lunedì 2 dicembre 2013

Il tocco del peccato (Zhang-Ke 2013)


Quattro episodi, quattro storie che si susseguono, in cui l'unico filo conduttore sembra essere quello di mostrare, con un'evidente volontà di critica sociale, una Cina violenta, in cui i singoli protagonisti sono soli, incompresi e disperati.
Detto questo, il film appare un po' slegato: le quattro vicende, fatta eccezione per la tematica, sono unite malamente dal punto di vista narrativo, attraverso comparse dell'episodio precedente che si ritrovano casualmente negli stessi luoghi frequentati dai protagonisti di quello successivo. Un escamotage decisamente debole per garantire amalgama alla pellicola, che pure si segnala per alcune (ma nemmeno abbastanza in realtà) splendide inquadrature.

Nel primo episodio un uomo lavora in una miniera dello Shanxi (provincia in cui è nato il regista Jia Zhang-Ke) e sembra l'unico a rendersi conto delle storture di un sistema che ha portato alla vendita della cava senza nessun vantaggio per i lavoratori a cui pure erano state promesse delle entrate aggiuntive. Il sindacalista ribelle mostra tutto il suo disappunto prima contro il capo diretto e poi contro il direttore della miniera, così ricco da viaggiare in Maserati e con un aereo privato. Tutto quello che ottiene è di essere malmenato da un picchiatore con un pala che tratta il suo volto come se fosse "una pallina da golf". Proprio questa similitudine gli vale il soprannome di "Signor Go", spingendolo a vendicarsi e, dopo essere passato a salutare la sorella, che lo vorrebbe sposato e sistemato, imbraccia un fucile e uccide in rapida sequenza il ragioniere della miniera, che si rifiuta di riferirgli le somme sottratte ai lavoratori, la di lui moglie, un segretario che lo apostrofa col suo nuovo nomignolo, il capo e, infine, il direttore. Durante la strage, in un eccesso di giustizia fai da te, trova persino il tempo di sparare ad un contadino che frusta abitualmente il suo cavallo. È bella l'immagine dell'animale libero che si allontana sulla strada, la stessa da cui, in direzione opposta, stanno arrivando le automobili della polizia per arrestare l'autore della carneficina.
La seconda storia vede protagonista un uomo dalla pistola facile che, dopo aver ucciso tre giovani malviventi, torna a casa da suo figlio e da sua moglie, a cui confessa di sentirsi vivo solo quando spara. Lo farà ancora per rubare la borsa di una donna appena uscita dalla banca, uccidendo sia lei che il marito.
La storia si chiude con un camion che trasporta alcuni tori (anche il protagonista indossa quasi sempre un cappello dei Chicago Bulls con il toro in bella mostra).
Nel terzo episodio una donna è l'amante di un uomo sposato a cui, ormai stanca, chiede di decidere se stare con lei o con la moglie. Proprio quest'ultima, scoperto il tradimento del marito, va a trovarla nel centro benessere in cui lavora la giovane receptionist e, con l'aiuto di due uomini, la picchia selvaggiamente. Superato tutto questo, la ragazza sarà vittima di un tentativo di violenza sessuale da parte di due clienti, ed esploderà tutta la sua rabbia uccidendoli con il coltello appartenuto al suo ex amante.

Come negli altri casi, anche questa volta sembra esserci una specie animale dominante, e infatti si vedono diversi serpenti, ma in questa storia compaiono anche una scimmia e una mucca. Vedremo la donna, alla fine del film, cercare un nuovo lavoro.

Nell'ultimo episodio, infine, un giovanissimo operaio distrae un collega che mentre dialoga con lui si infortuna rimanendo con una mano nella macchina tagliatrice. La norma vorrebbe che da ora in poi debba lavorare e dare il suo stipendio al compagno danneggiato, ma preferisce scappare e cercare altri lavori. Alla fine approderà nel Golden Age Club, dove si innamorerà di una delle ragazze che però gli rivelerà di non credere nell'amore. Dopo questa delusione, il giovane lascerà il lavoro ed entrerà in un'altra fabbrica e, dopo essere stato minacciato dal collega infortunatosi all'inizio dell'episodio, deciderà improvvisamente di mettere fine alla propria vita.

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