lunedì 9 dicembre 2013

Blue Jasmine (Allen 2013)

Woody Allen, dopo la sortita turistica di To Rome with Love, torna nel suo contesto e racconta una storia di ricchi newyorchesi che piuttosto che vittime della crisi economica del momento si ritrovano in povertà a causa di condotte finanziarie a dir poco discutibili.
La protagonista è la Jasmine del titolo - una magistrale Cate Blanchett - in realtà Janet che ha modificato il suo nome per chiamarsi con quello di un fiore, il gelsomino appunto. Questo dettaglio la dice lunga sul personaggio incerto, insicuro e pronto a far finta di niente anche di fronte alle malefatte in campo economico e sentimentale del marito Hal, un faccendiere interpretato da un perfetto Alec Baldwin, che non ha nulla del 9000 di kubrickiana memoria.
La donna, che della bellezza ha fatto la sua unica arma rinunciando totalmente a sviluppare il resto della sua personalità, vive all'insegna di una colpevole leggerezza che l'ha condotta al precario stato psicologico in cui la incontriamo all'inizio del film. Ed è proprio grazie alle pochissime inquadrature iniziali che Woody Allen ci spiega con grande maestria tutto quello che dobbiamo sapere di questa donna, così logorroica e bisognosa di ascolto da essere capace di occupare l'intero viaggio aereo dialogando con una vecchia signora che, però, giunta al nastro dei bagagli, fa di tutto per liberarsene.
La sua vita matrimoniale può essere sintetizzata nella breve sequenza in cui Hal, che la tradisce con un'amica, una segretaria e la personal trainer, le regala un braccialetto pronunciando le parole "perché fai il tuo dovere". Jasmine, che vive una vita irreale, in cui i suoi massimi impegni sono il pilates, lo yoga e la beneficenza, verrà criticata profondamente anche da Danny, il figlio di Hal che, scoperto l'inganno, se ne andrà consapevole che la matrigna "quando non vuole sapere qualcosa si gira dall'altra parte".

Il grande pregio della pellicola che, va detto, non verrà ricordata tra i capolavori del regista statunitense, è sicuramente il montaggio: lo spettatore grazie ad esso conosce Jasmine sull'aereo che la porta da New York a San Francisco, da sua sorella Ginger, dopo che i loro rispettivi matrimoni sono falliti, proprio perché Hal truffando amici e parenti ha dilapidato i soldi incamerati, e scopre i dettagli di quanto successo negli anni precedenti grazie ai ricordi della protagonista, spesso attivati da un'immagine o da una parola.
La bella struttura narrativa, inoltre, va anche avanti consentendoci di seguire la vita di Jasmine dopo il tracollo: ora vuole tornare all'università, studiare, ma nella totale incapacità di impegnarsi, avendo sempre scelto la via più facile, è vittima di se stessa, e ripeterà l'errore puntando ancora una volta un uomo ricco, Dwight, che le potrebbe garantire la sicurezza, piuttosto che credere in se stessa e nelle proprie forze.
Totalmente diversa è la sorella Ginger, anche lei adottata dai genitori come Jasmine, ma che vive da sempre all'ombra della sorella "con i geni migliori". Molto più popolare e semplice di Jasmine, segue la sua natura, si innamora di uomini discutibili e rozzi, ma sicuramente più veri di quelli della sorella: Augey, un muratore che affida i soldi vinti ad una lotteria proprio ad Hal, venendone truffato; Alan, conosciuto ad una festa, la soddisfa sessualmente ma non le dice di essere sposato e, infine, Chili, interpretato dal bravo Bobby Cannavale, che nel bellissimo Romance & cigarettes era il giovane folgorato da John Travolta, un ragazzone fin troppo genuino che però sembra davvero amarla e con cui decidere di vivere. 

Per la "triste" Jasmine, invece, non c'è soluzione, e si ritrova a parlare a chicchessia della sua vita, anche seduta su una panchina di un parco, dopo che la sua insicurezza l'ha portata ad ingannare anche Dwight che, scoperta la verità sulla sua vita, decide di non fidarsi più di lei. Il personaggio della Blanchett chiude con un eloquente "una volta sapevo le parole, ora sono sottosopra", riferendosi a Blue Moon, la canzone che ha fatto da colonna sonora al suo matrimonio con Hal, nonché perfetta melodia per un film di Woody Allen.

Un finale senza speranza, privo di luci, come già era successo in passato con Crimini e misfatti (1989) o Mariti e mogli (1992), forse i film che più degli altri nella carriera del regista si avvicinano per tematica a questo Blue Jasmine, ma vi prego, evitiamo di paragonarlo a quelli...

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