lunedì 17 agosto 2015

America Oggi (Altman 1993)

Si tratta probabilmente del massimo capolavoro della lunga e prolifica carriera di Robert Altman, e l'ennesima pellicola con il quale il regista statunitense dimostra di saper dirigere un cast composto da numerosi attori, analizzando la società americana di inizio anni Novanta - questo l'unico collegamento del titolo italiano che stravolge l'originale Short Cuts - attraverso le relazioni di coppia, tra amici, tra genitori e figli, e non solo.
Come in altri suoi celebri film, entrati comunque di diritto nella storia del cinema, come M*A*S*H* (1970), Nashville (1975) e I protagonisti (1992), per dirne solo alcuni, America Oggi è il risultato di una sorta di concerto cinematografico, per un'orchestra con oltre venti interpreti, che il Leone d'oro al miglior film alla 50° edizione della mostra cinematografica di Venezia riconobbe pienamente (seppur in ex aequo con l'altrettanto splendido Film Blu di Kieslowsky).
Il soggetto è tratto dall'omonimo libro di racconti di Raymond Carver (Short Cuts) ma, a differenza di quello, in cui le diverse storie sono a se stanti, nel film, il grande lavoro di scrittura da parte dello stesso Altman e di Frank Barhydt, coautore della sceneggiatura, è proprio quello di trasformare le singole vicende in un insieme organico, cosicché i personaggi minori di un racconto diventano al tempo stesso i protagonisti di un altro e così via.

Lo straordinario cast, così, riunisce un gruppo di attori di livello assoluto, tutti potenziali protagonisti, che si alternano in nove storie ambientate a Los Angeles, fuse una dentro l'altra in una catena che sceneggiatura e montaggio alternato contribuiscono a saldare.
Ann e Howard Finnigan (Andie MacDowell e Bruce Davison) assistono Casie, il figlio investito da un'auto, e vengono raggiunti in ospedale da Paul, il nonno del bambino, una figura assente nel racconto originale ma che nel film assume un'importanza notevole, dando un ruolo ad un mostro sacro come Jack Lemmon. Il medico che cura il piccolo Finnigan è Ralph Wyman (Matthew Modine), sposato con Marian (Julianne Moore), una pittrice che usa spesso come modella la sorella Sherry (Madeleine Stowe), moglie di Gene (Tim Robbins), un poliziotto cinico, egocentrico ed ossessionato dal cagnolino dei figli di cui vuole sbarazzarsi.  
Gene, però, è anche l'amante di Betty (Frances McDormand), ex moglie di Stormy Weathers (Peter Gallagher), un marito vendicativo che decide di prendere alla lettera il concetto di divisione dei beni...
I problemi di coppia, però, colpiscono improvvisamente anche Stuart Kane (Fred Ward), che in una giornata dedicata alla pesca, in compagnia dei suoi amici Gordon Johnson (Buck Henry) e Vern Miller (Huey Lewis), trova il cadavere di una ragazza lungo un fiume, ma con loro decide di ignorarlo dando priorità al proprio svago. La moglie di Stuart, Claire (Anne Archer), sarà sconvolta dalla superficialità con cui il marito le racconterà dell'accaduto, e riparerà andando al funerale della giovane donna. 
Gli stessi Kane, inoltre, sono amici degli Wyman con i quali organizzano una cena sulla terrazza per mangiare il pesce pescato da Stuart, in cui vengono a galla tutti i problemi delle due coppie - eccezionale in uno dei momenti di massima tensione l'urlo di Ralph-Matthew Modine truccato da pagliaccio -, così come accadrà per Honey e Bill Bush (Lili Taylor e Robert Downey Jr.), in una gita con Jerry (un eccezionale Chris Penn) e Lois Kaiser (Jennifer Jason Leigh), che terminerà in dramma.
Lois fa la telefonista di una hot line, un lavoro che le consente di rimanere a casa ed accudire i figli, in un continuo contrasto tra i gesti quotidiani di mamma e le frasi che pronuncia ai suoi interlocutori eccitati dall'altro capo del telefono e che spesso sconcertano lo stesso marito, evidentemente non abituato a tanto e geloso, un disagio che si aggiunge all'insoddisfazione per il proprio lavoro di pulitore di piscine, che sconfina in una sostanziale inibizione e in uno stato di continua compressione. Tra i vicini dei Kaiser, oltre ai Finnigan, ci sono la cantante jazz Tess Trainer (Annie Ross) totalmente presa dalla sua carriera e che ha sempre trascurato l'ipersensibile figlia Zoe, interpretata dalla bella Lori Singer che, come nella celebre serie tv Saranno famosi, non si separa mai dal suo violoncello.
Quest'ultima è l'unica vicenda che non vede come protagonista una coppia uomo-donna, sulle cui dinamiche sono incentrati tutti gli altri racconti, cosicché a chiudere la serie di coppie sono Earl Piggot (Tom Waits) e Doreen (Lily Tomlin), impegnati in una relazione che nessuno dei benpensanti accetterebbe come tale, eppure tra le tante presentate nel film, è probabilmente la più funzionante, una conferma che per Carver e per Altman c'è poco da teorizzare su un argomento del genere, lasciando liberi tutti di trovare il modello più adatto a loro! Earl è sboccato e scontroso, prende continuamente in giro la compagna - "chi guarderebbe il tuo culo triste di mezza età?" - e ne commenta le grazie parlando con gli avventori del ristorante in cui la donna lavora. 
A chiusura del complicato groviglio di storie, peraltro, Doreen è anche la donna che ha fortuitamente investito il piccolo Casie Finnigan, la madre di Honey e la cameriera del locale in cui mangia il gruppo di amici pescatori... 

Tutto funziona a meraviglia e anche le figure minori sono perfettamente delineate, come dimostra su tutti il personaggio di Andy Bitkower, interpretato da Lyle Lovett, il pasticciere - nel suo negozio all'inizio si incontrano Ann, Stormy e Claire - che reclama il mancato ritiro della torta ordinata dalla signora Finnigan, fino all'incontro con i coniugi, un momento bellissimo nel racconto di Carver e altrettanto intenso nel film di Altman.
A raccordare il tutto, inoltre, una cornice comune, che passa per gli elicotteri dell'inizio del film che volano sul cielo di Los Angeles - uno dei piloti è Stormy - per disinfestarla dalla mosca mediterranea, agli schermi televisivi, in cui compare il notiziario di Howard Finnigan, e infine il terremoto che coinvolge tutti i personaggi.

La mdp interviene spesso per suggerire cosa guardare, e i carrelli in avanti vanno a sottolineare dei dettagli, proprio come nel cinema di Hitchcock. In uno di questi movimenti di macchina viene persino citato uno dei più celebri oggetti-feticcio del regista britannico: il bicchiere di latte sul comodino del piccolo Casie non può non rimandare a quello di Cary Grant e Joan Fontaine ne Il sospetto (1941). Significativamente, però, come già notato in passato (De Bernardinis 1995), la mdp si allontana dalla scena nei momenti di massimo dolore, in pieno contrasto con la tv verità che in quegli anni già imperversava ed è paradossale che invece i Cahiers du cinema abbiano imputato al film proprio il difetto di essere troppo vicini al linguaggio televisivo.
Altman trova il modo di aggiungere anche un inserto metacinematografico, grazie al personaggio di Bill interpretato da Robert Downey Jr., che per professione è un truccatore di scena: non solo lo vediamo, infatti, partecipare ad un provino per il trucco di un film horror, ma mentre fa una telefonata dietro di lui si vede in bella mostra il manifesto di Blob - Il fluido che uccide (Russell 1988).
America oggi è un pilastro del cinema statunitense degli anni Novanta e la sua influenza sul cinema successivo è facilmente ravvisabile: basti pensare a film corali come Magnolia (Anderson 1999), che ripete lo schema a nove storie a se stanti ma legate tra loro, ambientate a Los Angeles, o Crash - Contatto fisico (Haggis 2004), solo per citarne un paio di grande successo, ma anche, in qualche modo, l'epocale Pulp Fiction (Tarantino 1994), in cui non solo le storie si intrecciano come nel film dell'anno precedente, ma dove il personaggio di Mr Wolf (Harvey Keitel) arriva col piglio del risolvi-problemi identico a quello del rappresentante di aspirapolvere che suona alla porta di Stormy.
Per Altman, nonostante i momenti drammatici, il suo più grande affresco della società statunitense, in fondo, era una commedia, cosicché una delle sequenze più significative risulta essere il casuale scambio di fotografie tra Honey e Gordon, che rispettivamente mostrano la donna truccata dal marito Bill come se avesse subito una morte violenta e la ragazza senza vita trovata dai pescatori: dov'è la verità? Come si distingue ciò che è reale da ciò che è falso? Il regista ci fornisce così, con un ennesimo elemento assente nel racconto di Carver, una riflessione su realtà e televisione, realtà e cinema, realtà e narrazione...

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