lunedì 2 settembre 2024

Hit Man - Killer per caso (Linklater 2023)

Una "storia quasi vera". L'esergo dell'ultimo film di Richard Linklater rivela sin da subito il progetto del regista texano, che parte da fatti veri e a quelli aggiunge le possibili conseguenze, amplificandole e generando un reticolo narrativo così ben congegnato da coinvolgere pienamente lo spettatore. Il risultato è una pellicola leggera e godibilissima, che oscilla tra commedia, poliziesco e sentimentale.
La storia è quella di Gary Johnson (Glen Powell), docente di psicologia e filosofia al college, che arrotonda le sue entrate collaborando sotto copertura con la polizia di New Orleans per smascherare omicidi e mandanti (trailer).
Gary è un single, un po' nerd, che vive con i gatti Id e Ego, che, uniti al Super-io, sono l'argomento della lezione su Nietzsche che gli sentiamo spiegare ai ragazzi nelle prime scene.
Il suo secondo lavoro si svolge dietro le quinte, finché un collega, Jasper (Austin Amelio), viene allontanato e viene chiesto proprio a Gary di diventare il finto sicario - il killer per caso dell'immancabile sottotitolo italiano - che parla con chi lo ingaggia per uccidere qualcuno in modo da farlo arrestare. È con questo nuovo ruolo che inizia a dare il meglio di sé, utilizzando le sue competenze psicologiche e trasformandosi ogni volta in un personaggio diverso, in un gioco metainterpretativo che diventa centrale nella pellicola di Linklater. Un elemento che si acuisce quando Gary inizia una relazione con Maddison (Adria Arjona), pupa del gangster (Ray, interpretato da Evan Holtzman) che segue tutti i cliché tradizionali: bellissima e passionale portoricana che, almeno sulle prime, non sembra brillare per intelligenza, e che vorrebbe far fuori il suo fidanzato. Ron - il nome scelto da Gary per l'occasione - non solo la ferma prima che possa essere incriminata dalla polizia, ma se ne innamora senza mai uscire dal personaggio.
Una scelta, quest'ultima, da cui scaturiscono una serie di reazioni a catena non sempre prevedibili e che danno il tono caratteristico a una commedia sentimentale e noir, che sconfina, seppur in maniera scanzonata, nella filosofia e nell'idea dell'omicidio perfetto - topos letterario e cinematografico per antonomasia, si pensi su tutti a Nodo alla gola (Hitchcock 1948) - come possibile soluzione amorale per migliorare la società.
C'è spazio anche per qualche citazione cinematografica, dato che in tv leggiamo il titolo di This Gun for Hire (Il fuorilegge, Tuttle 1942), non a caso un noir-poliziesco, e vediamo il volto di Lee Van Cleef in un western. E poi, come è stato brillantemente notato (leggi), la trama di Hit Man deve molto a quella de Il grattacielo tragico (Hathaway 1946), noir puro in cui il socio di un investigatore privato si innamorava della fidanzata del proprio collega. Hit Man quindi è un bell'esempio di rimescolamento dei generi e di metamorfosi cinefila, che sembra seguire quanto Gary dice a lezione ai suoi ragazzi: "non ci sono assunti... siate aperti alla trasformazione".
La sceneggiatura è davvero ben scritta e le varie prove di Gary a colloquio con i committenti del killer che interpreta sono esilaranti. Arriva a spiegare anche metodi di sepoltura per far sparire le tracce dei cadaveri nei minimi dettagli. Il docente legnoso della vita reale diventa un uomo molto più sciolto che sorprende i colleghi della polizia e persino le studentesse, che iniziano a trovare sexy il proprio professore.
E con Maddy sembra davvero mettersi in pratica quello che una sua lontana ex gli dice quando Gary si sente inadatto ai rapporti di coppia: "devi solo trovare una che sia fuori di testa come te o in modo complementare". D'altronde una relazione che inizia con questo mantra, non può che funzionare: "è buona la torta?" "tutte le torte sono buone".

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