lunedì 18 luglio 2016

Una calibro 20 per lo specialista (Cimino 1974)

È il film d'esordio di Michael Cimino, un roadmovie che vede protagonista il territorio forse anche più dei personaggi.
Merita una premessa l'incredibile trasformazione del titolo italiano, che evidentemente puntava a connetterlo a Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan (Post 1973), uscito l'anno prima con lo stesso Clint Eastwood. Peccato che i due film non abbiano nulla in comune, a cominciare dal ruolo del personaggio di Eastwood, che nella pellicola di Ted Post è un poliziotto, mentre qui è un malvivente, un rebel without cause in piena tradizione statunitense.

Stavolta, peraltro, al suo fianco c'è una sorta di "allievo", un giovane che vede in lui un modello da seguire, ed è per questo che il titolo originale era costituito dai loro soprannomi, Thunderbolt and Lightfoot, difficilmente traducibili in italiano e per questo ignorati del tutto, risolvendo la questione non facendo mai comparire nella sceneggiatura il nome del primo, John (Clint Eastwood), e dando al secondo un altro soprannome, Caribù (Jeff Bridges). 
I due personaggi principali si incontrano per caso nel nulla di una campagna statunitense (il film è girato nel Montana). Qui il malvivente, ed ex marine nella guerra in Corea, John "Thunderbolt" (Clint Eastwood), in abiti sacerdotali, sta recitando un'omelia davanti ai fedeli, quando un suo vecchio socio, Rosso (George Kennedy), entra in chiesa imbracciando un fucile... Durante la fuga John salta su un'auto in corsa, ovviamente quella guidata da Caribù (Jeff Bridges). I due, nonostante le iniziali resistenze di John, si conosceranno e diventeranno amici e persino il Rosso avrà un ruolo nella loro storia... 
Nel rapporto tra i due protagonisti è possibile vedere diverse coppie di quegli anni, ma penso soprattutto a quella composta da Charlie-Keitel e Johhny Boy-De Niro in Mean Streets (1973): come in quel caso, Thunderbolt al pari di Charlie è il più razionale, la guida dell'altro, mentre Caribù-Lightfoot è un giovane senza regole, sempre innaturalmente sorridente
Dai dialoghi emergono due personaggi molto diversi: John è taciturno, ha un passato da soldato e da rapinatore in una banda di cui faceva parte anche il Rosso; Caribù è, all'opposto, un esuberante chiacchierone, non ha ancora mai partecipato ad un "colpo" importante e si limita a furti d'auto, mentre nel suo passato spicca l'abbandono da parte dei genitori che lo hanno mandato in un istituto da cui è fuggito. 
Il regista sembra intenzionato a far emergere soprattutto le loro differenze e c'è davvero poco spazio per altri personaggi, cosicché non sappiamo praticamente nulla del Rosso e del suo amico, così come, stranamente per un film del genere, ma in rigoroso ossequio ad una storia incentrata sull'amicizia tra due uomini, quasi per non distrarre lo spettatore, sono pressoché assenti i ruoli femminili, limitati a due ragazze con cui John e Caribù si intrattengono per una volta (una delle due, peraltro, Melina, è interpretata da Catherine Bach). 
Cimino gira una storia di esclusi e si inserisce in un filone ben rappresentato nel cinema statunitense degli ultimi anni che raccontando storie di misfits (Gli spostati - Houston 1961), seguiva la scia del fallimento del sogno americano, spesso virato ad un primato da ottenere ad ogni costo e per questo spesso delinquenziale. Così accadeva con il capolavoro di Arthur Penn, Bonnie e Clyde (1967), con Roger Corman e il suo bellissimo Il clan dei Barker (1970), e poi con gli altri, tra cui il già citato Scorsese di Mean Streets (1973) e,  nello stesso anno, Terrence Malick con il magnifico La rabbia giovane (1973), forse per la sua capacità di dare importanza alla natura, il più vicino a Cimino tra questi registi.  
La chiesa del film di Cimino e quella dei Guns'n'Roses
Ed è proprio il paesaggio, al pari dei due personaggi principali, il protagonista di Una calibro 20 per lo specialista: fiumi, montagne, canyon, distese di prati, in cui i personaggi trovano posto, senza mai occupare pienamente gli spazi.  
Lo dimostra perfettamente l'immagine iniziale, su cui appaiono i titoli, con una piccola chiesa di campagna decentrata nell'inquadratura. Si tratta di un tipico edificio religioso rurale americano e, pur non essendo la stessa, chi ricorda il videoclip di November Rain dei Guns'n'Roses può avere un'idea di una struttura architettonica così semplice in un paesaggio di desolante pianura a perdita d'occhio.
Cimino utilizza spesso questa tipologia di messa in scena, inserendo i personaggi nel paesaggio, così come quando vediamo John, ancora col collarino da prete, e Caribù sul ciglio di un fiume, su piani opposti (primo piano in alto, secondo piano in basso),  oppure quello in cui l'immagine mostra in strada il primo in piedi in secondo piano e l'altro in primissimo piano seduto sull'asfalto, con la mdp che riprende dal basso evidenziando le grandi nuvole nel cielo.
Con le montagne, poi, la mdp di Cimino sembra sposarsi perfettamente per sua stessa ammissione: "le montagne sono come le donne: se ti avvicini troppo non vedi nulla, se ti allontani troppo le perdi... Per quanto mi riguarda, ho una specie di relazione perfetta con la mia macchina da presa e le montagne".
Proprio una frase detta da Eastwood al regista durante le riprese, raccontata dallo stesso Cimino, la dice lunga sul modo di usare la mdp dell'autore de Il cacciatore (1978): "Sai, ho lavorato con moltissimi registi. Ma pochissimi sapevano come portare lo scope sullo schermo. Alcuni di loro si sono trovati di fronte alle montagne più belle del mondo e quando le hanno filmate sembravano, con tutto il rispetto possibile, della merda! Tu sai come portare lo scope sullo schermo e io voglio che tu lo faccia".
Il film di Cimino è anche un modello per le pellicole che verranno. Quando in auto sentiamo John citare "Il lupo dimorerà con l'agnello e il leopardo giacerà col fanciullo", invece del capretto come in Isaia  (11, 16), come non pensare alle frasi a effetto ben più epiche del cinema successivo, e soprattutto l'ormai mitica Ezechiele 25, 17 che Samuel Jackson recitava in Pulp Fiction (Tarantino 1994)? E così, Caribù che si veste da donna per "esigenze di lavoro", si ammira così tanto davanti allo specchio al punto da dirsi "quanto sei sexy, mi ti farei", che non può non ricordare la stessa auto-attrazione davanti alla propria immagine riflessa del serial killer Jame "Buffalo Bill" Gumb ne Il silenzio degli innocenti (Demme 1991) - "vorresti scoparmi? [...] Io mi scoperei. [...] Mi scoperei a non finire, proprio a non finire" -, peraltro parodiata da Kevin Smith  in Clerks 2 persino con il sottofondo musicale di Goodbye Horses di Q Lazzarus (vedi).
L'ironia è parte essenziale della sceneggiatura, altra caratteristica che soprattutto Tarantino ha portato alle estreme conseguenza: John, poco dopo l'incontro con Caribù, lo prende in giro per il suo modo di guidare - "tutti i campioni del volante hanno gli occhi celesti" - e più avanti, quando si ritrova a salire sull'auto dei Caribù, si sente dire "smettiamola di incontrarci così, la gente chiacchiera, soprattutto con un prete di mezzo". Anche le situazioni possono essere divertenti e grottesche, come nel caso in cui i protagonisti legano e imbavagliano un poliziotto e sua moglie in casa, ma poi nel letto della figlia trovano il fidanzato, regalando così un'ulteriore sorpresa per la loro vittima, in una scena degna dei Coen.
 
Cimino non esordisce con un capolavoro, questo è chiaro, e negli anni successivi girerà Il cacciatore (1978) e I cancelli del cielo (1980), che pur se con risultati opposti al botteghino restano i suoi più grandi film, ma Thunderbolt and Lightfoot è una pellicola di livello, inserita in quel contesto di new american cinema in pieno fermento e che, come visto, lascerà tracce nel futuro...

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