martedì 7 gennaio 2014

I sogni segreti di Walter Mitty (Stiller 2013)

Con questo film Ben Stiller conferma il suo grande talento, stemperando l'impareggiabile vena comico-demenziale di Zoolander (2001) e Tropic Thunder (2006) per avvicinarsi un po' di più al grande pubblico, virando verso una sorta di road movie aggiornato in chiave giornalistico-surreale.
Che nulla sia lasciato al caso lo si capisce sin dai titoli di testa, letteralmente "urbanizzati" grazie al loro inserimento lungo le strade e gli edifici di New York. Il soggetto è connesso ad un avvenimento reale: la storica chiusura della rivista Life che, attiva dal 1936 al 2007, pur se con alterne vicende, fu da allora limitata alla sola versione on line. Walter Mitty, il protagonista della storia, interpretato dall'attore e regista statunitense, è il responsabile dell'archivio fotografico della rivista, proprio nel momento di transizione tra la versione cartacea e quella web.

La parte più comica è tutta nella prima parte del film, in cui Walter, innamorato della collega Sheryl (Kristen Wiig) da poco arrivata, viene preso di mira da uno dei nuovi manager chiamati ad effettuare i licenziamenti per traghettare la rivista alla nuova fase, tale Ted Hendricks (Adam Scott). La caratteristica esilarante del protagonista è che spesso gli capita di incantarsi ed immaginare reazioni politically incorrect: gli succede un paio di volte in ascensore e davanti ad un microonde in ufficio, sempre mentre sta parlando con il rampante e insopportabile manager che lo ribattezza Major Tom, "uomo torta" o "uomo di latta" tra le risate dei presenti. Strepitose, però, le rivalse immaginate da Walter, che prima sogna di deridere l'avversario sulla sua improbabile barba con un fantastico "Lo sai chi sta bene con la barba? Albus Silente!" (il professore di Harry Potter), ma soprattutto dopo, quando il suo nuovo superiore lo vede con il pupazzo di "Stretch Armstrong", famoso giocattolo di gomma allungabile, e pensa (e noi vediamo) una fantastica sequenza "stile supereroi", con volteggi e corse nel traffico con il pupazzo muscoloso che si estende all'inverosimile durante la battaglia tra i due contendenti che cercano ognuno di strapparlo all'altro.
Dal punto di vista lavorativo la richiesta che giunge dalla nuova direzione a Walter è quella di fornire la copertina dell'ultimo numero di Life che uscirà in edicola. La foto già c'è, poiché il grande fotografo Sean O'Connell, interpretato da Sean Penn in quello che è poco più di un cameo, l'ha spedita proprio a Walter, con cui ha un ottimo rapporto fondato sulla stima per il lavoro svolto, pur se non si sono mai incontrati. Il problema, però, è che di tutto il rullino inviato da Sean non si trova lo scatto n. 25, quello che lui stesso segnala come il più adatto per la copertina.

Walter decide quindi di andare a cercare il fotografo anche perché, peraltro, in uno dei suoi incantamenti, da una foto appesa nell'ufficio lo vede fargli segno con la mano di raggiungerlo.

Un aiuto arriverà proprio da Sheryl, che Walter "sogna" di aiutare salvando il suo cane da un terremoto (per il quale, come se non bastasse, durante l'impresa crea anche una zampa artificiale per la sua zoppia) e della quale vede il volto anche negli stormi d'uccelli sopra il palazzo sede della rivista. Sarà lei a indirizzarlo verso un lungo viaggio, partendo dalla Groenlandia, dove Sean ha dato le ultime notizie di sé. Ed è proprio la visione di Sheryl che fuori da una bettola tra i ghiacci del nord canta la splendida Space Oddity di David Bowie (quella con Major Tom protagonista), che spinge il personaggio di Ben Stiller a prendere un aereo dal pilota improbabile e ubriaco che però sintetizza splendidamente la questione della bassa densità di popolazione della zona ("non tradire la tua donna se vivi in un posto in cui vivono otto persone!"). Raggiungerà così l'Islanda, rischierà la vita in acqua insidiato da un pescecane, fuggirà da un vulcano in eruzione e approderà sull'Himalaya, vivendo un'esperienza di piena consonanza con lo slogan di Life: "Vedere il mondo, le cose pericolose da raggiungere, guardare oltre i muri, avvicinarsi, trovarsi l'un l'altro e sentirsi, questo è lo scopo della vita".
Il film ha un finale da grande commedia americana, un happy ending alla Frank Capra, con il ritrovamento del negativo n. 25 grazie al contributo della madre di Walter, interpretata dall'eterna Shirley Maclane, e la stampa della copertina che omaggia coloro che per tutti gli anni precedenti ne hanno reso possibile la pubblicazione, e perché no, anche l'avvicinamento tra Walter e Shirley.
Un bravo, quindi, a Ben Stiller, che non si limita ad un semplice remake di Sogni proibiti  (McLeod 1947), il cui titolo originale è proprio identico (The secret life of Walter Mitty), e con cui condivide anche la fonte d'ispirazione (il racconto di James Thurber), ma lo arricchisce di tanto altro: le parti comicissime già evidenziate, l'influenza di Wes Anderson (soprattutto durante la sequenza ritmata dalla canzone di Bowie suonata da Sheryl), il divertente riferimento ai social network (Walter viene chiamato più volte dal responsabile di un sito per incontri che lo disturba nei momenti più impensabili, ma che sarà il suo salvatore inaspettato) e le parti più "avventurose", a tratti l'elemento più debole della pellicola, un po' troppo National Geographic per intenderci, ma che, come già sottolineato, rendono il film più universale e adatto a tutti.




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