Ambientazione messicana, tradizione, famiglia e Aldilà, per questo lungometraggio d'animazione Disney-Pixar, che conferma l'altissimo livello delle produzioni della casa che, da Toy Story (Lasseter 1995) in poi, ha inanellato un film all'anno, collezionando tanti capolavori.
Lee Unkrich e il co-regista Adrian Molina mettono in scena una storia da teatro classico, con tanto di agnizione finale, che fa stropicciare gli occhi a grandi e bambini.
La Coco del titolo in realtà non è la protagonista, né una bambina, come ci si aspetterebbe, ma la vecchissima bisnonna del piccolo protagonista, Miguel Rivera, ultimo membro di una famiglia di calzolai, ad impianto matriarcale, con un passato musicale messo a tacere dagli eventi della vita.
Miguel, però, nonostante la durezza delle donne della sua famiglia contro tutto ciò che produca note musicali - anche l'abuelita Elena è fantastica -, ha come sogno proprio quello di diventare un mariachi e appena può si lascia incantare dai folkloristici musicisti messicani nella piazza del paese, cercando di imitarli con la sua chitarra.
Miguel e Coco |
Miguel si ritroverà nel mondo dell'Aldilà, punito per aver rubato la chitarra del suo mito, Ernesto de la Cruz, dal suo mausoleo, e rubare ai morti è peccato. Incontrerà tutti i membri trapassati della sua famiglia e lo stesso la Cruz, che è stato il più grande musicista del suo tempo e che è comparso anche in tanti film che Miguel conosce a memoria; un altro mariachi, Hector, che aiuterà il protagonista nelle sue ricerche chiedendo in cambio solo di portare una sua foto nel mondo dei vivi.
Miguel, Dante e Hector |
L'idea più geniale del film è la creazione della Terra delle anime, un Aldilà gioioso e divertente, ma allo stesso tempo con inevitabili inserti malinconici che hanno finalità didattiche sul difficile tema del trapasso dei propri cari, risolto in sceneggiatura con "El Día de los Muertos", una festa particolarmente sentita in Messico, che di fatto si celebra dal 28 ottobre al 2 novembre.
Il regno dei morti è delineato come una città moderna, con tanto di riconoscimento del defunto al computer, con addetti che lasciano passare il ponte dei fiori, che collega la Terra con l'Aldilà, solo a coloro che vengono ancora ricordati dai propri cari con l'esposizione di una loro foto in quel giorno di festa. Chi, invece, non è più nei pensieri di nessuno in vita, si dissolve del tutto, scomparendo definitivamente.
Pepita - Gerione |
L'importanza del ricordo dei vivi nei confronti di chi non è più a fianco a noi è un tema che investe anche l'immancabile riferimento letterario, la Divina Commedia dantesca, che si ritrova nell'ultramondo di Coco in almeno due elementi particolarmente evidenti: non può essere considerato un semplice caso, infatti, che il cagnolino di Miguel si chiami proprio Dante e che, oltre il ponte dei fiori, esista un mostro ibrido, Pepita, un po' felino, un po' uccello e tanto altro, che ricorda molto da vicino il Gerione descritto in Inf. XVI e XVII, e che come con Dante e Virgilio, porta in groppa alcuni protagonisti della vicenda.
La Frida Kahlo del film |
Una menzione particolare, naturalmente, per le musiche della colonna sonora, realizzata da un colosso come Michael Giacchino, e arricchita dalle canzoni composte da Germaine Franco, Robert Lopez e Kristen Anderson-Lopez.
Ernesto de la Cruz |
Come visto, sono tanti i motivi per cui Coco è un film da non perdere sia per i bambini che per gli adulti. Tra un sorriso e l'altro, qualche lacrima vi righerà le guance... lasciatela scendere, in attesa del prossimo film della Pixar!
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