Peccato per La tenerezza... perché dopo una prima parte a buon ritmo e con una storia che, seppur non avvincente, funziona per la capacità di raccontare relazioni umane e sentimenti, la seconda presta il fianco alla noia.
Peccato, perché il personaggio di Lorenzo, interpretato da un eccezionale Renato Carpentieri, è di quelli che non si dimenticano: uscito dall'ospedale dopo un infarto, torna nella sua grande casa di via Banchi Nuovi 13, nel centro di Napoli, dove ormai vive solo, vedovo da anni, padre di due figli con cui non ha rapporti idilliaci.
Chiamato ancora da tutti nel quartiere "avvocato", l'anziano uomo che si definisce "radicato a Napoli, come il pino della cartolina", è un misantropo incallito, che però troverà nella semplicità, nella bellezza e nell'affetto della nuova vicina Michela (Micaela Ramazzotti) una nuova ragione di vita. La ragazza si è trasferita da poco in città con i due bambini e il marito, Fabio (Elio Germano), impegnato nei cantieri navali per lavoro. Fabio è figlio unico, settentrionale, ingegnere: abituato a non considerare deroghe, a vivere secondo i propri tempi e bisogni, ha creato una famiglia senza averne la vocazione, ma piuttosto per convenzione sociale e, come dice Michela a Lorenzo, per lui i figli sono un pensiero.
Chiamato ancora da tutti nel quartiere "avvocato", l'anziano uomo che si definisce "radicato a Napoli, come il pino della cartolina", è un misantropo incallito, che però troverà nella semplicità, nella bellezza e nell'affetto della nuova vicina Michela (Micaela Ramazzotti) una nuova ragione di vita. La ragazza si è trasferita da poco in città con i due bambini e il marito, Fabio (Elio Germano), impegnato nei cantieri navali per lavoro. Fabio è figlio unico, settentrionale, ingegnere: abituato a non considerare deroghe, a vivere secondo i propri tempi e bisogni, ha creato una famiglia senza averne la vocazione, ma piuttosto per convenzione sociale e, come dice Michela a Lorenzo, per lui i figli sono un pensiero.
D'altronde è lui stesso a rivelare al vicino che "poi sono cresciuti e ho smesso di amarli". Le inquietudini di Fabio deflagreranno e Lorenzo starà vicino a Michela come un padre, mentre Aurora, la mamma di Fabio (Greta Scacchi), racconterà all'ex avvocato segreti dell'infanzia del figlio che danno qualche indizio in più sul personaggio.
In tutto questo, Elena (Giovanna Mezzogiorno), a differenza del fratello Saverio, che ci ha rinunciato da tempo, cerca di recuperare il rapporto con il padre, e parla persino con Rossana (Maria Nazionale), la sua amante, che ha sempre odiato considerandola la causa principale del cattivo rapporto tra i suoi genitori: Elena in fondo è gelosa del legame tra Lorenzo e Michela e spera di ricevere anche lei un po' di tenerezza che suo padre ha così spontaneamente riservato ad una perfetta sconosciuta.
Come ha detto lo stesso Gianni Amelio La tenerezza, ispirato al romanzo di Lorenzo Marone La tentazione di essere felici, è un film di una mano che stringe un'altra nel momento del bisogno: Lorenzo lo fa con Michela e imparerà a farlo anche con Elena, proprio come il piccolo Bruno-Enzo Staiola lo faceva con Antonio-Lamberto Maggiorani in Ladri di biciclette (De Sica 1948), quando questo veniva scoperto dopo aver tentato il furto di una bicicletta fuori dallo stadio in una delle scene di massima tenerezza del cinema italiano, dichiarato punto di riferimento del regista calabrese per questo film.
Mentre Renato Carpentieri convince a pieno in ogni scena, basta vedere il suo Lorenzo interagire col nipote Francesco per rendersene conto. appaiono più stereotipati i personaggi e la recitazione di Micaela Ramazzotti e di Elio Germano, bravissimo nei suoi calcolati scatti di ira che traducono in azione la sua repressione, mentre sul ruolo di Giovanna Mezzogiorno le perplessità sono molte e la scena in cui improvvisamente, da semplice interprete del tribunale, inizia a parlare al giudice, in una sorta di pensiero ad alta voce, appare davvero fuori luogo e quello che forse nelle intenzioni voleva essere un corifeo da tragedia classica assume accenti che invece di aumentare il pathos lo fanno crollare vertiginosamente.
La pellicola ha fatto incetta di premi al Nastro d'argento 2017, vincendo miglior film, regia, attore protagonista e miglior fotografia, firmata da Luca Bigazzi, a cui va il merito di aver fissato sulla pellicola una Napoli lontana da quella piatta e turistica di certe serie tv e averne valorizzato gli aspetti più reali con i dettagli di antichi cortili, vicoli e piazze.
La tenerezza è un film con tanti difetti, a partire dalla locandina, in cui incredibilmente non si vede Carpentieri, ma resta dentro e fa riflettere anche a molti giorni di distanza dalla visione sulle relazioni tra le persone, sui sentimenti, sull'imprevedibilità della vita e su come si possa imparare da chiunque e a qualunque età...
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