sabato 21 maggio 2022

Ritrovarsi (Sturges 1942)

Preston Sturges è indubbiamente uno dei primi nomi da fare subito dopo i grandissimi rappresentanti della commedia sofisticata del cinema hollywoodiano, figure del calibro di Ernst Lubitsch, Frank Capra, Howard Hawks e George Cukor.
Il regista di Chicago, nato sceneggiatore e passato alla regia nel 1940, con immediati riconoscimenti come il premio Oscar alla sceneggiatura per il suo primo film dietro la mdp, Il grande McGinty, in quel decennio si impose come maestro della commedia e come uno dei primi a Hollywood, insieme all'Orson Welles di Quarto Potere, a cui venne concesso di controllare l'intero progetto filmico, dalla scrittura alla direzione fino alla produzione (trailer; guarda il film). 
Ritrovarsi, strambo titolo italiano con spoiler per quello che in originale era The Palm Beach Story, prodotto dalla Paramount, ha una struttura ciclica perfettamente conclusa, con la cerimonia del matrimonio che fa da scena iniziale e finale, ironizzando in entrambi i casi con la frase tipica da lieto fine, ma rilavorata in "vissero felici e contenti... o no". E, dietro quel no, ci sono tutte le peripezie di questa commedia scoppiettante, divertente e decisamente sofisticata, con protagonisti aristocratici e alto borghesi, come da copione.
Geraldine "Gerry" (Claudette Colbert) e Tom Jeffers (Joel McCrea), infatti, pur versando in difficoltà economiche - Tom è un architetto senza lavoro -, vivono in uno splendido appartamento su due piani, che vogliono dividere in duplex con degli affittuari.
La prima gag è strutturata proprio su questo: un anziano imprenditore del Texas, che si autodefinisce "il re dei salamini" (Robert Dudley), interessato all'appartamento, nel visitarlo incontra la bella Gerry e la corteggia platonicamente offrendole soldi per pagare i debiti con i vari negozianti.
Gerry e Tom (meglio metterli in quest'ordine per non creare equivoci col gatto e topo più famosi della storia dell'animazione) arriveranno a parlare di divorzio ma ponendosi anche il problema di come riuscire a rimanere legati. Gerry pensa in maniera pragmatica ("sono una donna!" replica al disappunto di Tom), e crede che lei e il marito, dopo la separazione, potranno trovare una sicurezza economica con altri per poi riprendere la propria relazione, discernendo nettamente il vero amore dalla posizione sociale. Il tutto, naturalmente, accresce la ricca sofisticatezza del contesto narrativo, in cui alcuni pensieri dei personaggi appaiono decisamente lontani da quelli del pubblico che doveva percepire questi passi come ancora più assurdi di come li percepiamo noi oggi. Non a caso il film in Italia venne censurato con un taglio di due minuti, con molte battute edulcorate e  poi venne distribuito solo nel 1948.
Va d'altro canto notato che Gerry non è affatto convinta delle decisioni che prende: dichiara che il loro amore sia ormai un'abitudine, ma cede al bacio appassionato del marito, e al mattino esce di casa mentre Tom dorme con la morte nel cuore.
Sta di fatto che la fuga verso Palm Beach, con la tipica rincorsa dell'uomo, alla costante ricerca di recuperare la situazione, trasformerà la storia in una classica commedia degli equivoci. Di Gerry si innamorerà il ricchissimo John Hackensacker III (Rudy Vallee), mentre sua sorella Centimillia, per tutti Maude (Centimillia), farà di tutto per sedurre Tom, che, grazie ai soliti soldi del re dei salamini, raggiungerà la località della Florida. Gerry, infatti, lo presenterà agli altri come suo fratello, pur di non perdere le occasioni economiche che si possono realizzare per entrambi, ma soprattutto per lui, che potrebbe finalmente vedere finanziato il suo progetto di aeroporto. La più classica delle agnizioni e un successivo colpo di scena, fino ad allora insospettabile, riporteranno tutto alla scena matrimoniale iniziale.
Vista con gli occhi odierni, la pellicola ha moltissime situazioni e battute in cui l'uguaglianza tra uomo e donna non è nemmeno lontanamente presa in considerazione, che contrastano con la libertà e la leggerezza con cui sembrano vivere le relazioni queste classi sociali elevate. 
Sin da subito, lo stesso re dei salamini, dai quali consiglia a Gerry di stare lontano per vivere di più, aiuta la donna per mera "simpatia" e, ad acuire questa atmosfera che potremmo definire parasessuale, l'incontro tra i due che avviene nella vasca, dopo una serie di nascondigli che la protagonista raggiunge per non farsi vedere, in una sorta di fuga classica tra ninfa e satiro. Ovviamente Gerry è vestita, e si "autosvela" aprendo la tenda, trasformando la scena in una classica Betsabea al bagno o una Susanna e i vecchioni.
La spiegazione che l'innocente Gerry dà dell'accaduto, e dei soldi ricevuti, è giocata su un continuo equivoco di un suo possibile meretricio che l'episodio del bagno non migliora. Gerry, però, va oltre, e, in maniera paradossalmente chiara, data l'epoca del film, rivela a Tom che "il sesso c'entra sempre", una cosa che le donne, dice, imparano sin da piccole, "quando i padri delle altre bambine iniziano a guardarti in maniera diversa", una battuta che oggi, probabilmente, sarebbe cassata da ogni sceneggiatura.
Gerry "sfrutta" la sua carica di femminilità con tutti gli uomini che incontra, non solo Tom, l'anziano texano e John, ma anche l'intero gruppo del buffo circolo della quaglia. I cacciatori, infatti, le offrono il biglietto del treno di cui è sprovvista, pur di poterla avere con loro come mascotte. E qui, la commedia sofisticata travalica i suoi confini nella slapstick, poiché tutti i cacciatori si affolleranno per cantare la ninna nanna alla bella Geraldine, che tornerà a fuggire, costringendoli a sfogare i malcelati bollenti spiriti in una surreale gara di tiro al piattello con i biscotti all'interno del vagone ristorante, puntualmente staccato dal convoglio da parte del capotreno per placarli definitivamente. Significativo che questa sequenza in climax inizi subito dopo l'unico momento di tristezza e malinconia della protagonista, che mentre prova ad addormentarsi in cuccetta si rabbuia pensando al marito lasciato a casa.
Non mancano le gag anche in questa fase: Gerry non ha un pigiama e ne riceve uno a righe di varie taglie più grandi; Gerry, scappando dai membri del circolo della quaglia, conosce John senza immaginare chi sia e, facendosi aiutare per raggiungere la cuccetta sopra di lui, gli rompe più volte gli occhiali: è l'inizio di una relazione difficile. Infine, Gerry, dopo il distaccamento del vagone in cui era, al mattino non ha più il suo bagaglio e si vestirà con abiti "di fortuna" prestati da altre viaggiatrici, con cui naturalmente splenderà da vera diva.
Tante le battute divertenti e azzeccate di una sceneggiatura che non sfigura ancora oggi, ovviamente scritta dallo stesso Sturges.
John, dopo i racconti di Gerry sul marito, vorrebbe picchiarlo, ma la descrizione che la donna ne fa lo porta a più miti consigli, "una delle tragedie della vita è che tutti quelli che meriterebbero una lezione sono enormi". E così, sua sorella Maude dà proprio a lui, molto più cerebrale di lei, un consiglio folgorante sul matrimonio: "quando vuoi sposarti, meglio non approfondire".
Una menzione particolare, infine, merita il personaggio più surreale del cast, degno di un film dei fratelli Marx, per dirla con Gigi Proietti, citando un suo celebre sketch, "il povero Toto" (Siegfrid Arno). Il buffo ometto, fisicamente anonimo e caratterizzato da baffi sottili, è un amante, pretendente, mantenuto di Maude, che lo usa e schiavizza costantemente con il suo temperamento, in un rapporto paragonabile a quello di Fillide e Aristotele della celebre leggenda medievale. Totò viene zittito di continuo, viene dimenticato ovunque come un pacco, ricompare nel cofano dell'auto, ecc. e Maude su di lui dice "sarebbe spaventoso come marito, sta sempre tra i piedi", confermando il proprio ruolo di virago. 
Ritrovarsi diverte dall'inizio alla fine e vederlo in sala, oltre la consueta magia che solo la sala può restituire, permette di constatare come il pubblico rida ancora di gusto per le battute e per le situazioni surreali ideate da Sturges. Decisamente una commedia senza tempo. 

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