"Io non mi sono mai considerata un'attrice. Sono solo una donna con una certa sensibilità: è con quella che ho sempre lavorato".
E così è diventata una delle più iconiche attrici italiane, partendo con la Carmelina de I soliti ignoti, passando per l'Angelica de Il Gattopardo e giganteggiando con l'epica Jill di C'era una volta il West. Ma c'è stato tanto altro.
I suoi 87 anni vissuti tra drammi e successi verranno celebrati in un doppio saluto, a Parigi, martedì 30 settembre, nella chiesa di Saint Roch, e a Nemours,
mercoledì 1° ottobre, in quella di Saint-Jean-Baptiste.
Claudina, come la chiamavano Fellini e Visconti, Claude Joséphine Rose Cardinale per l'anagrafe, era nata a La Goletta, a Tunisi, allora protettorato francese, da genitori nati in nord Africa da famiglie siciliane fuggite dall'isola durante la Prima guerra mondiale, Francesco Cardinale e Yolanda Greco.
Prima di quattro fratelli - gli altri erano Blanche, Bruno e Adriano - Claudia studio nella scuola di suore Saint-Joseph-de-l'Apparition a Cartagine, dove si distinse per un carattere silenzioso, irrequieto, assertivo e tenace, che l'ha caratterizzata per tutta la vita.
Cresciuta parlando francese e siciliano, fino ai sedici anni ebbe problemi con la lingua italiana e, appena diciottenne, esordì con alcune compagne di scuola nel contrometraggio Les Anneaux d'or (Vautier 1956), che affrontava il tema dell'indipendenza della Tunisia e che vinse l'Orso d'argento a Berlino.
Subito dopo era già al fianco di Omar Sharif, nordafricano anche lui, ne I giorni dell'amore di Baratier, che uscì nel 1958, dove compariva nei crediti ancora come Claudia Cardinal.
Nel 1957 vinse il concorso di bellezza «la più bella italiana di Tunisia», a Gammarth, grazie al quale ebbe come premio un soggiorno a Venezia durante la Mostra internazionale d'arte cinematografica, dove fu notata da registi e produttori e si ritrovò grazie a una borsa di studio a frequentare un corso di recitazione a Roma al Centro sperimentale di cinematografia, che però lasciò tre mesi dopo.
Con Franco Cristaldi |
In quella terribile situazione, che la portò a una forte depressione e a pensieri suicidi, firmò un contratto con la Vides Cinematografica di Franco Cristaldi, che poi divenne suo marito nel 1966, quando però riuscì a sposarla con l'inganno ad Atlanta. Claudia col tempo riuscì a chiudere quella relazione opprimente con coraggio - il divorzio arrivò nel 1975 -, poiché molti nell'ambiente evitarono di mettersi contro il potente produttore. Fu, però, lui ad aiutarla nel 1958 e a schermarla dai riflettori, facendola partorire a Londra e allontanando il padre del bambino. Il piccolo Patrick venne allevato in famiglia come se fosse un fratello minore di Claudia, e Cristaldi gli diede il suo cognome. Solo sette anni dopo, l'attrice rivelò quanto le era accaduto in un'intervista rilasciata a Enzo Biagi.
Carmela ne I soliti ignoti |
Da quel momento in poi ha paretcipato a oltre 150 film fino al 2022, di cui risulta impossibile dare conto in maniera esaustiva.
Solo nel 1959 uscirono in Italia quattro film con Claudia Cardinale: La prima notte di Alberto Cavalcanti; Il magistrato di Luigi Zampa; Un maledetto imbroglio di Pietro Germi; L'audace colpo dei soliti ignoti di Nanni Loy, seguito del capolavoro monicelliano. Lavorò poi con Mauro Bolognini ne Il bell'Antonio (1960) al fianco di Marcello Mastroianni, ne La viaccia (1961), con Jean-Paul Belmondo, e in Senilità (1963), tratto dal romanzo di Italo Svevo; con Valerio Zurlini nell'iconico La ragazza con la valigia (1961); con Luigi Comencini ne La ragazza di Bube (1963); con Damiano Damiani ne Il giorno della civetta (1968).
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Con Alain Delon ne Il Gattopardo |
In quel decennio di grazia Claudia lavorò anche con registi stranieri del calibro di Abel Gance (La battaglia di Austerlitz, 1960), di Blake Edward (La pantera rosa, 1963), di Henry Hathaway (Il circo e la sua grande avventura, 1964), di Richard Brooks (I professionisti, 1966), di Jerzy Skolimowski (Le avventure di Gerard (1970).
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Jill in C'era una volta il West |
Dopo quello, nel 1969 fu la splendida ragazza ebrea Giuditta di Castro amante di Pasquino, al fianco di Nino Manfredi ed Enrico Maria Salerno in Nell'anno del Signore di Luigi Magni, ma poi fu ne L'udienza di Marco Ferreri (1972), e ancora, per l'ultima volta, con Luchino Visconti in Gruppo di famiglia in un interno (1974).
Con Brigitte Bardot ne Le pistolere |
Negli anni Settanta, oltre al suo primo sceneggiato televisivo, in cui fu l'adultera evangelica in Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli (1977), iniziò anche la collaborazione con Pasquale Squitieri, che poi divenne il suo grande compagno di vita per 25 anni, nonché padre di sua figlia, Claudia. I due non si sono mai sposati per dichiarata voglia di indipendenza dell'attrice. Con Squitieri recitò ne I guappi (1974), sul cui set si conobbero e si innamorarono, Il prefetto di ferro (1977), L'arma (1978), Corleone (1978), Claretta (1984), Naso di cane (1986 TV), Atto di dolore (1990), Stupor mundi (1997), Li chiamarono... briganti! (1999), Élisabeth - Ils sont tous nos enfants (2000 TV), Father (2011).
Con Pasquale Squitieri |
Dopo il 2000, i film d'autore sono stati And Now... Ladies & Gentlemen di Claude Lelouch (2002), 1960 di Gabriele Salvatores (2010), Gebo e l'ombra di Manoel de Oliveira (2012), oltre a tantissime altr pellicole di autori emergenti. Nel 2022 l'ultima apparizione sul grande schermo è stata L'isola del perdono di Ridha Behi.
Con Mastroianni in 8 1/2 |
Claudia lascia i due figli, Patrick Cristaldi, oggi sessantaseienne, e Claudia Squitieri, quarantaseienne.
Oltre Cristaldi e Squitieri, nella vita le sono state attribuite attribuite diverse relazioni e flirt che ha smentito, da Alain Delon a Marlon Brando, da Marcello Mastroianni a Jacques Chirac, comprese le grandi amicizie con Franco Nero e con Rock Hudson, la cui omosessualità venne nascosta all'opinione pubblica bigotta statunitense proprio grazie a Claudia che si finse sua compagna,
Claudia Cardinale in un'intervista disse che nella recitazione "la cosa importante è trasmettere l'emozione attraverso lo sguardo", e non c'è dubbio, ci è riuscita come poche altre.
Ciao Claudina, lascia che quel dolly continui a salire... e a salire ...e a salire.
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