Sono passati 35 anni dalla morte di Alfred Hitchcock da pochissimi giorni (si spegneva il 29 aprile 1980). Per celebrarli, Il Cinema secondo Begood prende in prestito, provando a dare un'immagine ai tanti momenti citati, lo splendido omaggio che Jean Luc Godard ha scritto nel suo Histoire(s) du cinema (1998) su uno dei più grandi registi di sempre.
perché Joan Fontaine
si sporga
sul ciglio della scogliera (1)
e cosa
Joel McCrea
se n'andasse a fare
in Olanda
1. Rebecca (1940) |
2. Il prigioniero di Amsterdam (1940) |
3. Io confesso (1953) |
Abbiamo dimenticato
su cosa
Montgomery Clift mantenga
eterno silenzio (3)
e perché Janet Leigh
si fermi al Motel Bates (4)
e perché Teresa Wright
sia ancora innamorata
di zio Charlie (5)
5. L'ombra del dubbio (1943) |
4. Psycho (1960) |
abbiamo dimenticato
di cosa Henry Fonda
non sia colpevole (6)
e perché esattamente
il governo americano
ingaggi Ingrid Bergman (7)
6. Il ladro (1956) |
7. Notorius (1946) |
Ma ci ricordiamo di una borsetta (8)
ci ricordiamo di un camion nel deserto (9)
9. Intrigo internazionale (1956) |
8. Marnie (1964) |
10. Il sospetto (1941) |
ma ci ricordiamo di un bicchiere di latte (10)
delle pale di un mulino (11)
di una spazzola per capelli (12)
11. Il prigioniero di Amsterdam (1940) |
12. Il ladro (1956) |
Ci ricordiamo di una fila di bottiglie (13)
di un paio di occhiali (14)
14. Delitto per delitto (1951) |
13. Notorius (1946) |
di uno spartito (15)
di un mazzo di chiavi (16)
15. L'uomo che sapeva troppo |
16. Notorius (1946) |
perché con questi
17. Le mele di Cézanne |
Alfred Hitchcock riuscì
là dove fallirono
Alessandro, Giulio Cesare e Napoleone:
avere il controllo dell'universo”.
Forse diecimila persone
non hanno dimenticato
la mela di Cézanne (17),
ma saranno un miliardo
gli spettatori che ricorderanno
l'accendino di Delitto per Delitto (18)
18. Delitto per delitto (1951) |
E se Alfred Hitchcock
è stato il solo
poeta maledetto
ad avere successo
è perché è stato
il più grande
creatore di forme
del XX secolo
e perché sono le forme
che ci dicono
19. Vertigo (1958) |
ciò che c'è al fondo delle cose
ora, che l'altro è l'arte
se non ciò per cui
le forme diventano stile
e che altro è lo stile
se non l'uomo
è allora
una bionda
senza reggiseno (19)
20. Vertigo (1958) |
che ha paura del vuoto (20)
a portarci la prova
che tutto questo
non è che cinema
in altre parole
l'infanzia dell'arte"
...prima di chiudere è troppo forte la tentazione di aggiungere altri oggetti significanti e semioticamente basilari del cinema di Alfred Hitchcock, che spesso, all'interno della narrazione, assumono lo spessore dei personaggi più dei personaggi stessi: dalle forbici de Il delitto perfetto (1954) al forno de Il sipario strappato (1966); dalla pistola di Io ti salverò (1945) alla tazza di Notorius (1946); dal pavimento di The lodger (1927) ai pali e i fili dell'alta tensione de Gli uccelli (1963); dal pacco di Sabotaggio (1936) al lampadario di Complotto di famiglia (1976); dallo chignon e dal bouquet di Vertigo (1958, che continuo a rifiutarmi di citare come La donna che visse due volte) a, ovviamente, ma si potrebbe continuare ancora per molto, la tenda da doccia più famosa della storia del cinema... (Psycho 1960).
Grazie Alfred!
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