domenica 28 settembre 2025

Saluto a Claudia Cardinale (15/4/1938-23/9/2025)

"Io non mi sono mai considerata un'attrice. Sono solo una donna con una certa sensibilità: è con quella che ho sempre lavorato".
E così è diventata una delle più iconiche attrici italiane, partendo con la Carmelina de I soliti ignoti, passando per l'Angelica de Il Gattopardo e giganteggiando con l'epica Jill di C'era una volta il West. Ma c'è stato tanto altro.
I suoi 87 anni vissuti tra drammi e successi verranno celebrati in un doppio saluto, a Parigi, martedì 30 settembre, nella chiesa di Saint Roch, e a Nemours,
mercoledì 1° ottobre, in quella di Saint-Jean-Baptiste.
Claudina, come la chiamavano Fellini e Visconti, Claude Joséphine Rose Cardinale per l'anagrafe, era nata a La Goletta, a Tunisi, allora protettorato francese, da genitori nati in nord Africa da famiglie siciliane fuggite dall'isola durante la Prima guerra mondiale, Francesco Cardinale e Yolanda Greco.
Prima di quattro fratelli - gli altri erano Blanche, Bruno e Adriano - Claudia studio nella scuola di suore Saint-Joseph-de-l'Apparition a Cartagine, dove si distinse per un carattere silenzioso, irrequieto, assertivo e tenace, che l'ha caratterizzata per tutta la vita.
Cresciuta parlando francese e siciliano, fino ai sedici anni ebbe problemi con la lingua italiana e, appena diciottenne, esordì con alcune compagne di scuola nel contrometraggio Les Anneaux d'or (Vautier 1956), che affrontava il tema dell'indipendenza della Tunisia e che vinse l'Orso d'argento a Berlino. 
Subito dopo era già al fianco di Omar Sharif, nordafricano anche lui, ne I giorni dell'amore di Baratier, che uscì nel 1958, dove compariva nei crediti ancora come Claudia Cardinal.
Nel 1957 vinse il concorso di bellezza «la più bella italiana di Tunisia», a Gammarth, grazie al quale ebbe come premio un soggiorno a Venezia durante la Mostra internazionale d'arte cinematografica, dove fu notata da registi e produttori e si ritrovò grazie a una borsa di studio a frequentare un corso di recitazione a Roma al Centro sperimentale di cinematografia, che però lasciò tre mesi dopo.
Con Franco Cristaldi
Quell'esperienza di improvviso successo, infatti, che le regalò anche una copertina sul settimanale Epoca, la fece tornare velocemente a Tunisi, dove affrontò una gravidanza causata da una violenza subita da un uomo dieci anni più grande di lei. 
In quella terribile situazione, che la portò a una forte depressione e a pensieri suicidi, firmò un contratto con la Vides Cinematografica di Franco Cristaldi, che poi divenne suo marito nel 1966, quando però riuscì a sposarla con l'inganno ad Atlanta. Claudia col tempo riuscì a chiudere quella relazione opprimente con coraggio - il divorzio arrivò nel 1975 -, poiché molti nell'ambiente evitarono di mettersi contro il potente produttore. Fu, però, lui ad aiutarla nel 1958 e a schermarla dai riflettori, facendola partorire a Londra e allontanando il padre del bambino. Il piccolo Patrick venne allevato in famiglia come se fosse un fratello minore di Claudia, e Cristaldi gli diede il suo cognome. Solo sette anni dopo, l'attrice rivelò quanto le era accaduto in un'intervista rilasciata a Enzo Biagi.
Carmela ne I soliti ignoti
Appare davvero paradosale che dopo il dramma vissuto, la sua carriera decollò nel 1958 con una delle più commedie più belle di sempre del cinema italiano, ovviamente prodotta da Franco Cristaldi, nella quale per la prima volta comparve col nome di Claudia Cardinale: I soliti ignoti (Monicelli 1958). Vi recitò nei panni di Carmela Nicosia, la sorellina di una bellezza acerba e travolgente di Ferribotte (Tiberio Murgia), che al primo sguardo faceva innamorare Mario/Renato Salvatori (vedi). 
Da quel momento in poi ha paretcipato a oltre 150 film fino al 2022, di cui risulta impossibile dare conto in maniera esaustiva.
Solo nel 1959 uscirono in Italia quattro film con Claudia Cardinale: La prima notte di Alberto Cavalcanti; Il magistrato di Luigi Zampa; Un maledetto imbroglio di Pietro Germi; L'audace colpo dei soliti ignoti di Nanni Loy, seguito del capolavoro monicelliano. Lavorò poi con Mauro Bolognini ne Il bell'Antonio (1960) al fianco di Marcello Mastroianni, ne La viaccia (1961), con Jean-Paul Belmondo, e in Senilità (1963), tratto dal romanzo di Italo Svevo; con Valerio Zurlini nell'iconico La ragazza con la valigia (1961); con Luigi Comencini ne La ragazza di Bube (1963); con Damiano Damiani ne Il giorno della civetta (1968).
Con Alain Delon ne Il Gattopardo
Gli anni Sessanta furono anche gli anni del sodalizio con Luchino Visconti, per il quale recitò in Rocco e i suoi fratelli (1960), ne Il Gattopardo (1963), nelle Vaghe stelle dell'Orsa... (1965). E poi ci furono 8 1/2 di Federico Fellini (1963),  Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli, dov'era in coppia con Ugo Tognazzi. 
In quel decennio di grazia Claudia lavorò anche con registi stranieri del calibro di Abel Gance (La battaglia di Austerlitz, 1960), di Blake Edward (La pantera rosa, 1963), di Henry Hathaway (Il circo e la sua grande avventura, 1964), di Richard Brooks (I professionisti, 1966), di Jerzy Skolimowski (Le avventure di Gerard (1970).
Jill in C'era una volta il West
Su tutti però, nel 1968 arrivò il ruolo di Jill in C'era una volta il West, grazie a Sergio Leone, con cui segnò uno spartiacque nei ruoli femminili del western, genere cinematografico al maschile per antonomasia. In quel film, tra l'altro, è protagonista di una delle sequenze più straordinarie di sempre: l'arrivo di Jill alla stazione di Flagstone con la mdp che la accompagna dai binari al piccolo edificio che fa da diaframma tra la ferrovia e la cittadina in espansione, su cui si alza il dolly di Leone, simbolo della corsa verso ovest che è a sua volta simbolo stesso del genere western, il tutto arricchito dalla colonna sonora già in presa diretta di Ennio Morricone (vedi).
Dopo quello, nel 1969 fu la splendida ragazza ebrea Giuditta di Castro amante di Pasquino, al fianco di Nino Manfredi ed Enrico Maria Salerno in Nell'anno del Signore di Luigi Magni, ma poi fu ne L'udienza di Marco Ferreri (1972), e ancora, per l'ultima volta, con Luchino Visconti in Gruppo di famiglia in un interno (1974).
Con Brigitte Bardot ne Le pistolere
Nel 1971, nel frattempo, era tornata in un altro western al femminile, grazie a Le pistolere di Christian-Jaque, dove recitò in coppia con Brigitte Bardot, da cui era affascinata agli esordi, e a cui la stampa negli anni l'aveva anche contrapposta nel dualismo Francia/Italia, bionda/mora, BB/CC.
Negli anni Settanta, oltre al suo primo sceneggiato televisivo, in cui fu l'adultera evangelica in Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli (1977), iniziò anche la collaborazione con Pasquale Squitieri, che poi divenne il suo grande compagno di vita per 25 anni, nonché padre di sua figlia, Claudia. I due non si sono mai sposati per dichiarata voglia di indipendenza dell'attrice. Con Squitieri recitò ne I guappi (1974), sul cui set si conobbero e si innamorarono, Il prefetto di ferro (1977), L'arma (1978), Corleone (1978), Claretta (1984), Naso di cane (1986 TV), Atto di dolore (1990), Stupor mundi (1997), Li chiamarono... briganti! (1999), Élisabeth - Ils sont tous nos enfants (2000 TV), Father (2011).
Con Pasquale Squitieri
Gli anni Ottanta si aprirono con Si salvi chi vuole (Faenza 1980) e La pelle (Cavani 1980), di nuovo con Marcello Mastroianni e per il quale vinse il Nastro d'argento; proseguirono con un altro capolavoro assoluto come Fitzcarraldo di Werner Herzog (1982), al fianco di Klaus Kinski, ma anche con l'Enrico IV di Marco Bellocchio (1984) e La donna dele meraviglie di Alberto Bevilacqua (1985). Nel 1986 fu anche Ida, la protagonista della trasposizione televisiva di La storia di Elsa Morante diretta da Luigi Comencini.
Dopo il 2000, i film d'autore sono stati And Now... Ladies & Gentlemen di Claude Lelouch (2002), 1960 di Gabriele Salvatores (2010), Gebo e l'ombra di Manoel de Oliveira (2012), oltre a tantissime altr pellicole di autori emergenti. Nel 2022 l'ultima apparizione sul grande schermo è stata L'isola del perdono di Ridha Behi.
Con Mastroianni in 8 1/2
Tanti i premi accumulati nei decenni: miglior attrice a Venezia nel 1984 per Claretta, cinque David di Donatello, altrettanti Nastri d'argento, il Leone d'oro di Venezia e l'Orso d'oro di Berlino, entrambi alla carriera.
Claudia lascia i due figli, Patrick Cristaldi, oggi sessantaseienne, e Claudia Squitieri, quarantaseienne.
Oltre Cristaldi e Squitieri, nella vita le sono state attribuite attribuite diverse relazioni e flirt che ha smentito, da Alain Delon a Marlon Brando, da Marcello Mastroianni a Jacques Chirac, comprese le grandi amicizie con Franco Nero e con Rock Hudson, la cui omosessualità venne nascosta all'opinione pubblica bigotta statunitense proprio grazie a Claudia che si finse sua compagna,
Claudia Cardinale in un'intervista disse che nella recitazione "la cosa importante è trasmettere l'emozione attraverso lo sguardo", e non c'è dubbio, ci è riuscita come poche altre.
Ciao Claudina, lascia che quel dolly continui a salire... e a salire ...e a salire.

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