerentolo (1960), e poi divenne egli stesso il regista delle sue pellicole dirigendo personalmente, tra gli altri, Ragazzo tuttofare (1960), L'Idolo delle donne, Il mattatore di Hollywood (1961), Le folli notti del dottor Jerryll (1963). Apprezzato come regista soprattutto in Europa, dove i Cahiers du cinema lo definirono "regista totale" e Godard in una delle sue consuete provocazioni lo considerò superiore a Chaplin e Keaton, girò gli ultimi lungometraggi con Bentornato, picchiatello! (1980) e Qua la mano picchiatello (1983). Tra i suoi film più famosi, però, c'è anche uno che non uscì mai nelle sale per sua stessa volontà: si intitolava The day the clown cried (1972) e raccontava di un pagliaccio che aveva il compito di far ridere i bambini dei campi di concentramento nazisti. Oggi la pellicola è nella Biblioteca del Congresso, a cui lo stesso Jerry l'ha donata nel 2015: solo dal 2024 gli studiosi potranno visionarla.
Nel 1982 recitò al fianco di De Niro in uno dei capolavori di Martin Scorsese, Re per una notte, in cui il suo personaggio, Jerry Langford, è il comico navigato, il re della commedia (The King of comedy è il titolo originale), che l'attore più giovane considera un modello per la sua carriera in maniera morbosa, fino a rapirlo.
Dagli anni novanta le sue apparizioni si sono ridotte drasticamente, complice anche la sua condizione fisica, peggiorata a causa dell'assunzione di steroidi e di alcuni infortuni dovuti alle spericolatezze giovanili sul set: tra i pochi film a cui ha partecipato c'è Arizona dream di Emir Kusturica (1993), mentre il suo ultimo ruolo è stato quello del padre di Nicolas Cage ne I corrotti (Brewer 2016).
Della sua vita privata sappiamo che si è sposato due volte: la prima nel 1944, con la cantante Patti Palmer, da cui ha avuto sei figli e dalla quale ha divorziato nel 1980; la seconda nel 1983, con la ballerina SanDee Pitnick, da cui è nata Danielle Sarah (1992).
Il giorno del matrimonio con SanDee Pitnick |
Non ha mai vinto un Oscar per un'interpretazione, anche se ha presentato la cerimonia in tre occasioni (1956, 1957, 1959), e nel 2009 gli è stato consegnato quello speciale per i suoi meriti umanitari. A Venezia ha ricevuto nel 1999 il Leone d'oro alla carriera.
Due stelle col suo nome brillano sul Walk of fame di Hollywood, così come continuerà a farlo la sua risata contagiosa nei suoi film...
Nessun commento:
Posta un commento