sabato 30 dicembre 2017

La vita è meravigliosa (Capra 1946)

È il film di Natale per antonomasia, il più classico dei classici... quello in cui Frank Capra adatta il racconto di Philip Van Doren Stern, The Greatest Gift, scritto nel 1939 ma pubblicato solo nel 1943, quando l'autore decise di scriverne il testo su 200 biglietti di auguri per amici e parenti, e realizza una delle pellicole più popolari del cinema americano di sempre.
L'RKO ne acquisì i diritti e puntò alla realizzazione di un film con Cary Grant, ma nel 1945 il progetto passò nelle mani di Frank Capra, che lo intrise di quel "Capra touch", con cui il regista italo-americano mise in scena la vita quotidiana e i buoni sentimenti risollevando gli animi di una nazione abbattuta dalla Grande depressione successiva al crollo di Wall Street del '29. La vita è meravigliosa è la fiaba più autentica del sogno americano, a cui presta il volto il divo più rassicurante della storia del cinema, un sensazionale James Stewart, allora trentottenne (trailer).
Il famoso fermo-immagine nel racconto sulla vita di George
Strutturata attraverso un lungo flashback, la vicenda inizia in Paradiso, dove san Giuseppe consiglia a Dio di raccogliere le preghiere del protagonista. Per questo Dio decide di inviare sulla Terra Clarence Oddbody (Henry Travers), angelo di seconda classe ancora privo di ali, a cui racconta la storia di George Bailey (Stewart), che nel giorno della vigilia di Natale sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua vita.
George è nato e cresciuto nella cittadina di provincia di Bedford Falls, dove da bambino ha salvato il fratello minore Harry (Todd Karns), che rischiava di morire nel ghiaccio, e ha evitato al signor Grower, il farmacista del paese, di compiere un errore irreparabile con uno scambio di ricette. Ha seguito le orme paterne gestendo la Società costruzioni e mutui senza mai cedere alla prepotenza del ricco e avarissimo Henry Potter (Lionel Barrymore), personaggio sovrapponibile allo Scroodge di dickensiana memoria. Dopo l'improvvisa morte del padre, George ha rinunciato a tutti i suoi progetti di studio e di viaggio, diventando egli stesso il pater familias e spingendo Harry a fare la vita che avrebbe voluto per sé, tra studio, grandi città e soprattutto lontano da Bedford. Persino la sua forte idiosincrasia verso il matrimonio dovrà farsi da parte dopo aver conosciuto Mary (Donna Reed, terza scelta dopo i rifiuti di Jean Arthur e soprattutto di Ginger Rogers), da cui avrà quattro bambini.
Ora però è il 24 dicembre e la serenità della loro famiglia è a forte rischio, poiché lo zio Billy (Thomas Mitchell), storico collaboratore della società, ha perduto ottomila dollari, mettendo sull'orlo della bancarotta la "Bailey costruzioni e mutui". George arriverà persino a chiedere aiuto a Potter e a pensare al suicidio guardando il fiume dall'alto del ponte.
L'entrata in scena dell'angelo custode Clarence, quindi, non solo salverà la vita di George, ma di fronte alle sue imprecazioni e al desiderio di non essere mai nato, il bonario deus ex machina gli consente di fare un giro per Bedford, o meglio Pottersville, per dimostrargli cosa sarebbe stata quella città se veramente lui non fosse mai esistito e nessuno avesse ostacolato il potere di Potter. Il prodigio rimette George sulla retta via e gli dà la forza per affrontare le eventuali difficoltà che gli si porranno davanti e che, una volta recuperata la fiducia, in un modo o nell'altro, soprattutto grazie al "bene di ritorno", si risolveranno! D'altronde, sotto l'albero di Natale, George riceve una copia de Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain con la dedica di Clarence che gli ricorda che finché un uomo ha degli amici non è mai un fallito...

Tante le battute rimaste nella storia, a partire dalla spiegazione che Clarence dà a George, "La vita di un uomo è legata a tante altre vite. E quando quest'uomo non esiste, lascia un vuoto"; George che offre la luna a Mary: "Che cosa vuoi, Mary? Puoi dirmelo! Vuoi la luna? Se la vuoi, io la prenderò al laccio per te"; George a brutto muso contro Potter in difesa della memoria di suo padre: "Peter Bailey da morto è molto più ricco di quanto potrete mai esserlo voi da vivo"; la più piccola delle figlie di George, guardando una campanella sull'albero di Natale, dice al padre "Guarda papà, guarda. La maestra dice che quando suona una campana un angelo mette le ali".
Tra le curiosità più divertenti va ricordato che il film venne accusato di filocomunismo per la negatività del personaggio di Potter, simbolo capitalistico, e che buona parte delle sequenze furono girate in pieno agosto cosicché, per creare l'effetto neve, invece dei tradizionali fiocchi d'avena, troppo rumorosi e che costringevano la produzione a ridoppiare le scene in studio, vennero utilizzati ventimila litri di foamite mescolati con acqua e sapone.
Il film, incredibilmente, non vinse alcun Oscar nel 1947, nonostante le cinque nomination (film, regia, protagonista, montaggio, sonoro), mentre Frank Capra si aggiudicò la miglior regia ai Golden Globe. Da decenni, invece, è nei primi posti di diverse classifiche dell'American Film Institute, tra cui quella dei film realizzati ad Hollywood, dei migliori film sentimentali, di quelli di genere fantasy, e così Potter è tra i cattivi più riusciti della storia del cinema e George Bailey tra gli eroi positivi
Un film sul senso della vita, sul valore del sacrificio, da collocare nel contesto in cui venne concepito, gli Stati Uniti in ripresa dopo la grande crisi, bisognosi di eroi e di esempi positivi. Tale lettura è stata sostanziata nella vita reale da un giudice della Florida, che nel 1987 impose la visione del film come parte di una condanna al fine di far comprendere il valore della vita all'imputato.
La pellicola è una metafora cinematografica in cui Frank Capra condivide la regia con Dio: flashback, montaggio e persino fermo-immagine vengono gestiti dall'alto durante il racconto per far conoscere a Clarence il suo "assistito".
La strenua difesa della Building & Loan è stata messa in parallelo con la vicenda biografica di Frank Capra che, in quegli stessi anni, tentò con minor successo di tenere in piedi la propria casa di produzione, la Liberty Films, ma alla fine dovette arrendersi: nella realtà le cose non vanno come a Bedford Falls, e non basta il suono di una campana sull'albero di Natale perché un angelo metta le ali, come ricorda la figlia di George, ma, anzi, presto gli angeli porteranno la pistola...

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